sgabello, serie di Palagi Pelagio, Rueff Francesco, Monelli Pietro, Marielloni Diego (secondo quarto sec. XIX)

sgabello, post 1837 - ante 1837

Sostegni a tenaglia scolpiti a tutto tondo composti da una parte inferiore con zampa leonina poggiante su cilindretto tornito e terminante, superiormente, con corolle floreali e palmetta stilizzata; sono raccordati, a coppie, da motivi a palmette stilizzate e girali vegetali lungo il lato maggiore. La parte superiore dei sostegni è costituita da putti alati in atto di spiccare il volo che trattengono, a coppie, una corona di foglie di alloro. Sopra il capo e parte delle ali degli amorini poggia la seduta imbottita, rivestita in velluto di seta tagliato a un corpo, ornata lungo i quattro lati da motivo a greca alternato a infiorescenze stilizzate

  • OGGETTO sgabello
  • MATERIA E TECNICA legno di noce/ intaglio
    seta/ velluto liscio o tagliato
    legno di noce/ scultura
    legno di pioppo/ scultura
    legno di pioppo/ intaglio
    filo di seta
  • MISURE Profondità: 45.5 cm
    Altezza: 58.5 cm
    Larghezza: 70.8 cm
  • ATTRIBUZIONI Palagi, Pelagio (1775/ 1860): disegnatore
    Rueff Francesco (notizie 1819-1838): ebanista
    Monelli Pietro (notizie 1836-1874): modellatore
    Marielloni Diego (notizie 1835-1844)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il rinnovamento della “Camera di Studio di S.M.”, detta anche “la camera in cui S.M. lavora coi Ministri”, poi denominata Sala del Consiglio, venne avviato alla fine del 1836, quando Gabriele Capello detto il Moncalvo firmò il contratto per i lavori da eseguire, sia arredi fissi che mobili, tutti su disegno di Pelagio Palagi. I diversi manufatti vennero messi in opera principalmente nel corso del 1837-1838. Il repertorio figurativo e decorativo messo in opera negli elementi d’arredo di questa sala rispecchiava pienamente la cultura di Palagi, appassionato ricercatore e collezionista di reperti antichi, ma anche uomo attento alle più moderne istanze della sensibilità romantica e del recupero del mondo classico filtrato attraverso la lezione rinascimentale. L’intervento fece parte di un più ampio progetto di riplasmazione degli ambienti seicenteschi del Palazzo, che aveva incluso anche le attigue sale del Trono e delle Udienze, fulcro del cerimoniale politico della reggia in età carloalbertina. I quattro panchetti della Sala del Consiglio, insieme ad otto destinati alla vicina Sala dell’Udienza, fanno parte di gruppo di dodici “taboretti con puntini” eseguiti su progetto di Pelagio Palagi, come testimonia un disegno, firmato e datato al 1837, conservato presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna (n. 2195), dove si trovano altre due prove grafiche preparatorie per lo stesso. Diversamente dal resto del mobilio di queste sale, la loro esecuzione non fu affidata all’équipe guidata dall’ebanista Capello, ma furono commissionati agli scultori in legno milanesi Francesco Rueff e Pietro Monelli. Il contratto venne firmato nel capoluogo lombardo l’8 maggio del 1837 e si previde il prezzo di lire 350 per ciascun esemplare. I due professionisti, oltre ai disegni di Palagi, ricevettero anche i modelli in gesso realizzati, come per altri arredi della sala, da Diego Marielloni. La doratura dei taboretti, eseguiti in pochi mesi, fu affidata a Giuseppe Colleghi. L’anno successivo vennero commissionati agli stessi maestri altri sei panchetti simili, segno della soddisfazione per il lavoro svolto. Si possono certamente considerare, tra gli elementi d’arredo commissionati per la Sala del Consiglio, tra i meglio riusciti per originalità ed eleganza. In questo caso Palagi, non solo mise in opera un repertorio decorativo derivato dallo studio archeologico, ma, come risulta dalla nota manoscritta che completa il disegno esecutivo, volle rielaborare una forma di sedile, il “Plinto”, utilizzata nell’antichità. Palagi, per lungo tempo attivo sulla piazza milanese prima della nomina a regio pittore da parte di Carlo Alberto nel 1831, mantenne costanti rapporti con una serie di professionisti nel capoluogo lombardo a cui, ripetutamente, affidò commissioni per arredi destinati alle residenze sabaude
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401035
  • NUMERO D'INVENTARIO 309
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • ISCRIZIONI sotto la seduta, telaio - 655 DC (verde) - maiuscolo/ numeri arabi - a pennello - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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