mantovana, serie - manifattura Italia settentrionale (fine/ inizio secc. XIX/ XX)

mantovana, post 1891 - ante 1908

La mantovana è composta da tre parti principali in damasco di seta tagliato a un corpo, foderate in raso di seta, assemblate con filo di seta: pendone centrale e due calate laterali. Il tessuto presenta un disegno a grosso modulo, entro perimetro romboidale, composto da infiorescenza costituita da una corolla di fiori centrale dalla quale si sviluppano, superiormente, una sorta di pigna, affiancata da due elementi fogliacei per parte. Inferiormente alla corolla, motivo a grandi foglie disposte radialmente intorno a una sorta di frutto o infiorescenza composta da elementi globulari di fantasia. Al di sotto di essa, ulteriore motivo a foglie dentellate. Questa disegno si alterna ad altro con elementi fogliacei, a pannocchia e a melagrana. Sul bordo esterno del tessuto delle due calate e del pendone è applicata passamaneria in filo di seta a più colori tono su tono cremisi che definiscono un motivo decorativo a cerchi continui. In corrispondenza delle calate della mantovana ad esso sono applicate le frange, mentre sul pendone, con profilo curvilineo sinuoso, la passamaneria è applicata ad alcuni cm da bordo e sull’orlo è cucita la frangia. I pendenti sono dotati anch’essi di frangia

  • OGGETTO mantovana
  • MATERIA E TECNICA CARTONE
    LEGNO
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italia Settentrionale
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Manifattura torinese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La sala, originariamente denominata “Camera dei Valets a pieds”, ebbe un primo assetto definito tra il 1658 e il 1663, quando furono allestiti gli appartamenti destinati al duca Carlo Emanuele II e alla sua prima consorte, Francesca d’Orléans, sotto la direzione del capitano e ingegnere Carlo Morello, di cui rimane testimonianza nella decorazione del soffitto. Subì modifiche nell’arredo, fisso e mobile, sia nel XVIII sia nel XIX secolo. Durante la fase di rinnovamento degli ambienti della manica sud di età carloalbertina, sotto la direzione di Pelagio Palagi, la Sala degli Staffieri non vide un totale rifacimento degli arredi, benché sia attestata la commissione a Gabriele Capello detto il Moncalvo per una serie di panche a cinque corpi, di semplice fattura, che dovevano essere disposte lungo le pareti nel 1838, oltre ai successivi (1843) interventi su porte, fregi e sovrapporte. La guida di Clemente Rovere (1858) testimonia le ripetute trasformazioni, ma si sofferma esclusivamente sull’arredo pittorico seicentesco e sui limitati interventi operati intorno alla metà dell’Ottocento. L’inventario del 1880 conferma la presenza delle panche di legno, con gambe tornite, eseguite dal Moncalvo, di sgabelli simili, diversi orologi da tavolo, candelabri e vasi su mensole e consolles, e altri arredi del tutto differenti rispetto a quelli odierni, ad eccezione del lampadario e del rivestimento delle pareti con arazzi settecenteschi. La coppia di mantovane o pendoni, di cui è ancora in situ un solo esemplare, è documentata, en suite con i tendoni e la tappezzeria, a partire dall’inventario del 1908. In quello precedente, risalente al 1880, pur essendo già presente un tendaggio con mantovana sontuoso di gusto simile, esso risulta eseguito in una differente tipologia di tessuto, "a lambrequin di broccatello", invece del damasco. Si deve, pertanto, ipotizzare un'esecuzione delle mantovane tra l'ultimo decennio dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, probabilmente da una manifattura torinese o dell'Italia settentrionale. La tipologia caratterizzata da un ricco drappeggio e l'impiego di un tessuto con motivi decorativi che riprendono schemi di gusto barocco, secondo un revival degli stili storici avviato dalla metà dell'Ottocento, risultano molto diffuse e alla moda negli ultimi decenni del XIX secolo, non solo nelle residenze sabaude, ma, più in generale, nelle dimore principesche e signorili di tutte le capitali europee. Ben lo documentano i cataloghi dell'epoca che si caratterizzano per una vasta gamma di soluzioni che denotano la grande attenzione rivolta in questo periodo a simili elementi d'arredo e in particolare ai tessuti di rivestimento che dovevano rendere accogliente l'ambiente e, in questo caso, trattandosi di un palazzo reale, anche dotarlo della opportuna monumentalità. Non è da escludere, tuttavia, che parti del parato siano state rifatte in occasione dei lavori che interessarono il Palazzo per il centenario dell’Unità d’Italia nel 1961. La numerazione relativa alla sequenza inventariale (1880, 1908, 1966) è stata attribuita arbitrariamente all’esemplare in oggetto, dal momento che i numeri indicati negli inventari, forse apposti sul retro di esso, non sono visibili a una osservazione frontale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401098
  • NUMERO D'INVENTARIO s.n
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Musei Reali - Palazzo Reale
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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