San Maurizio

dipinto, post 1601 - ante 1649

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, di lieve tre quarti, con taglio poco al di sotto della spalla. Lo sguardo è rivolto verso destra. Porta i capelli corti con la fronte scoperta, baffi e barba appuntiti. Indossa una candida camicia con corto colletto e una armatura di cui si vedono gli spallacci ornati da filettature dorate e il petto di corazza sul quale si intravede dipinta la croce di San Maurizio. Sopra il capo, scorciata, è delineata un’aureola. Sullo sfondo un tessuto rosso brillante variamente drappeggiato, dietro al quale si intravede uno sfondo neutro di colore bruno. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e dorato. Tipologia a cassetta; battuta liscia. Fascia interna intagliata a fascio di foglie lanceolate. Fascia centrale liscia. Esterna ornata con elementi vegetali curvilinei stilizzati disposti a coppie simmetriche su fondo granito

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 51 cm
    Larghezza: 43 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Fiammingo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il personaggio raffigurato a mezzo busto mostra caratteri nel taglio della barba e dei baffi, oltre che nell’abbigliamento, propri di un uomo vissuto entro gli anni Trenta-Quaranta del Seicento. La porzione di armatura visibile richiama i modelli in uso per la battaglia, piuttosto che per attività cavalleresche. Tuttavia, ad una attenta osservazione si nota che sopra il capo è dipinta un’aureola e che lo stendardo dipinto dietro il capo della figura porta la croce di San Maurizio. Si deve pertanto pensare a una effigie di un santo militare della Legione Tebea, primariamente, considerando il contesto, lo stesso comandante, il cui culto fu sempre gradito in ambito sabaudo. Appare tuttavia piuttosto rara la scelta di una contestualizzazione nell’iconografia del santo militare con abiti propri del XVI-XVII secolo. L’iscrizione presente sul retro, piuttosto che alludere al nome di un artista, esecutore dell’opera, potrebbe indicare o il personaggio rappresentato, seppure sotto forme idealizzate, o ancora il proprietario dell’opera. Vale la pena di ricordare, benché possa trattarsi di semplice omonimia, che il nome richiama a quello di Filippo Finella (Finelli), nato a Napoli nel 1584, morì intorno al 1650. Personaggio versatile di interessi letterari, ma anche interessato all’astrologia, all’alchimia e alla fisionomica, fu autore assai prolifico in tutti questi ambiti. Vale la pena di segnalare che un suo ritratto inciso, pubblicato in varie sue opere, mostra caratteri del volto non lontani da quelli del personaggio in esame, sebbene più maturi. I caratteri di stile del dipinto, contraddistinto dall’uso del supporto ligneo e da colori smaltati, con ricercatezza nei dettagli dei peli della barba e della veste, permettono di collocare l’opera entro la prima metà del Seicento e di ascriverla ad ambito nordico, forse fiammingo. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399561
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5556
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5556 (giallo) - maiuscolo - a penna - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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