ritratto di Amedeo VI di Savoia

statua, post 1865 - ante 1866

Il personaggio è rappresentato stante, viso e corpo lievemente ruotati verso sinistra, una gamba un poco più avanzata dell’altra. Porta i capelli lunghi che ricadono sulle spalle e i baffi. Sul capo una corona aperta. Indossa una tunica a mezze maniche al di sotto della quale si vedono gli avambracci dell’armatura. Essa scende sino a mezza coscia ed è fermata in vita da una cintura ornata da nodi sabaudi. Le gambe sono rivestite da cosciale, schiniere e scarpe da armatura. Al collo pende il collare dell’ordine della SS.ma Annunziata. Sulle spalle poggia un manto drappeggiato sulle spalle e scende, posteriormente, sino ai piedi. Una mano trattiene una mazza ferrata e l’altra poggia sullo scudo. La statua poggia su una base a pianta quadrangolare collocata su un alto basamento di forma parallelepipeda. Nella parte superiore, cornice aggettante con fascia inferiore ad ovoli. Il corpo centrale del basamento presenta, sulla fronte, una iscrizione su più righe. Al di sotto, fascia scolpita con motivo continuo a foglie di acanto

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA marmo di Carrara/ incisione
    marmo di Carrara/ levigatura
    marmo di Carrara/ lucidatura
    marmo di Carrara/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Simonetta Silvestro (1812/ 1875): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’attuale assetto dello scalone monumentale di accesso al piano nobile del Palazzo Reale di Torino si deve al progetto di Domenico Ferri, regio pittore e decoratore e all’architetto dell’Ufficio Tecnico del Ministero della Real Casa, Pietro Foglietti, su commissione di Vittorio Emanuele II, ormai prossimo a divenire re d’Italia. L’incarico per la progettazione di questo importante ambiente di rappresentanza fu conferito a Ferri nel 1857. Il professionista ideò un percorso celebrativo dinastico e insieme evocativo della storia d’Italia e della sua imminente e poi recente unificazione, dovendo combinare modalità diverse di decorazione, pittorica e scultorea, con particolare attenzione anche al contenimento degli aspetti economici. I primi lavori sulle murature vennero avviati nel 1862. Negli anni seguenti, via via, vennero ingaggiati professionisti già attivi per la corte per l’esecuzione dei diversi elementi d’arredo: da Gabriele Capello, detto il Moncalvo, per le parti lignee, alla famiglia Gaggini per la fornitura di tutte le parti in marmo, a partire dal rivestimento della stessa gradinata di accesso. Ferri previde una serie di statue a figura intera e a mezzo busto di principi sabaudi e di personaggi significativi per la storia dinastica che armonizzassero con i grandi riquadri dipinti, raffiguranti episodi narrativi legati a questi stessi temi. Tra queste si inserisce anche quella del conte Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde (Chambéry, 1334-Santo Stefano di Campobasso, 1833). La sua realizzazione venne affidata, per commissione diretta allo scultore Silvestro Simonetta, assistente alla cattedra di scultura di Vincenzo Vela in Accademia Albertina dal 1861 e a lui succeduto nella docenza dal 1867, in sostituzione di quella, di analogo soggetto, che era stata commissionata al barone palermitano ed esule politico Giovanni Antonio Lanzirotti (1830-1821) nel 1864, unitamente a quella del duca e poi re di Sardegna Vittorio Amedeo II, che non aveva soddisfatto la commissione lavori. Simonetta fu uno dei più accreditati professionisti in ambiente piemontese e torinese degli anni Sessanta-Settanta dell’Ottocento. La sua attività nel settore della scultura monumentale pubblica annoverava svariate commissioni portate a termine con successo dalla fine degli anni Cinquanta. Nel 1858 scolpì la statua del principe Eugenio di Savoia-Soissons per la rinnovata facciata del palazzo del Comune di Torino e nel 1863 fu inaugurato a Saluzzo il suo monumento a Silvio Pellico. La sottomissione per la statua venne firmata il 21 agosto del 1865. Le misure della statua e il materiale, marmo di Ravaccione, analoghe a quelle già richieste a Dini e Simonetta l’anno precedente. La consegna dell’opera doveva avvenne l’anno successivo e il compenso fu fissato in 8.000 lire. Il principe sabaudo è rappresentato due volte nello scalone, anche sotto forma di busto. Figlio del conte Aimone, detto il Pacifico, e di Violante dei marchesi Paleologi di Monferrato, fu conte di Savoia, Aosta e Moriana dal 1343 al 1388. Le sue imprese militari - ed è questo senza dubbio uno dei motivi della sua inclusione nel ciclo celebrativo dello scalone - a seguito dell’alleanza stipulata con la corona francese e confermata dal matrimonio con Bona di Borbone (1355), lo indirizzarono, nell’ambito di una politica espansionistica a favore del suo stato, in direzione degli stati principeschi dell’Italia settentrionale. Più in generale, la storiografia gli riconobbe il merito di aver consolidato l’integrità dello stato sabaudo e la sua posizione nell’ambito dello scacchiere italiano ed europeo. Celebre per le sue capacità militari e politiche, partecipò anche alle guerre in Oriente (1358-1372) per conto dell’imperatore Giovanni V Paleolgo. Nel 1365 fu nominato vicario imperiale nelle diocesi di Arles, Losanna, Ginevra, Aosta, Torino, Moriana, Tarantasia, Belley; questo diploma confermava così tutte le ambizioni del conte sul Vallese e sul Genevese. A lui si deve la fondazione, nel 1364, dell’ordine cavalleresco della Santissima Annunziata, l’ordine dinastico più importante di Casa Savoia. Così gli è riconnesso l’uso del motto sabaudo FERT, particolarmente caro al re di Sardegna Carlo Alberto che volle infatti onorare il suo antenato con un pubblico monumento affidato a Pelagio Palagi e collocato nella piazza antistante il Palazzo Civico di Torino (1847-1853)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401110
  • NUMERO D'INVENTARIO 13
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Musei Reali - Palazzo Reale
  • ISCRIZIONI basamento, prospetto frontale - AMEDEO VI/ DETTO/ IL CONTE/ VERDE (dorato) - capitale - a solchi - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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