autoritratto

dipinto, ca 1804 - ca 1811

Cornice in legno dorato e intagliato

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 78 cm
    Larghezza: 63 cm
  • ATTRIBUZIONI Pécheux Lorenzo (1729/ 1821)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
  • INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Si deve a Luigi Cesare Bollea la ricostruzione dettagliata della storia di questo dipinto, a partire dalla sua realizzazione che alcuni riscontri documentari permettono di datare tra il 1804 e il 1811. L’opera non è ancora stata realizzata nel 1804, perché Pécheux non la cita nelle “Notes sur le cours de ma vie” (Torino, Accademia delle Scienze, Mss. 630) che scrive tra il 1783 e il 1804, mentre la segnala invece nel 1811 nella “Déclaration de tout ce qui appartient au Gouvernement et dont j’ai la direction, pour l’usage de l’école de peinture” (Torino, Soprintendenza BSAE, Miscellanea Vico, fasc. Pécheux), nella quale scrive: “3. Dans la chambre contigue, tous les tableaux m’appartiennent excepté mon portrait, celui d’Ignace Collini et de son frère qui appartiennent à Mr le comte Balbe notre cher Recteur“. Nel 1811, l’“Autoritratto”, che Pécheux aveva offerto a Prospero Balbo, era quindi già stato donato da quest’ultimo all’Accademia Albertina. Balbo stesso conferma questa ricostruzione dei fatti, annotando a margine del documento del 1811 citato qui sopra: “Le soussigné déclare que le portrait de son ami Monsieur Pecheux, et les deux portraits de Messieurs Collini, lesquels trois lui ont été donnés par le meme Monsieur Pecheux, sont cédés par lui soussigné a l’ecole – Turin ce 7 janvier 1812 / P. Balbe". Citando un ricordo del pittore Francesco Gonin, allievo di Lorenzo Pécheux, Bollea afferma che gli eredi recuperano nel 1821 tutte le opere del padre conservate presso l’Accademia, compreso questo “Autoritratto”, credendolo a torto di loro proprietà. Nel 1911, il dipinto di proprietà di Carlo Pécheux viene esposto a Firenze in occasione della “Mostra del ritratto Italiano”. Nel 1981, Angela Maria Pécheux lo vende allo Stato Italiano per 12.000.000 di lire, che lo assegna alla Galleria Sabauda (inv. 1058). L’analisi stilistica più coerente dell’opera è quella proposta da Sylvain Lavessière che, concordando con l’elogio funebre di Pécheux scritto da Giuseppe Monticoni “Non puossi tacere la maestria e verità con cui il Pécheux ritrasse l’immagine di Se stesso, dipinta a pari del Van Dyck”, osserva quanto quest’“Autoritratto” sia meno statico nell’impasto rispetto alla composizione dell’“Autoritratto” del 1792, conosciuto in due diverse versioni (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma, Palazzo Barberini, inv. 5030; Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, inv. FD 255). Secondo Lavessière, la ragione di quest’evoluzione stilistica potrebbe essere il soggiorno di Pécheux a Parigi nel 1800 e la sua scoperta dell’atelier di Jacques-Louis David e di alcune opere che vi erano esposte, come il “Ritratto di Gaspar Meyer” dipinto tra il 1795 ed il 1796 (Parigi, Museo del Louvre, inv. RF 1942.17). La naturalezza del viso dell’“Autoritratto” della Sabauda conferma una tale interpretazione e prova la capacità di Pécheux di modernizzare il proprio stile anche durante gli ultimi anni della sua vita: “Le visage émacié, très finement peint, est d’un octogénaire, mais le regard est vif, les yeux bruns fixant le spectateur, avec une présence qui ne dément aucune faiblesse” (Laveissière, 2013, p. 231)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100351206
  • NUMERO D'INVENTARIO 1058
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Galleria Sabauda
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2013
  • ISCRIZIONI in basso a sinistra - Eques Laurentius/ Pecheux - Pécheux Lorenzo - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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