Gesù tra i dottori, San Pietro, San Paolo

disegno, 1858 - 1858

Uno di tre disegni degli affreschi della cappella Bonacolsi nel palazzo Acerbi-Cadenazzi. Dipinto su due strati sovrapposti di intonaco che recano lo stesso soggetto. (Arcari)

  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ acquerellatura/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Razzetti Giuseppe (1799 Ca./ 1889)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Verso la fine dell'anno 1857 Giuseppe Razzetti viene incaricato dalla Commissione Comunale per la Conservazione delle Opere d'Arte, presieduta dal conte Carlo d'Arco, di copiare le pitture da poco scoperte nell'antica cappella del palazzo ora noto come Acerbi-Cadenazzi e allora di proprietà di Anselmo Cadenazzi. Gli acquarelli vengono completati nel 1858 e consegnati al Museo Patrio che li ha custoditi fino al 1922, anno in cui vengono depositati in Palazzo Ducale (cfr. Tamassia 1996, p. 61). I tre fogli sono spesso citati dagli studiosi che si sono occupati delle pitture tardo-duecentesche e trecentesche della cappella, che fu dei Bonacolsi prima e dei Gonzaga dal 1328. I Bonacolsi acquisirono difatti l'intero stabile entro il 1281; nel 1328, con l'avvento al potere dei Gonzaga, l'edificio diviene proprietà di Luigi, primo capitano del popolo (L'Occaso 2003, pp. 147-148; L'Occaso 2005, pp. 325-326). Gli affreschi che ornavano, e in discreta misura tuttora ornano tuttora, la cappella appartengono a diverse fasi: un San Michele, una Madonna col Bambino in trono, e altre due figure di Santi (tra cui Antonio Abate) sono databili ai primi del Trecento; agli inizi del XIV secolo si collocano anche le Storie dell'infanzia di Cristo, realizzate da un diverso artista, noto come Maestro della Cappella Bonacolsi. Una terza fase decorativa, cui spetta il Matrimonio mistico di santa Caterina con san Leonardo appartiene alla fase immediatamente successiva al passaggio dell'immobile ai Gonzaga, ed è stato accostato al Maestro del Redentore di San Fermo a Verona (L'Occaso 2003, p. 149 nota 37); una parte dell'affresco è ancora in sito ma un frammento è conservato a Stoccolma, mentre il riquadro principale è presso la collezione Freddi di Mantova. Della seconda metà del Trecento è una Crocifissione non più in sito (New York, Metropolitan Museum) e del principio del secolo XV è il rimaneggiamento del Cristo fra i Dottori della parete di fondo. Nel 1870 alcuni affreschi sono strappati e venduti: il Comune di Mantova non blocca l'operazione e non acquista le pitture e pertanto gli acquarelli del Razzetti rimangono fondamentali testimonianze per ricostruire il palinsesto decorativo della cappella, così come doveva apparire ancora alla metà dell'Ottocento (Bazzotti 1992, pp. 56-65). Le delicate miniature, com'è normale che sia, fondono i diversi stili con cui gli affreschi sono eseguiti e li interpretano tutti in chiave purista; la lieve saturazione cromatica - forse imputabile al gusto del Razzetti - potrebbe anche rispecchiare in parte uno stato di conservazione migliore di quello attuale, che è vergognoso. Una versione "a tratto" di questi acquarelli, ancora di mano del Razzetti, si conserva presso l'Archivio di Stato di Mantova (Ferrari 1992) ed è presumibilmente preliminare a incisioni non più edite
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300151069
  • NUMERO D'INVENTARIO Gen. 6573 a
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2001
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2012
  • ISCRIZIONI in alto al centro - Tav. I./ T. I - a matita -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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