cofanetto, opera isolata - manifattura Italia settentrionale (secondo quarto sec. XIX)

cofanetto, post 1826 - ante 1850

Contenitore di forma parallelepipeda poggiante su quattro piedini in metallo dorato semisferici. Le superfici esterne sono impiallacciate in mogano. Sulla fronte e sul verso applicazioni in metallo dorato raffiguranti palmette stilizzate. Altre, a forma di corolla floreale, sono disposte lungo il perimetro del coperchio. In corrispondenza del punto mediano del lato maggiore è collocata la serratura con chiave dall’impugnatura perlinata. Nella parte centrale del coperchio, elemento parallelepipedo sul quale sono applicate due braccia in bronzo, parzialmente dorato, a simulare le maniche di una preziosa veste. Le due mani reggono una corona di alloro

  • OGGETTO cofanetto
  • MATERIA E TECNICA legno di mogano/ impiallacciatura
    legno di noce/ intaglio
    legno di noce/ scultura
    metallo/ doratura
    metallo/ fusione
    metallo/ stampaggio
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italia Settentrionale
  • ALTRE ATTRIBUZIONI manifattura francese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gabinetto inserito tra gli spazi dell’Appartamento d’Inverno, allestito a partire dal 1733 per la seconda consorte di Carlo Emanuele III, Polissena d’Assia, l’ambiente fu soggetto ai lavori di rifunzionalizzazione che interessarono le sale sei-settecentesche del piano nobile di Palazzo Reale per volontà di Carlo Alberto. Gli interventi impegnarono vari professionisti per circa un decennio, tra il 1837 e il 1848, sotto la direzione del poliedrico Pelagio Palagi, progettista di interni, architetto, collezionista, dal 1833 nominato, per volontà di re Carlo Alberto, “pittore preposto alla decorazione dei Reali Palazzi”. Non sono stati pubblicati dalla storiografia documenti significativi in merito alla trasformazione di questa stanza. La prima guida del Palazzo che descrive l’assetto voluto dal sovrano, compilata da Clemente Rovere, evidenziò la semplicità del mobilio, limitandosi a menzionare come opera degna di nota in questa sala la tavola cinquecentesca della Madonna con Bambino, santi e donatore, qui erroneamente riferita a Macrino d’Alba, e ricordando l’esistenza di “memorie di famiglia del compianto Sovrano: entro alcuni scaffali si veggono le divise de’ suoi ordini equestri”. Gli inventari patrimoniali redatti tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e il primo Novecento restituiscono una serie di elementi d’arredo impiallacciati in mogano, forse in parte originariamente eseguiti da Gabriele Capello detto il Moncalvo, su disegno del Bolognese, per l’appartamento di Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena, allestito in occasione delle nozze con Vittorio Emanuele II, celebrate nel 1842. Nonostante l’esistenza di riferimenti inventariali relativi a ricognizioni patrimoniali precedenti quella del 1966, rilevati direttamente sul cofanetto, che ne indicano l’appartenenza alla serie degli oggetti di proprietà privata di Sua Maestà, la ricognizione su entrambi gli inventari relativi agli oggetti d’arte e ai mobili esistenti nel Palazzo Reale di Torino non ha restituito le descrizioni inventariali degli stessi e, dunque, neppure indicazioni in merito alla loro collocazione tra fine Ottocento e inizio Novecento. Il cofanetto in esame è senza dubbio un oggetto che rispecchia pienamente i gusti artistici del re Carlo Alberto di Savoia-Carignano e che, dunque, poteva ben rientrare tra quella molteplicità di memorie e curiosità già di proprietà del sovrano che Rovere ricordava esistenti in questo ambiente. I decori a palmette applicati sulla superficie del contenitore e l’originale soluzione del manico, formato dalle due mani che reggono la corona di alloro, richiamano gli indirizzi formali classicisti promossi in Piemonte da Pelagio Palagi e dunque potrebbe trattarsi di un lavoro eseguito da un artigiano di area piemontese o lombarda, considerati i contatti che l’artista bolognese mantenne anche nei decenni di permanenza a Torino con artisti e manifatture milanesi alle quali spesso si rivolse. Più in generale, tuttavia, i caratteri rilevati a una osservazione stilistica dell’oggetto possono essere ricondotti a un gusto classicista ben attestato anche in Francia nel secondo quarto del XIX secolo, cronologia cui è ascrivibile l’oggetto in esame. Per ragioni conservative non si è ritenuto opportuno, in fase di studio dell’oggetto e dell’effettuazione delle riprese fotografiche, aprire la scatola a mezzo della serratura. Pertanto, non si può escludere che all’interno possano conservarsi etichette o iscrizioni utili per una ulteriore ricostruzione della catena inventariale e indicazioni circa la provenienza ed esecuzione del manufatto stesso
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401353
  • NUMERO D'INVENTARIO 1649
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Musei Reali - Palazzo Reale
  • ISCRIZIONI sotto il piano - 116 SM (rosso) - maiuscolo/ numeri arabi - a pennello - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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