soggetto assente
gong,
ca 1801 - ca 1890
Gong di tipo sospeso, sorretto da un filo di cotone giallo e rosso intrecciati. Il telaio, in legno scuro, accompagna e segue la forma circolare dello strumento e presenta in alto un intaglio a girali, in parte replicato nello zoccolo che sorregge lo strumento
- OGGETTO gong
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MATERIA E TECNICA
Bronzo
cotone
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MISURE
Diametro: 82 cm
Altezza: 143 cm
Larghezza: 78 cm
- AMBITO CULTURALE Produzione Giapponese Manifattura Piemontese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Le origini di questo strumento conducono ai paesi del Sud-Est asiatico, da dove fu importato in Cina agli inizi del 6° sec. d.C. Il gong è principalmente impiegato nelle danze, nei canti e nelle cerimonie religiose, ma anche per trasmettere messaggi, in quanto nelle lingue orientali le vibrazioni del tono vocale e dell'accento assumono valore semantico e insieme musicale. Dal punto di vista della tipologia di gong, questo sembra essere quello di tipo più antico, in quanto presenta la superficie piatta o poco rigonfia, e con un bordo non molto pronunciato, che trarrebbe origine dal tamburello a cornice. Questi modelli, per la loro grande diffusione, sono facilmente reperibili dall'India al Giappone. Per essere suonato il battitore deve battere con una mazza apposita nel centro del piatto (da qui i segni evidenti dell'usura) e a seconda della forza imposta il suono può essere più o meno forte e di maggiore o minore durata. Il telaio che lo sorregge non sembra essere di produzione asiatica; stilisticamente esso difatti appare coerente con i lavori ad intaglio di tipo romantico e neogotico realizzati dall'ebanista piemontese Gabriele Capello detto il Moncalvo che, a partire dagli anni Trenta dell'Ottocento, contribuì al rinnovamento del Castello di Racconigi e di altre residenze sabaude. Revisione 2022: Si dice che l'origine dello strumento sia negli strumenti a percussione nelle antiche isole meridionali di Giava e Sumatra. Successivamente il gong arrivò in Giappone attraverso la Cina e la penisola coreana. In Giappone, i gong erano principalmente usati come segnale per l'inizio di un viaggio e nella cerimonia del tè. Successivamente venne utilizzato nelle funzioni commemorative buddhiste (insieme ai piatti myōhachi o myōbachi), nell'accompagnamento di arti performative popolari, nella musica del teatro Kabuki e nei segnali di navigazione (le navi con una lunghezza totale pari o superiore a 100 metri devono essere dotate di gong come segnali acustici; utilizzato come segnale quando la visibilità è scarsa, un gong viene suonato a poppa alternativamente con una campana a prua della nave durante l'ancoraggio o l'incagliamento). Il gong sospeso "dora", di diametro inferiore (ca. 40cm) rispetto a quello usato nei templi, è quello utilizzato durante la cerimonia del tè giapponese, in particolare per guidare gli ospiti nella sala d'attesa verso la sala da tè, dove avrà inizio la cerimonia principale. In questa occasione, si colpisce sette volte con colpi codificati: "grande, piccolo, grande, piccolo, medio, medio, grande". I gong di grandi dimensioni, come quello di Racconigi, venivano utilizzati per annunciare gli orari dei servizi e delle attività quotidiane nei templi buddhisti. La lega più ricercata nella realizzazione dei gong è quella di rame, stagno, piombo e argento chiamata "sahari", che consente di ottenere il migliore suono quando viene colpita. Il sahari è uno dei metalli più difficili da legare e l'equilibrio della composizione decide la qualità della risonanza. I gong in questa lega sono realizzati da esperti lavoratori del metallo che hanno una grande conoscenza della fusione e della battitura dei metalli in forma. Un rinomato centro di produzione di gong "dora" è quello dell'attuale prefettura di Ishikawa. La produzione di gong in bronzo è stata introdotta nell'odierna prefettura di Ishikawa circa 400 anni fa e da allora è diventata un artigianato tradizionale della prefettura.Nella prefettura di Ishikawa, la produzione di gong si sviluppò quando la cerimonia del tè divenne popolare nel periodo Azuchi-Momoyama (1568-1598). Fu Iraku Uozumi (1886-1964) che si dedicò alla costruzione di gong a Kanazawa; assorbito dallo studio della fusione del sahari, riuscì a creare gong dalla superba risonanza. Nella stampa di Toshikata Mizuno (1866-1908) intitolata "Nochi-iri shirase no zu" (後入りしらせの図 Invito all'ultima parte della cerimonia), della serie "Chanoyu hibigusa" (茶の湯日々草 Pratiche giornaliere della cerimonia del tè), 1896-7, è evidente il gong "dora" appeso e pronto a essere usato per richiamare gli ospiti. Questo utilizzo "casalingo", unito a quello di scandire le attività e i pasti proprio dei gong nei templi buddhisti, deve aver ispirato la ricezione occidentale di questo strumento che, sull'onda della fascinazione delle cineserie e giapponeserie della seconda metà dell'Ottocento, è entrato a far parte del mobilio delle residenze europee più lussuose. I gong e le campane erano articoli molto richiesti nell'Inghilterra vittoriana per chiamare a raccolta i commensali in vista del pranzo. L'architetto-designer progressista inglese E.W. Godwin (1833-1886), fu ispirato da un'illustrazione di un gong giapponese ne "Le Japon illustré" (1870) di Aimé Humbert e creò il disegno di un gong in stile giapponese che fu poi realizzato da William Watt [Lamborne: 2005]
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100404998
- NUMERO D'INVENTARIO R 7102
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2022
- ISCRIZIONI retro - R7102 - a pennello blu -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0