motivi decorativi

decorazione pittorica, 1590 - 1599

La decorazione del salone è concepita come una "architettura picta" che divide le pareti in tre registri sovrapposti. Nell'inferiore finte nicchie con figure di Virtù si alternano a semplici membrature con inserti in finto marmo. Le tre porte sono incorniciate da stipiti a bugnato con timpani spezzati in cui sono collocati busti femminili. Nella parete del camino vi sono i resti di un drappo e la corona che sormontava lo stemma dei Gonzaga, un tempo posto sulla cappa. Nel registro superiore prosegue la stessa scansione spaziale, ma in otto riquadri sono raffigurati cieli con nubi, due contengono fauni rispettivamente di fronte e di schiena in atto di sorreggere la volta, e tre finte finestre si contrappongono alle aperture reali. La volta a padiglione si apre su un cielo con alberi autunnali, sui quali, ai quattro angoli, sono appesi trofei con emblemi. Al centro della volta troneggia Minerva alla quale un putto alato porge la corona

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco/ pittura a tempera
  • MISURE Altezza: 10.30 m
    Lunghezza: 8.5 m
    Larghezza: 7 m
  • AMBITO CULTURALE Ambito Mantovano
  • LOCALIZZAZIONE Palazzina del Bosco della Fontana
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le notizie d'archivio relative alla costruzione della Palazzina, iniziata da Giuseppe Dattari (Cremona, 1540/ 1640) e proseguita da Antonio Maria Viani (Cremona 1555-60/ Mantova 1629) a partire dal 1595 non contengono indicazioni riferibili con certezza alla decorazione interna della palazzina, ed in particolare di questa sala che rivestiva una funzione di rappresentanza. Non si trova alcun cenno neppure nelle fonti locali poichè le pitture furono, almeno del sec. XVIII, scialbate e solo il recente restauro (1982/ 1985) ne ha iniziato il recupero. L'analisi stilistica fa propendere per una attribuzione al Viani, almeno come ideatore, mentre l'esecuzione va riferita a quelle maestranze - in parte anonime - che tra gli ultimi anni del '500 e i primi del '600 lavoravano alla decorazione delle fabbriche ducali. Il programma iconografico sembra mirare all'esaltazione del duca Vincenzo, attraverso la rappresentazione delle virtù morali e militari, con le quali si può giungere al trionfo della Giustizia. Ma l'intento celebrativo non esclude il riferimento al luogo (la natura rappresentata nel suo apsetto mitico dai satiri) e al tempo (la stagione autunnale, quella della caccia suggerita dai colori caldi delle foglie degli alberi)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300078828-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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