La Madonna in trono con il bambino, S. Giovanni Battista appaiono ai SS. Ignazio di Loyola e Teresa d'Avila

dipinto, 1685 - 1693

La Madonna in trono sulle nubi con in braccio il bambino benedicente, affiancata ai lati da S.Giovanni Battista e da un arcangelo, appare ai Santi Ignazio di Loyola e Teresa d'Avila inginocchiati ai suoi piedi. La scena s'inquadra tra due colonne; in alto fanno da cortina alla Madonna schiere di angeli emergenti da nimbi di nubi. Nella parte inferiore del dipinto sullo sfondo è raffigurata la veduta di una città con la cattedrale e una colonna. Due angeli affiancano i Santi, con un libro su cui sono dipinti dei motti. A sinistra in basso è raffigurato il committente G.B. Redone in atto devoto

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Paglia Francesco (1635/ 1714)
  • LOCALIZZAZIONE Asola (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE la tela è attribuita già negli inventari del sec. XIX al pittore bresciano, allievo del Guercino, Francesco Paglia. Dopo il restauro del 1972-73, con il quale si provvise alla pulitura del dipinto, tale attribuzione è stata definitivamente accettata dagli studiosi. La tela raffigura i santi a cui G.B. Redone dedicò la cappella fatta costruire a sue spese tra il 1690 e il 1692 (v. sch. n. ). I Santi Ignazio di Loyola e Teresa d'Avila sono indicativamente allusi nel dipinto dai motti dei due ordini da loro fondati. Infatti la scritta "Ad majorem Dei gloriam" si riferisce alla Compagnia di Gesù a cui si diede vita nel 1540 S. Ignazio, mentre la scritta "Aut pati aut mori" si riferisce all'Ordine delle Carmelitane scalze riformato da S. Teresa d'Avila nel 1562. La presenza in basso della cattedrale asolana e del committente Redone completa e chiarisce il significato iconologico dell'opera matrice controriformistica, fondata sul miracolo della visione, sulla fiducia della grazia e nella devozione dei santi. L'impianto del quadro, con le figure ordinate in uno schema ad X, entro l'intelaiatura delle due linee orizzonatli date da S. Giovanni, da la Madonna e l'arcangelo in alto e dai due santi e dagli angeli in basso e delle due linee verticali laterali date dalle colonne, sono gli elementi che permettono d'identificare l'esecutore della tela con F. Paglia. Questo schema largamente usato dal pittore bresciano deriva dal Guercino, così come guercineschi gli angeli e i colori con prevalenza di toni bruni e verdi, con ricordi dei grigi dei bresciani del cinquecento. Il Paglia è ricordato come ritrattista e in questo senso acquista un ruolo significativo il ritratto religiosamente connotato del committente Redone. La tela può datarsi (v. anche relazione di Carla Ughini ARCH. STOR. canonica di Asola, cartella 7) tra il 1685 1 il 1693, epoca in cui il Paglia eseguì due ritratti di Provveditori di Asola ricordati nel suo Giardino di Pittura, nel quale tuttavia non si fa menzione dell'opera in oggetto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300146262
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI In basso, sul libro, a caratteri capitali - AD / MAIOR / DEI / GLOR - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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