Arco di trionfo
Composizione a sviluppo orizzontale. Al centro del foglio è rappresentato, frontalmente, il progetto per un arco di trionfo ideale. Su due basamenti a gradini si ergono gruppi di quattro telamoni che sorreggono una poderosa struttura ad arco a tutto sesto riccamente ornata da un bassorilievo con motivo a trofei militari. Lo sfondo su cui è tracciato il disegno, finemente acquerellato nei toni di grigio, è tinta in azzurro. Nella parte inferiore della composizione, profilata da cornice lineare rettangolare, è stata lasciata una porzione priva di colore, probabilmente per contenere una iscrizione. Il foglio è montato entro una cornice dal profilo e luce rettangolare in legno intagliato e dorato, chiusa da vetro. Tipologia a gola. Battuta liscia, Fascia interna filettata; fascia centrale liscia; fascia esterna con ornato a girali vegetali stilizzato
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta/ acquerello
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MISURE
Altezza: 38.5 cm
Larghezza: 44.5 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese Ambito Lombardo
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Da quanto si può dedurre dalle indicazioni inventariali presenti sul retro dell’opera, essa appartenne al patrimonio privato del re di Sardegna e poi re d’Italia Vittorio Emanuele II (Torino, 1822-Roma, 1878). L’acquerello che mostra un raffinato progetto per arco di trionfo di spiccato gusto classicista, porta, nella parte inferiore del foglio, entro uno spazio delimitato da cornice rettangolare, una firma “Alberto di Savoia” che indusse Noemi Gabrielli, redigendo l’inventario dei beni mobili del Castello di Racconigi nel 1951, a ipotizzare che l’autore dell’opera, o forse il dedicatorio fosse il re di Sardegna Carlo Alberto, anche in considerazione dei suoi spiccati interessi artistici e culturali. Il disegno acquerellato, benché immagine ideale, presenta nella stesura una notevole qualità grafica, specialmente nella minuziosa resa dei particolari, e si hanno riscontri delle attitudini artistiche del sovrano di questo livello. Si deve, pertanto, osservare che l’opera potrebbe invece essere stata a lui dedicata da qualche valente disegnatore al suo servizio, indirizzato all’esecuzione dell’opera da una delle figure di spicco al servizio di Carlo Alberto e di solide basi classiche, ovvero Pelagio Palagi (Bologna, 1775-Torino, 1860), decisamente incline a questo tipo di indirizzo culturale, o da qualche promettente allievo dell’Accademia Albertina, magari per guadagnarsi l’ambito soggiorno di perfezionamento a Roma, dove si trovavano qualificati referenti per la corte sabauda, dal pittore Ferdinando Cavalleri, all’architetto Luigi Canina. Si deve rilevare, per altro, che la ricchezza di elementi decorativi nella composizione del trofeo militare disposto lungo l’arco, e, soprattutto, i gruppi di telamoni che lo sorreggono, richiamano non tanto ad un diretto rimando all’antico, quanto piuttosto alla sua rilettura da parte della cultura di maturo rinascimento con una precisa volontà di rimando, da parte dell’autore del disegno, ai Prigioni di Michelangelo, originariamente ideati per il monumento funebre di papa Giulio II della Rovere
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399486
- NUMERO D'INVENTARIO R 3002
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI verso, cornice, al centro - R 3002 (giallo) - corsivo alto-basso - a penna - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0