decorazione plastica, complesso decorativo - bottega bergamasca (seconda metà, metà sec. XVI, sec. XVII)

decorazione plastica ca 1575 - ca 1588

Decorazione in stucco

  • OGGETTO decorazione plastica
  • MATERIA E TECNICA Stucco
  • AMBITO CULTURALE Bottega Bergamasca
  • LOCALIZZAZIONE Almenno San Salvatore (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Attualmente la cappella presenta una decorazione in stucco che accompagna l'arco di ingresso e copre tutto il frontone sopra l'arco, terminando in alto in corrispondenza del matroneo con la figura di S. Anna e festoni a tutto tondo. Sulla parete di fondo della cappella, ai lati dell'altare, si conservano due specchiature in stucco con cornici ad ovuli. Quella di sinistra è stata parzialmente distrutta per riportare alla luce affreschi pertinenti ad una fase decorativa precedente. La parte superiore della parete presenta una decorazione ad affresco in finto marmo ascrivibile alla fine del XVI sec., quando fu realizzata e probabilmente collocata la tela di Francesco Bassano con la Sacra Famiglia: il motivo sembra intonato alla cornice, antica, del dipinto. Chi eseguì poi gli stucchi, presumibilmente nella seconda metà del XVII sec., integrò il proprio intervento con questa situazione tardo cinquecentesca, rispettando l'affresco. Mancano dati documentari relativi alla storia di questa cappella, già dal XVI sec. dedicata a S. Anna, a giudicare dal ciclo affrescato. Certamente gli stucchi furono eseguiti in concomitanza con quelli della cappella adiacente, la terza a sin., dedicata a S. Nicola, per evidenti affinità sia nella distribuzione degli elementi decorativi -statua centrale su piedistallo affiancata de vasi portapalma, volute e festoni di frutta- che per una sostanziale unitarietà stilistica nel ductus morbido e pieno del modellato di corpi, panneggi e frutta. Lo studio della decorazione in stucco comporta la considerazione più generale delle trasformazioni subite dalla chiesa dagli inizi del XVI sec. fino ad oggi. Oggi è difficile dire una parola certa sulla successione degli strati, vista l'impossibilità di controllo dovuta a distruzioni parziali e disordinate intervenute in restauri non documentati del XX secolo, tesi a riscoprire le testimonianze affrescate più antiche distruggendo irrimediabilmente tracce intermedie tra una fase e l'altra. Il principale, ma non unico, fautore della distruzione di stucchi e stratificazioni non "originali" fu probabilmente Don Angelo Rota negli anni Sessanta (cfr. Manzoni 1988, p. 195 n. 45). Per due cappelle siamo soccorsi da alcuni dati: in ms. Almenno, f. 71-LXXII, citato in Gamba, 1971-72, p. 115 n. 1, si legge che nell'aprile 1656 si spesero lire 1225:19 per i lavori di stucco fatti all'altare di S. Nicola e a quello della Madonna della Cintura (III e V a sinistra). Tassi (ante 1793) assegna alcuni non precisati stucchi a Giovanni Sanz (metà XVIII sec.). La letteratura successiva, peraltro scarsa, non ha mai affrontato seriamente il problema degli stucchi, riscontrandone la qualità, ma considerandoli in modo puristico quale "superfetazione" preferibilmente da distruggere a vantaggio dello scoprimento della compagine originaria. (Volpi R., 1956, p. 4; Capuani P., 1964, p. 3; Beretta, inv. 1965, p. 64; Gamba V.M., 1971/72, pp. 109-110 e note; Manzoni A., 1988, p. 195; Fumagalli, 1990, pp. 175/6). Alla luce di quanto proposto nella bibliografia sopra citata e sulla osservazione della situazione attuale, si può avanzare la seguente ipotesi di storia delle vicende decorative dell'edificio con le sue cappelle. La chiesa si presentava agli inizi del XVI sec. ricoperta da una decorazione affrescata a motivigeometrici e naturalistici sviluppata nei sottarchi e lungo le ghiere dei grandi arconi trasversali della navata, degli archi di ingresso alle cappelle (ad es. sesta cappella a destra) e delle arcate del matroneo. Tale decorazone si intonava intenzionalmente con quella delle formelledel tetto della navata centrale e delle laterali, sviluppandola e riprendendola. Tuttavia già nei primissimi anni di vita di S. Maria della Consolazione l'aspetto di alcune cappelle si differenziò da quello del resto della chiesa in base alle esigenze espresse dalla committenza. Come per esempio nella prima, terza, sesta cappella a sinistra (rispettivamente schede 03/00175374, 03/00175383, 03/00175391), sesta cappella a destra (schede 03/00175403 e 03/00175404 e nella sacrestia (schede 03/00175426-03/00175430). La realizzazione dell'organo Antegnati (scheda 03/00175411), collocabile tra il 1575 e il 1588, è da leggere in stretta correlazione con quella degli stucchi architettonici dell'arco trionfale (scheda 03/00175392) e del prospetto delle cappelle, costituito da lesene che si dipartono dai pilastri reali in modo da sorreggere visivamente gli archi trasversi. Gli stucchi suddetti, la cantoria e il prospetto dell'organo presentano la stessa partitura architettonica rigorosamente scandita da lesene di parco aggetto e da cornici classicheggianti ad ovuli,dentelli e rosette. Le maestranze impegnate furono plausibilmente quelle che realizzarono le parti decorative dell'organo, guidati e coordinati da Francesco Maria Bagnadore, [CONTINUA NEL CAMPO OSSERVAZIONI]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300175375-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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