ultima cena
disegno,
ca 1540 - ca 1540
Giovenone Gerolamo (bottega)
1488-1490/ 1555
Disegno eseguito a carboncino e gesso con tracce di acquerello seppia (nel viso del servo e nella sua veste). Il cartone è composto da fogli di misure omogenee sovrapposti ai bordi; non compaiono tracce di ricalco a coltello o di traforatura per lo spolvero. Cristo e i dodici apostoli sono raffigurati seduti intorno ad un tavolo su cui si vedono piatti e bicchieri; Cristo distribuisce il pane con la mano destra mentre con la sinistra regge il capo di san Giovanni Evangelista che gli poggia la testa sul petto; in alto a destra si vede un servitore con un piatto in mano
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta/ carboncino/ gessetto/ acquerellatura
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ATTRIBUZIONI
Giovenone Gerolamo (bottega)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Gaudenzio Ferrari
Ferrari Gaudenzio, Bottega
Oldoni Boniforte
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca dell'Accademia Albertina di Belle Arti
- LOCALIZZAZIONE Accademia Albertina di Belle Arti
- INDIRIZZO Via Accademia Albertina, 8, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Le vicende dei cartoni dell'Accademia Albertina sono state ricostruite da Pierluigi Gaglia (in Romano G., 1982, pp. 26-33). Non si conosce la data di ingresso del cartone nelle collezioni sabaude; si può solo provare una sua presenza nella Regia Galleria anteriore al periodo napoleonico. Non si hanno notizie circa il prelevamento di cartoni da parte della commisione francese incaricata di esportare le opere d'arte. Trasferito nei Regi Archivi di Corte verosimilmente dopo il 1814 (anno del ritorno dei Savoia), il cartone fu donato da re Carlo Alberto all'Accademia Albertina il 13 aprile 1832, insieme ad altri 53 cartoni. Collocato provvisoriamente in Palazzo Madama, raggiunse l'attuale edificio dell'Accademia nel 1837. Nell'elenco steso dal Gran Ciambellano Carlo Emanuele Alfieri di Sostegno al momento della donazione, il cartone veniva assegnato a Gaudenzio Ferrari col numero d'inventario 11 (visibile stampato ad inchiostro in basso a sinistra) ed era messo in relazione con il Cenacolo della chiesa di Santa Maria della Passione di Milano (Bollea L. C., 1932, p.491). L'attribuzione a Gaudenzio è stata successivamente ripresa dal Bollea (1936, pp. 116, 129, 154-155) e dal Carità (1955, p. 242), mentre nell'inventario del 1933 Noemi Gabrielli lo considerava un'opera di bottega (Gabrielli N., 1933, pp. 157, 196). Il cartone è stato in seguito assegnato a Boniforte Oldoni da A. Griseri (1956, pp. 78, 128-129) e da L. Mallé (1969, pp. 27-28, 88, 220); la prima attribuzione alla bottega di Gerolamo Giovenone si deve a G. Romano (1970, p. 68) ed è stata ripresa dal Mallé (1971, p. 206) e da tutta la critica successiva (Dalmasso F./ Gaglia P./ Poli F., 1982, p. 178). Marina Dell'Omo Rossini (in Romano G., 1982, pp. 120-122) mette in evidenza come il cartone non vada considerato il modello per l'Ultima Cena del Duomo di Novara, eseguito da Sperindio Cagnoli su disegno di Gaudenzio non oltre il 1525, ma una sua derivazione, mostrando caratteri giovenoniani uniti ad un marcato influsso laniniano, evidente soprattutto nelle figure di san Giovanni e del servo e nel generale realismo con cui sono resi i vari personaggi. Caratteri che spingono la studiosa a considerare il cartone opera della tarda cerchia giovenoniana intorno al 1540. Il numero 527, eseguito a sanguigna in basso a destra, risale verosimilmente ad una inventariazione precedente quella carloalbertina
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100209688
- NUMERO D'INVENTARIO 311
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2004
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- ISCRIZIONI in basso a sinistra - 11 - a impressione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0