Ritratto di Vittorio Amedeo II di Savoia

dipinto, post 1680 - ante 1690

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, con taglio al punto vita, il corpo di tre quarti e il viso, giovanile e imberbe, con lo sguardo rivolto verso l’osservatore. Il volto è imberbe; porta una parrucca con scriminatura centrale e fluenti boccoli che discendono oltre le spalle. Indossa un petto di corazza e spallacci ornati da fasce dorate, al collo fuoriesce lo jabot ornato da pizzo sotto al quale è dipinto il pendente dell’ordine dinastico della SS. Annunziata; dalle spalle scende un mantello. Sfondo neutro di colore bruno. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato verniciato. Tipologia a gola. Battuta liscia. In corrispondenza degli angoli sono intagliate quattro foglie di acanto

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 65.5 cm
    Larghezza: 44 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’opera raffigura Vittorio Amedeo (Torino, 1666-Moncalieri, 1732). Unico figlio nato dal matrimonio tra Carlo Emanuele II e Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, tra il 1675 e il 1684, fu sottoposto alla reggenza materna. Con l’assunzione del potere, avviò, pur con oscillazioni, l’allontanamento dalle politiche filo-francesi materne, accettando tuttavia il matrimonio con Anna d’Orleans, nipote del Re Sole, e poi combinando le nozze per le due figlie con esponenti della dinastia reale francese: Maria Adelaide con Luigi di Orleans, detto il Gran Delfino, nipote diretto di Luigi XIV, Maria Luisa Gabriella con Filippo d’Angioux, divenuto re di Spagna con il nome di Filippo V. L’ultimo decennio del Seicento e il primo del Settecento videro il duca impegnato in conflitti di portata internazionale, in una fase di rinnovato attivismo del ducato sulla scena europea: la Guerra della Lega di Augusta (1688-1697) e poi la Guerra di Successione Spagnola (1700-1713). La pace di Utrecht gli valse l’acquisizione della Sicilia, permutata nel 1720 con la Sardegna, comportò il titolo regio, obiettivo perseguito da Casa Savoia sin dalla metà del Cinquecento. A ciò si aggiunse l’allargamento del confine orientale dello Stato con l’entrata in possesso del Monferrato già gonzaghesco (Acqui e Casale) e di territori quali l’Alessandrino, la Lomellina e la Val Sesia per secoli appartenenti allo Stato di Milano. Poderoso fu, dalla metà del secondo decennio del Settecento sino al 1730, il programma di riorganizzazione del regno in tutti i campi dell’amministrazione. La tela mostra il principe in età giovanile, durante gli anni della reggenza della Seconda Madama Reale o subito dopo la presa di possesso del potere. Benché replica, come si evince del tratto stilistico dell’opere, il prototipo ufficiale dovette essere di notevole qualità e rimandare ai caratteri della coeva ritrattistica francese, come denota la posa volitiva di tre quarti e anche i caratteri della parrucca dai fluenti capelli biondi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399322
  • NUMERO D'INVENTARIO R 1426
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 1426 (giallo) - numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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