elmo, opera isolata - ambito Africa centro-orientale (seconda metà XVII)
elmo
ca 1651 - ca 1700
Elmo a cono listato in acciaio fortemente rimaneggiato. È presente un lungo nasale in acciaio aggiunto probabilmente nell’Ottocento. Una fitta maglia metallica rivettata protegge la fronte e la nuca del combattente. Sulla superficie dell’elmo si vedono leggere tracce di una antica incisione decorativa ormai quasi del tutto abrasa. L’elmo, difficilmente ascrivibile ad una specifica tipologia, seppur simile in alcuni tratti a modelli di fine Cinquecento o seicenteschi, risale a molti secoli prima dell’ultimo utilizzatore (1894), in un’ottica di riuso degli armamenti difensivi che poteva essere plurisecolare
- OGGETTO elmo
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MATERIA E TECNICA
acciaio; incisione
- AMBITO CULTURALE Ambito Africa Centro-orientale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei Reali - Armeria Reale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Lo Stato dei dervisci venne fondato nel 1896 da Mohammed Abdullah Hassan, un leader religioso che raccolse a sé accoliti provenienti da tutto il Corno d’Africa. Tale Paese nacque per mezzo della sottomissione di terre precedentemente occupate dai sultani somali, dall’Imperio etiope e da alcune potenze europee come il Regno d’Italia e il Regno Unito. La loro strenua resistenza contro il mondo Occidentale ne comportò l’appoggio dell’impero Ottomano ma anche dell’Impero tedesco, in questo caso in un’ottica antibritannica. Lo Stato dei Dervisci trovò temine nel 1920 quando l’esercito britannico bombardò la capitale Taleh. Dai carteggi conservati presso l’Archivio dell’Armeria Reale di Torino, apprendiamo come nel giugno del 1895 giunse in Armeria un’importante collezione di armi e bandiere proveniente dall’Abissinia, nello specifico dalla Colonia Eritrea, inviate dal Generale Baratieri. Nelle lettere che informano dell’invio delle armi, venne ribadito come l’esposizione di queste fosse altamente raccomandabile in quanto pratica comune presso le altre armerie di nazioni colonialiste, con lo scopo di celebrare i fatti d’arme più significativi. Tali armi erano pervenute nelle mani del generale come prede belliche. Nella battaglia di Argordat furono prese 72 bandiere, di cui 68 con il drappo, una mitragliatrice e 700 fucili. Il 3 gennaio 1895, l’esercito vincitore dello scontro entrò a Massava esponendo le bandiere prese ai Dervisci e suonando i tamburi del nemico. Alla presa di Cassala vennero catturate 50 bandiere, di cui 10 bruciate nell’incendio dei Tucules, inviate a Uassava nella gran sala del Palazzo del Comando. Nelle cinque casse che giunsero in Armeria Reale troviamo al loro interno: 1 tamburello preso a Serobeti; 2 bandiere dei Dervisci prese ad Agordat; 2 bandiere dei Dervisci prese a Cassala; 15 lance prese a Cassala; 1 negarit (tamburo da guerra di grandi dimensioni) preso a Senafè nella tenda di Ras Mangascia; 2 tamburelli presi a Senafè; 1 armatura presa a Cassala (con elmo di ferro); 2 trombe dei Dervisci; 6 fucili presi a Agordat, Cassala e Senafè. Questo elmo, appartenuto ad un capo dei dervisci, risulta essere quello preso a Cassala, assieme ad una cotta di maglia, dopo la battaglia del 17 luglio 1894 combattuta tra le truppe coloniali italiane e i mahdisti sudanesi. Il Generale Oresta Baratieri occupò la cittadina, ritenuta allora roccaforte avanzata del Mahdismo, al fine di prevenire gli attacchi nemici sul territorio dell’Eritrea allora in mano italiana. La vittoria italiana negli scontri ebbe un grande eco internazionale, tanto che sia dal Regno Unito sia dalla Germania giunsero lodi per il governo italiano per l’impresa compiuta
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100452720
- NUMERO D'INVENTARIO B.57
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Armeria Reale
- ENTE SCHEDATORE Musei Reali-Armeria Reale
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0