crocifisso, opera isolata - ambito piemontese (fine/inizio secc. XV/ XVI)

crocifisso, 1490 - 1510

La statua del Cristo è inchiodata su una croce in legno a bracci lisci sul cui montante è applicata una cartella con la scritta INRI. Il Cristo ha il capo leggermente reclinato sulla spalla sinistra, su cui ricade anche una ciocca di capelli. Ha l'espressione sofferente, con gli occhi socchiusi e la bocca semiaperta come se fosse colto nel momento della morte. La corporatura è delineata con una certa attenzione alla muscolatura, ma le linee sono morbide, forse anche attutite dalle ridipinture successive. I capelli, che scendono sulle spalle con ciocche a boccolo, sono dipinti di marrone; il perizoma, di colore grigio, è annodato sul fianco destro e crea delle morbide pieghe sul lato anteriore. Sul corpo, in prossimità delle ferite (costato, braccia, volto, ginocchia) sono presenti vistose pennellate rosse che richiamano il sangue versato nella Passione

  • OGGETTO crocifisso
  • MATERIA E TECNICA legno/ scultura/ intaglio/ pittura
  • MISURE Altezza: 210
    Larghezza: 70
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Mondovì (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo le indicazioni orali del sacrestano della Cattedrale (Sig. Antonio Rizzi), esistono delle foto relativamente antiche che ritraggono il crocifisso applicato su una croce in ferro battuto. Dal punto di vista stilistico, il manufatto presenta un modellato piuttosto semplificato e dimesso: i muscoli e l'arcata addominale sono appena rilevati, e lo stesso dicasi per la muscolatura degli arti; in particolare, la testa appena reclinata da un lato e le spalle, che scendono appena un po' al di sotto della linea delle mani, testimoniano una scarsa drammaticità della figura. Va detto, però, che le ridipinture di cui è stato oggetto hanno certamente influito nell'attenuare il vigore plastico della scultura; a testimonianza di ciò, basti osservare la buona capacità di introspezione e resa sentimentale dell'anonimo scultore, che riesce a toccare le corde del dolore nel rendere il viso esanime e sofferente del Cristo. Cronologicamente, l'opera pare comunque allontanarsi dagli esemplari scarni ed ossuti di metà Quattrocento (che presentano perizomi più ampi, con lembi ricadenti lungo gli arti inferiori ed amano gli aspetti naturalistici della descrizione anatomica, come i tendini, le vene o le ossa rilevate delle ginocchie e delle spalle), e si può collocare, per linearità e semplicità delle forme, intorno alla fine del secolo ed attribuire indicativamente ad una bottega locale influenzata dalla scultura di matrice lombarda più che di provenienza ligure (F. Cervini, Arti del legno e del metallo in terra paleologa, in G. Romano (a cura di), Macrino d'Alba protagonista del Rinascimento piemontese, catalogo della mostra, Savogliano 2001, pp. 78-93; P. Venturoli, Scheda 36, in E. Pagela (a cura di), Tra Gotico e Rinascimento. Scultura in Piemonte, catalogo della mostra, Torino 2001, pp. 106-107; L. Marino - F. Quasimodo, Novità sul versante della scultura lignea, in R. Comba (a cura di), Storia di Cuneo e del suo territorio 1198-1799, Savigliano 2002, pp. 318-327; F. Cervini, Scheda 4, in B. Ciliento - G. Romano (a cura di), Tesori dal marchesato paleologo, catalogo della mostra, Savogliano 2003, pp. 60-61)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100209076
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI sull cartella - INRI - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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