ritratto di Carlo Alberto di Savoia-Carignano

statua, post 1864 - ante 1865

Il personaggio è stante, viso frontale e corpo lievemente ruotato verso destra, una gamba discosta dall’altra. Porta i capelli corti, con scriminatura laterale e i baffi. La fronte è scoperta, lo sguardo fisso. Indossa l’uniforme dell’esercito sardo, con la giubba dal collo alto, ricamato, chiusa sul davanti e stretta in vita da cintura, pantaloni diritti e stivali. Buona parte della figura è ricoperta da un ampio manto, drappeggiato, ornato sul bordo da una doppia fascia con nodi sabaudi. Quest'ultima delimita una banda centrale con iscrizione alternata a corolle floreali. L’orlo è profilato da frange. Al collo pende il collare dell’ordine dell’Annunziata. Un braccio è lievemente piegato e la mano porge un foglio arrotolato; l’altra impugna il bastone del comando. Sulla destra, dietro il mantello, si scorge un tavolo, interamente coperto da un drappo finemente lavorato, sul quale è posto un cuscino che sostiene una corona chiusa. La statua poggia su una base a pianta mistilinea, collocata su un alto basamento di forma parallelepipeda, lievemente bombato sulla fronte. Nella parte superiore, cornice aggettante con fascia ornata da motivo continuo a foglie. Il corpo centrale è ornato da scannellature e foglie di acanto. Il complesso poggia su uno zoccolo sul quale è posto un cartig

  • OGGETTO statua
  • MISURE Altezza: 210 cm
  • ATTRIBUZIONI Vela Vincenzo (1820/ 1891): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’attuale assetto dello scalone monumentale di accesso al piano nobile del Palazzo Reale di Torino si deve al progetto di Domenico Ferri, regio pittore e decoratore e all’architetto della Real Casa Pietro Foglietti, su commissione di Vittorio Emanuele II. L’incarico per la progettazione di questo ambiente di rappresentanza fu conferito a Ferri nel 1857. Il professionista ideò un percorso celebrativo dinastico e insieme evocativo della storia d’Italia e della sua imminente e poi recente unificazione, dovendo combinare modalità diverse di decorazione, pittorica e scultorea, con attenzione al contenimento degli aspetti economici. I primi lavori sulle murature vennero avviati nel 1862. Negli anni seguenti, via via, vennero ingaggiati professionisti già attivi per la corte per l’esecuzione dei diversi elementi d’arredo: da Gabriele Capello, detto il Moncalvo, per le parti lignee, alla famiglia Gaggini per la fornitura di tutte le parti in marmo. Ferri previde una serie di statue a figura intera e a mezzo busto di principi sabaudi e di personaggi significativi per la storia dinastica che armonizzassero con i grandi riquadri dipinti, raffiguranti episodi narrativi legati a questi stessi temi. La statua fu, insieme a quella di Emanuele Filiberto che fronteggia, tra le prime ad essere assegnate il 12 marzo del 1864. Le immagini del duca che riconquistò lo stato sabaudo a metà Cinquecento e dell’ultimo re di Sardegna, per il loro ruolo nevralgico nell’epopea sabauda dall’età moderna al Risorgimento, ebbero una posizione centrale nello scalone d’onore. Per la loro esecuzione vennero richiesti i più capaci e celebri professionisti attivi nel territorio del già regno di Sardegna: il ticinese Vincenzo Vela e il genovese Santo Varni, rispettivamente professore di scultura dell’Accademia Albertina e dell’Accademia Linguistica di Genova. Per l’assegnazione del personaggio da scolpire si procedette con un sorteggio, alla presenza dei ministri di corte, del prefetto di palazzo e dell’architetto Ferri. A Vela toccò rappresentare il re Carlo Alberto. La sottomissione per l’opera venne segnata il giorno successivo, 13 marzo, e prevedeva un'altezza della statua, da eseguirsi in marmo di Carrara della cava di Ravaccione, di tre metri, maggiore, rispetto alle altre, e analoga solamente a quella della statua di Emanuele Filiberto, e uno zoccolo di altezza di dieci centimetri. La consegna del lavoro doveva avvenire entro il febbraio del 1865 e il prezzo complessivo fu fissato in 12.000 lire. Dal punto di vista iconografico, raffinato è il rimando, nella statua compiuta, attraverso gli attributi esibiti dalla figura, alle vicende biografiche del sovrano. In primo piano, la sua mano destra porge un foglio arrotolato, allusivo alla concessione dello Statuto il 4 marzo del 1848, ossia della nuova costituzione adottata dallo stato sabaudo, divenuta poi, nel marzo del 1861, con la costituzione del regno d’Italia, la carta fondamentale della Penisola unita. Il tema dell’abdicazione del 23 marzo 1849, dopo la cruciale sconfitta di Novara, a favore del figlio Vittorio Emanuele II, è allusa dal posizionamento del cuscino con la corona regia in secondo piano, a occupare la profondità della nicchia, quasi del tutto coperto dal sontuoso manto, ornato con l’amato motto sabaudo “Fert” che ribadisce e sottolinea i simboli dinastici. L’impostazione complessiva della scultura, per posa e contenuti, ad eccezione del gruppo di corona e cuscino, rimanda molto da vicino al monumento in onore dello stesso sovrano realizzato per l’atrio del Palazzo Civico di Torino (1853-1858). In questo caso, l’opera fu eseguita da un collaboratore di Vela in quegli anni, Luigi Cauda, al quale fu affidata anche l’esecuzione di alcuni busti per lo scalone d’onore di Palazzo Reale. Il maestro di Ligornetto, invece, per la committenza civica, realizzò la statua di Vittorio Emanuele II che fu eseguita in contemporanea all’opera in esame, essendo stata consegnata nel 1866. Il disegno d’insieme del lavoro di Cauda dovette essere influenzato o indirizzato da Vela. Quest’ultimo, per conferire maggiore magniloquenza alla scultura di committenza regia, coprì il corpo in uniforme del sovrano, posto di lieve tre quarti per meglio occupare la nicchia, con un sontuoso manto arricchito dal motto dinastico”FERT”. Nel Museo Vela di Ligornetto si conserva un gesso preparatorio della statua. Carlo Alberto nacque nel 1798, a Torino. Divenuto re di Sardegna nel 1831, dalla metà del quarto decennio dell’Ottocento intraprese un processo di riorganizzazione dell’amministrazione del Regno. Nel 1848 l’intervento delle truppe sarde a sostegno dei milanesi contro il governo asburgico fu il primo passo per il mutamento dell’assetto sancito dal Congresso di Vienna in Italia che avrebbe portato all’unificazione della Penisola. In questa prima fase del conflitto l’esercito austriaco recuperò tutte le posizioni in Lombardia. Nel 1849, dopo l’abdicazione, Carlo Alberto si ritirò in esilio ad Oporto, ove mo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401107
  • NUMERO D'INVENTARIO 10
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Musei Reali - Palazzo Reale
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • ISCRIZIONI basamento, prospetto frontale - CARLO/ ALBERTO (dorato) - capitale - a solchi - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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