cardinale e monaca

cofanetto, post 1826 - ante 1850

Contenitore di forma parallelepipeda, con angoli sagomati e lieve riduzione della dimensione della base rispetto al coperchio. Poggia su quattro sostegni a sezione circolare. Le superfici esterne sono impiallacciate in varie essenze lignee su fondo in legno di acero sulle fiancate, con motivi decorativi a girali vegetali che si dipartono da una infiorescenza centrale in essenza lignea di tono più scuro. Lo stesso motivo, in forme semplificate, è utilizzato per lo spessore del coperchio. In corrispondenza del decoro centrale è posta la serratura metallica munita di chiave. Nella parte inferiore motivo a triangoli di due diverse essenze lignee. Il coperchio è decorato con una fascia esterna, compartita a rettangoli sui lati e quadrati agli angoli, alternativamente chiari e scuri, con infiorescenze e motivi a losanghe, mentre la porzione centrale, a fondo scuro, è ornata da due ottagoni figurati in legno chiaro, separati da ornato floreale. Nel primo è rappresentata la figura di un prelato con zucchetto, mozzetta e veste talari. Il viso è di tre quarti con lo sguardo rivolto a destra e le braccia sono incrociate al petto. Nel secondo è raffigurata una figura femminile, di tre quarti, intenta a leggere. Porta i capelli raccolti sotto un velo e la corona sul capo. Indossa una tunica girocollo dalle ampie maniche. Lo sfondo di entrambe le figure è chiuso da un tendaggio

  • OGGETTO cofanetto
  • MISURE Profondità: 24.7 cm
    Altezza: 12.3 cm
    Larghezza: 42.7 cm
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italia Settentrionale
  • ALTRE ATTRIBUZIONI manifattura francese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gabinetto inserito tra gli spazi dell’Appartamento d’Inverno, allestito a partire dal 1733 per la seconda consorte di Carlo Emanuele III, Polissena d’Assia, l’ambiente fu soggetto ai lavori di rifunzionalizzazione che interessarono le sale sei-settecentesche del piano nobile di Palazzo Reale per volontà di Carlo Alberto. Gli interventi impegnarono vari professionisti per circa un decennio, tra il 1837 e il 1848, sotto la direzione del poliedrico Pelagio Palagi, progettista di interni, architetto, collezionista, dal 1833 nominato, per volontà di re Carlo Alberto, “pittore preposto alla decorazione dei Reali Palazzi”. Non sono stati pubblicati dalla storiografia documenti significativi in merito alla trasformazione di questa stanza. La prima guida del Palazzo che descrive l’assetto voluto dal sovrano, compilata da Clemente Rovere, evidenziò la semplicità del mobilio, limitandosi a menzionare come opera degna di nota in questa sala la tavola cinquecentesca della Madonna con Bambino, santi e donatore, qui erroneamente riferita a Macrino d’Alba, e ricordando l’esistenza di “memorie di famiglia del compianto Sovrano: entro alcuni scaffali si veggono le divise de’ suoi ordini equestri”. Gli inventari patrimoniali redatti tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e il primo Novecento restituiscono una serie di elementi d’arredo impiallacciati in mogano, forse in parte originariamente eseguiti da Gabriele Capello detto il Moncalvo, su disegno del Bolognese, per l’appartamento di Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena, allestito in occasione delle nozze con Vittorio Emanuele II, celebrate nel 1842. L’esemplare in oggetto fa parte di una coppia di cofanetti. I due soggetti rappresentati sul coperchio, a una prima analisi, non sembrano riconducibili a specifici prototipi pittorici o a stampa, né mostrano attributi che li riconnettano a personaggi di Casa Savoia. Considerando la combinazione delle due coppie di figure presenti sui due oggetti (principe guerriero e principessa, cardinale e monaca), potrebbe trattarsi di una rappresentazione idealizzata della vita aristocratica laica e religiosa, declinata sia al maschile che al femminile. Il rimando a soggetti cortesi e, più generalmente, di epoca medievale, in uno dei due cofanetti, in linea con il revival romantico diffuso in tutta Europa nella prima metà dell’Ottocento, e i caratteri formali degli ornati floreali, segno di una lunga durata del gusto neoclassico, permettono di ricondurre l’oggetto a una datazione tra il terzo e il quinto decennio del XIX secolo, ma appare difficile prospettare un’attribuzione precisa per la manifattura che eseguì la coppia di scatole, forse da ricondurre all’ambito torinese o lombardo, o, forse a quello francese, considerando che spesso la corte di età carloalbertina si rivolse per acquisti di beni di lusso o di particolare pregio al mercato parigino. Nonostante l’esistenza di riferimenti inventariali relativi a ricognizioni patrimoniali precedenti quella del 1966, rilevati direttamente sul cofanetto, che ne indicano l’appartenenza alla serie degli oggetti di proprietà privata di Sua Maestà, la ricognizione su entrambi gli inventari relativi agli oggetti d’arte e ai mobili esistenti nel Palazzo Reale di Torino non ha restituito le descrizioni inventariali degli stessi e, dunque, neppure indicazioni in merito alla loro collocazione tra fine Ottocento e inizio Novecento. Si tratta di un oggetto che rispecchia pienamente i gusti artistici del re Carlo Alberto di Savoia-Carignano e che, dunque, poteva ben rientrare tra quella molteplicità di memorie e curiosità già di proprietà del sovrano che Rovere ricordava esistenti in questo ambiente. Per ragioni conservative non si è ritenuto opportuno in fase di studio dell’oggetto e dell’effettuazione delle riprese fotografiche, aprire la scatola a mezzo della serratura. Pertanto, non si può escludere che all’interno possano conservarsi etichette o iscrizioni utili per la ricostruzione della catena inventariale e indicazioni circa la provenienza ed esecuzione del manufatto stesso
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401356
  • NUMERO D'INVENTARIO 1638
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Musei Reali - Palazzo Reale
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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