soggetto assente
Il drappo è tricolore in palo, pressoché quadrato con i campi, verde e rosso eseguiti in taffetas, mentre quello bianco in raso. Il bianco del recro è ornato da una coppia di palmette in oro filato, canutiglia e borchiette in metallo dorato interposte, dall'alto in basso: il leone di San Marco con la spada e il libro circondato da serti d'alloro e quercia; un motivo a palmetta intorno alla quale ruota la scritta in canuitiglia e il biscione di Milano circondato da serti d'alloro e di quercia,. in oro filato e canutiglia, con alcuni dettagli (labbra e la figura che esche dalle fauci, in seta. Ai quattro angoli esterni del drappo sono ricamati serti d'alloro e di quercia e florilegi in oro fialto e canutiglia. Il bianco del verso presenta la scritta in oro filato e canutiglia, decorata da una piccolla palmetta stilizzata. Cravatta appesa all'asta in taffetas azzurra, ad andamento rewttangolare, ripiegata più volte, con frangia in oro filato
- OGGETTO bandiera
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MATERIA E TECNICA
bronzo/ doratura
bronzo/ fusione
bronzo/ incisione
filo dorato/ lavorazione a telaio
legno/ pittura
legno/ scultura
metallo/ doratura
metallo/ laminazione
seta/ raso
seta/ ricamo in oro
seta/ ricamo in seta
seta/ taffetas
- AMBITO CULTURALE Manifattura Veneziana
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Armeria Reale
- LOCALIZZAZIONE Armeria Reale
- INDIRIZZO p.zza Castello, 191, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE In occasione dell'attuale schedatura non è stato possibile staccare le bandiere dalle vestrine. ||Secondo quanto dichiarato in Corrispondenza, fascicolo 351, la bandiera fu donata dal generale Angelo Mengaldo, antico comandante del Corpo, a Vittorio Emanuele II quando questi, il 5 novembre 1866, si recò a Venezia in occasione dell'annessione del Veneto all'Italia. Era stata confezionata nel marzo del 1848 alla formazione della Guardia Nazionale Veneta. Nell'agosto del 1849, caduta Venezia, le ricamatrici che l'avevano fornita la conservarono per poi donarla al generale Mengaldo. Allegata è una dichiarazione che dice. " Originalmente la Bandiera non aveva che gli stemmi delle due Città Venezia e Milano collegate a scuotere il giogo del governo forastiero. Quando prima la Lombardia, poi la Venezia concorsero a formar parte di un solo Regno unite al Subalpino sotto lo scettro del magnanimo Carlo Alberto, alla cui proclamazione tanto operò la Guardia Civica di Venezia , allora il Comandante la Guardia stessa fece apporre nel Campo Bianco le parole Viva il Re -- Viva l'Italia: e compiuta così, sventolò fino alla resa di Venezia". Nello stesso 1866, Vittorio Emanuele II dispose che la bandiera fosse depositata in Armeria Reale. Bibliografia: A. Angelucci, Catalogo della Armeria Reale illustrato con incisioni compilato dal maggiore Angelo Angelucci per carica del Ministero della Casa Reale, Torino 1890, p. 519; C. Cesari, Corpi Volontari italiani dal 1848 al 1870. Bollettino dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore del Regio Esercito, Roma, 1928: 286 - 369.||Riferimenti Archivio Storico dell'Armeria Reale: Strumenti 30; Corrispondenza, cartellina 351
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100214833-0
- NUMERO D'INVENTARIO S.010
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Armeria Reale
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2010
- ISCRIZIONI drappo, recto, sul bianco - VIVA L'ITALIA/ VIVA IL RE - lettere capitali - a ricamo -
- STEMMI drappo, recto - provinciale - Stemma - Milano -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0