lavabo, opera isolata - manifattura Italia settentrionale (ultimo quarto sec. XIX)

lavabo, post 1880 - ante 1899

L’elemento di arredo si compone di un lavandino incassato all’interno di un mobile in legno dalla foggia articolata e da una soprastante specchiera. Il primo è costituito da un voluminoso corpo sagomato e bombato nella parte superiore, profilato da volute in corrispondenza degli spigoli anteriori. Poggia posteriormente, dove la struttura assume forma rettificata, su un alto zoccolo. Sia la fronte che le fiancate sono ornate da applicazioni in bronzo di elementi curvilinei che definiscono campi mistilinei in cui sono intarsiate ghirlande di fiori policromi in avorio ed essenze lignee. Ulteriori motivi intarsiati e applicazioni in bronzo si trovano sulle volute angolari. In corrispondenza della fascia superiore, larghe foglie di acanto in metallo dorato si alternano a specchiature intarsiate con motivo a losanga e corolle floreali. Quella centrale è accompagnata da un mascherone. Il piano, interamente sagomato, è rivestito in marmo rosa venato; vasca in maiolica. Lungo il bordo, al centro, in asse con lo specchio, si trova il rubinetto, dotato di manopole orientabili per l’acqua calda e fredda e di una bocchetta per l’acqua, in metallo dorato e cesellato, che ripropone l’immagine di un pesce fantastico

  • OGGETTO lavabo
  • MATERIA E TECNICA vetro a specchio
    avorio/ intarsio
    bronzo/ cesellatura
    bronzo/ doratura
    bronzo/ fusione
    legno di noce/ intaglio
    legno/ intarsio
    Ceramica
    metallo/ doratura
    metallo/ stampaggio
    legno di noce/ scultura
    metallo/ fusione
    legno/ impiallacciatura
    marmo venato/ scultura
    bronzo/ stampaggio
    marmo venato/ levigatura
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italia Settentrionale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Gabinetto di Toeletta e il Pregadio furono originariamente concepiti a complemento dell’Appartamento d’Inverno destinato al sovrano Carlo Emanuele III, allestito tra il 1731 e il 1733, ma a seguito dell’inversione d’uso tra le sale del fronte sud e nord del piano nobile del Palazzo furono assegnati alla regina regnante. Insistevano su spazi costruiti a fine Seicento per volontà di Vittorio Amedeo II, già con funzione di Gabinetto. Questi spazi furono riallestiti su progetto di Filippo Juvarra. L’esecuzione del palchetto venne affidata a Carlo Maria Ugliengo (1731-1732), i pannelli del lambriggio con grottesche “alla China” furono dipinti da Pietro Massa (1732-1734), le boiseries delle pareti da Pietro Giuseppe Valle e collaboratori, che vi incassarono pannelli in scagliola tardoseicenteschi, profilati da intarsi in madreperla di Pietro Piffetti, e le undici piccole tele di Charles André van Loo con episodi della Gerusalemme liberata (1733). La decorazione affrescata della volta, coeva, fu eseguita da Massa per i motivi ad “arabeschi” e dalla scuola di Claudio Francesco Beaumont per la parte figurata (1733). Nel 1847 Il Pregadio subì interventi da parte di Gabriele Capello detto il Moncalvo che interessarono sia il mobile inginocchiatoio, sia le boiseries delle pareti dell’andito e le strutture lignee nelle quali sono incassati i pannelli. Più in generale, l’ebanista intervenne su tutte le cornici e lavori di intaglio, integrando i non pochi frammenti mancanti e ripassando le dorature, similmente a quanto già realizzato nell’antistante Gabinetto di Toeletta, ove operò, parimenti, sui mobili di Piffetti. Così il pittore Antonio Vianelli intervenne sulle pitture delle volte del Gabinetto e del Pregadio, queste ultime scialbate. Clemente Rovere nel suo lavoro monografico su Palazzo Reale (1858) si espresse entusiasticamente in merito al ricco allestimento di pieno gusto rococò di questi due ambienti. Il sontuoso elemento d’arredo di gusto neorococò è privo di etichette o iscrizioni collocate sulla superficie visibile, incluso il retro del mobile-toeletta. Non è neppure descritto nell’inventario patrimoniale del 1966. I caratteri del complesso mobile suggeriscono che si possa trattare di un inserimento effettuato nell’ambito delle trasformazioni del Palazzo volute dalla regina Margherita nell’ultimo quarto dell’Ottocento. Pertanto, l’elemento d’arredo potrebbe essere stato progettato “in stile” dall’architetto Emilio Stramucci, apprezzato specialista in questo genere di soluzioni, per essere appositamente collocato al centro di questo piccolo spazio. La specchiera, a sottolineare la destinazione d’uso del mobile, è sormontata da una grande lettera “M” in metallo dorato cimata da corona reale. Evidente, nella sinuosa forma del mobile, nella ricchezza dei decori applicati in bronzo e, soprattutto, nella scelta di inserire ornati intarsiati in avorio e essenze lignee, la volontà di richiamarsi ai preziosi mobili settecenteschi presenti negli ambienti contigui: il pregadio di Prinotto, con interventi di Piffetti, e i due mobili scrittoio a doppio corpo, capolavori di quest’ultimo nel Gabinetto di Toeletta della Regina. Per la fantasia delle finiture - basti pensare alla bocchetta per l’acqua a forma di pesce - il mobile ben si inserisce in quel gusto eclettico diffusosi nella seconda metà dell’Ottocento attraverso i periodici eventi espositivi internazionali
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100405310
  • NUMERO D'INVENTARIO s.n
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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