Veduta della città di Chieri
Composizione a sviluppo orizzontale. In primo piano è rappresentata una cancellata di legno aperta, con alberi che fanno da quinta alla scena, posta sopra a una altura dalla quale si può vedere un ampio panorama. In secondo piano, sulla destra, sono raffigurati due contadini con falci che stanno lavorando alcune zolle erbose di terreno scosceso. Al centro, poco distante, è rappresentato scorciato un sentiero con ponte che attraversa un torrente. Segue ampio spazio pianeggiante punteggiato da alberi, cespugli e un casolare. Sullo sfondo, profilata da mura parzialmente nascoste dalla vegetazione si trova una veduta a volo d’uccello della città di Chieri nella quale, tra i palazzi e le abitazioni, si distinguono i campanili delle chiese di San Giorgio, di San Guglielmo, della Collegiata e di San Domenico. Sullo sfondo, con toni sfocati, sono rappresentate, a sinistra, colline e a destra altra pianura. Ampio brano di cielo solcato da nubi e attraversato da due stormi di uccelli. L’acquerello è collocato entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e dorato munita di vetro. Tipologia a gola. Battuta liscia. Fascia interna perlinata; esterna liscia
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta/ acquerello
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ATTRIBUZIONI
Bagetti Giuseppe Pietro (1764/ 1831): inventore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L’opera, restaurata in occasione della mostra torinese del 1980 “Cultura figurativa negli Stati del Re di Sardegna 1773-1861”, si colloca nella prima fase di attività di Bagetti, già architetto regio, come sottolinea l’iscrizione vergata sull’opera. L’eleganza dei delicati toni cromatici mettono l’opera in relazione con la serie di vedute acquerellate di formato ovale conservate presso la Biblioteca Reale di Torino. Il paesaggio assume quasi valenze arcadiche nella raffigurazione, in secondo piano, di due agricoltori in pausa dal lavoro e nell’originale e scenografico espediente del cancello di villa, posta su un’altura, che si dischiude per lasciare vedere la dettagliata veduta della città di Chieri. Si distingue chiaramente la cupola della chiesa di San Giorgio, sulla sinistra. Alla sommità di un’altura il campanile della chiesa di San Guglielmo, al centro. Poco più sotto, la collegiata di Santa Maria della Scala. Più lontano, quasi ai limiti dell’abitato, il complesso dei frati predicatori di San Domenico. Questa impostazione, un poco teatrale, poi abbandonata da Bagetti potrebbe leggersi come un’influenza del maestro Pietro Palmieri che spesso indulge su aspetti pittoreschi. Ad esso si abbina però già l’analiticità da topografo che renderà celebre l’artista durante la fase di occupazione francese del Piemonte. Le indicazioni inventariali presenti sul retro della cornice, relative alle sole campagne di inventariazione del patrimonio del Castello della prima metà del Novecento, non permettono di ricostruire l’ubicazione originaria dell’opera. Paola Astrua nel 1980, schedando l’opera, ipotizzava per la sua esecuzione una committenza regia, dal momento che nel 1785 venne infeudata in appannaggio al duca d’Aosta, Vittorio Emanuele, dal padre, Vittorio Amedeo III, con il titolo di principato, anzi proponeva che la richiesta fosse partita proprio dal duca che, durante la Restaurazione, ormai re di Sardegna, non mancò di impegnare ripetutamente l’ormai anziano Bagetti
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399497
- NUMERO D'INVENTARIO R 2338
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- ISCRIZIONI verso, cornice, in basso, a destra - R 2338 (giallo) - corsivo alto-basso - dattiloscritto - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0