Ritratto di Vittorio Amedeo II di Savoia

dipinto, post 1666 - ante 1668

Al centro della tela è raffigurato, seduto su un cuscino ornato agli angoli da fiocchi, un bambino nudo, dai capelli mossi e biondi con le gambe incrociate. Il busto è attraversato da una fascia di tessuto azzurro dalla quale pende una croce che egli trattiene con una mano. L’altra tiene saldamente una corona chiusa postagli a fianco. Un tendone drappeggiato chiude la scena. Tutto il profilo della tela è decorato da una ricca corona di fiori variopinti tra i quali si distinguono rose, tulipani, garofani, gelsomini, campanule; narcisi. La tela è posta entro una cornice in legno intagliato e dorato di formato ottagonale. Battuta liscia. Fascia unica intagliata con motivo a foglie lanceolate trattenute da nastri posti in corrispondenza del punto mediano di ciascun lato

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 89 cm
    Larghezza: 77.7 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Fiammingo
  • ALTRE ATTRIBUZIONI ambito piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell’inventario compilato nel 1951 da Noemi Gabrielli, la studiosa non avanzava alcuna attribuzione in merito al personaggio effigiato. La presenza della corona chiusa, trattenuta con evidenza, sottolinea il rango principesco del bambino. La scelta di rappresentarlo nudo, sottolinea l’idealizzazione della figura. In considerazione dei caratteri somatici del volto e della capigliatura bionda, potrebbe trattarsi di una raffigurazione del futuro Vittorio Amedeo II (Torino, 1666-Moncalieri, 1732) infante, secondo caratteri molto simili al ritratto celebrativo in cui il piccolo principe è accompagnato dai genitori, Carlo Emanuele II e Giovanna Battista di Savoia Nemours nella tela di Charles Dauphin conservata a Madrid, Museo del Prado. Nevralgica e attesa era stata la nascita dell’erede che garantisse la continuità della linea principale sabauda al controllo del ducato. Il particolare formato ottagonale e l’inserto della ricca e qualitativamente elevata corona di fiori introduce forme e modelli di ascendenza nordica, in particolare fiamminga praticati sino al terzo quarto del Seicento, mentre l’impostazione un poco irrigidita della figura del principe richiama i caratteri della ritrattistica degli esponenti della famiglia di pittori ducali Dufour. La tela si colloca in una sala che venne riallestita all’inizio del Novecento, in una fase in cui, dopo decenni di abbandono e dopo l’assassinio di Umberto I a Monza, che determinò l’abbandono della villa lombarda come luogo di villeggiatura della famiglia reale, il castello di Racconigi fu oggetto di un nuovo interesse da parte dei Savoia. Gli appartamenti dell’area di ponente furono destinati a ospitare principi in visita o ospiti illustri. Successivamente, a partire dagli anni Trenta del Novecento, subirono ulteriori trasformazioni, dopo la donazione della residenza al principe ereditario Umberto II. La serie dei ritratti degli infanti di Casa Savoia di varia epoca qui posizionati, rientra, probabilmente, tra gli acquisiti effettuati da parte di Umberto II dagli anni Venti del Novecento per completare la quadreria dinastica
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399664
  • NUMERO D'INVENTARIO R 359
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, telaio, in alto, al centro - R 359 (giallo) - maiuscolo/ numeri arabi - a matita - non determinabile
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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