monumento funebre,
Briosco Benedetto Detto Benedetto Pavese (1460-1465/ Ante 1526)
1460-1465/ ante 1526
Parte superiore del monumento funebre raffigurante il Grifo morto. Il cuscino e il letto, la veste e il berretto, di marmo broccatello rosso di Verona scolpito. Il capo, le mani (lacunose), i piedi e il libro di marmo bianco di Carrara
- OGGETTO monumento funebre
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ATTRIBUZIONI
Briosco Benedetto Detto Benedetto Pavese (1460-1465/ Ante 1526)
- LOCALIZZAZIONE Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera è citata da Aldrighi, La chiesa di S. Pietro in Gessate di Milano, tesi di Laurea, AA. 1935-1936, prof. D'Ancona. Per quanto riguarda i restauri esiste documentazione nella cartella di San Pietro in Gessate nell'Archivio di Santa Maria della Passione. Ambrogio Grifo "Jacobi Mediolanensis Urbis Decurionis Filius" appartenne al Collegio dei medici milanesi, fu medico della famiglia Sforza, consigliere "comes palatinus", consigliere oratore, senatore ducale, Abate commendatario di S. Pietro di Lodi Vecchio, studioso di letteratura, matematica, teologia. Il Puccinelli (1655) lo dice "hic fuit peritissimus in omnibus scientiis, ac in maximam aestimationem apud Mediolanenses Duces". Morì, sembra, nel 1493. Il Puccinelli (1655) tra le altre donazioni fatte dal Grifo ricorda quella fatta a Bartolomeo da Vicenza di 150 scudi d'oro "pro monumento marmoreo sibi fabricendo, ac quatuor aeneis Griphis, sustinendo in Ipsius Cellae medio sistendo". Il Latuada (1737), sbagliando, scrive che il sarcofago in origine al centro della cappella, fu spostato nel 1471 dall'Abate Ilarione Lanterio Milanese, e quindi sembra che il sarcofago fosse stato eseguito dopo la morte del Grifo, ma Ilarione Lanterio divenne abate solo nel 1496 e probabilmente in quell'anno, ingombrando la cappella, si pensò di spostarlo a destra. Mutamento che richiese tempo, perché venendo meno alla volontà del committente, si dovette attendere l'autorizzazione pontificia in data 6 marzo 1497. L'Aldrighi (tesi di Laurea, AA. 1935-1936) riporta il contratto d'esecuzione, settembre 1489, con termine di 10 mesi (non più reperibile per la distruzione dell'Archivio nel 1943. Doveva cioè essere finito nel luglio del 1490 ed essendo morto il Grifo nel 1493, dovette vederlo di persona, questo confermato dal fatto che non vi è menzione nella controversia della Confraternita della Misericordia, dei 150 SCUDI D'ORO LASCIATI DAL COMMITTENTE "pro monumento marmoreo". L'Aldrighi tuttavia riporta un documento dell'Archivio Parrocchiale di S. Pietro in Gessate, ora perduto, in cui si parlava di 375 ducati d'oro lasciati dal Grifo in dote alla cappella e di 150 perché dopo la sua morte si eseguisse il suo sepolcro. Secondo il contratto, già citato, l'autore sarebbe stato Benedetto Brioso, che assumeva l'incarico di eseguire "sepulturam unam del marmore de Carrarie", lunga 4 braccia (m. 2,40), larga 1 e mezzo, alta 1 braccio e 1 quarto, la parte soprastante sorretta da otto piastrini e otto tondi di marmo rosso, quattro dei quali con lo stemma dei Grifo. Il prezzo era di 60 ducati. La differenza dell'esecuzione rispetto al contratto fu la scelta del marmo per l'abbigliamento, rosso invece di nero. Il sarcofago venne scomposto nel 1724, perché il basamento era in cattivo stato e gli otto artistici grifono, di bronzo, furono asportati nel 1738 dai Francesi, insieme al dipinto dell'altare, attribuito al Bramante e citato da tutte le antiche guide
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300041435
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- DATA DI COMPILAZIONE 1977
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0