Minerva
statua,
1825 - 1831
Scultura rappresentante una figura femminile con indosso un chitone a mezze maniche lungo fino ai piedi, decorato sul petto da una testina e da un motivo a girali, e al di sopra un himation, il mantello drappeggiato che copre una spalla, si avvolge sul dorso per poi tornare sul davanti, a coprire il braccio sinistro. Con l'altra mano, ora mancante, sosteneva una lancia, intorno alla quale sembra avvolgersi un serpente. Ha il capo coperto da un elmo. La statua è sorretta da un alto basamento ottagonale in muratura
- OGGETTO statua
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MATERIA E TECNICA
FERRO
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MISURE
Profondità: 59
Altezza: 225
Larghezza: 81
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
- LOCALIZZAZIONE Castello Ducale
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La statua raffigura Athena, (o Minerva per i romani), la dea che nacque, armata, dalla testa di Zeus e che, protettrice dell'Attica e di Atene, fece dono agli uomini dell'olivo, contendendo a Poseidone il dominio della regione. E' distinta dai suoi caratteristici attributi rappresentati dall'elmo corinzio, la lancia d'oro e la corazza con al centro la testa di medusa. Fu una delle divinità più venerate dell'Olimpo greco e la sua immagine popolò il mondo letterario e il repertorio iconografico, che la vide in molteplici atteggiamenti e fogge, rielaborando schemi testimoniati nella pittura vascolare e nella scultura. La statua di Agliè è segnalata per la prima volta nell'atrio che conduce alla scalone Arduino nel 1831, quando l'inventario "Contenente la descrizione di tutti i Mobili fissi ed infissi proprii del R. Castello, e notati nell'Inventaro del 1831" (1843, p. 204) la ricorda al n. 172 "sul primo repiano posta in una nicchia - Statua di Pallade in Scagliola". Gl inventari successivi non registrano le opere collocate all'esterno del castello. L'unico che la menziona nuovamente è l'inventario del 1964, dove nello "scalone che scende nel giardino" è segnalata con il n. 3069 una "Statua in gesso raffigurante la Dea Minerva con lunghe vesti ed elmo in testa. Nella mano destra tiene la lancia. Ha ai piedi un grosso serpente", stimata 70.000 lire.La statua sembra derivare da un modello greco della fine del V secolo a. C. creato da un allievo di Fidia per il simulacro del tempio della Nemesi a Ramnunte e noto per le molte copie eseguite in età romana, la cui replica migliore è considerata l'Hera Borghese, oggi a Copenhagen. Altre copie si trovavano nelle collezioni Giustiniani e Ludovisi fin dal 1627. La figura è stata identificata, facendo riferimento al serpente presente al suo fianco, anche con Igea, la dea che spesso è rappresentata accanto ad Asclepio in atto di nutrire un serpente. La dea, stante sulla gamba sinistra, con l'altra leggermente flessa, indossa un lungo chitone, un elmo corinzio con paragnatidi decorate a protomi di ariete e la sfinge alla sommità. Al centro del gorgoneion è una testa di medusa. I capelli sono sciolti, disposti lungo i lati. Con la mano destra, ora mancante, stringeva la lancia ancora visibile. Un antico esemplare di analogo soggetto è attestato proprio tra le proprietà dei Duchi di Genova: nel 1842 è infatti segnalato "il ristauro della Statua di Minerva" ad opera dello scultore Albertoni, che in quell'anno riceve un primo acconto di 100 scudi. Il prezzo complessivo ammonta a 220 scudi e il termine ultimo dei lavori è previsto per il 1845: "Ristauro di Statua Antica/ Termine delle opere 1845/ Prezzo convenuto in scudi 220/ Pagamenti a tutto l'anno 1844 160/ Pagamenti a farsi nell'anno 1845 60/ Totale dei pagamenti a tutto il 1845 220" (ASTO, Duca di Genova. Casa di Maria Cristina, Carte Varie, mazzo 42, fascicolo n. 2). E' interessante ricordare che una statua in marmo bianco statuario, greco, della dea Athena, riferibile all'età adrianea, decora una nicchia del grande Scalone di Benedetto Alfieri nell'Armeria Reale di Torino, dove è attestata a partire dal 1819, e da identificare forse con la "Statua di Pallade galleata al naturale" già nella Galleria di Carlo Emanuele I dove è inventariata nel 1631. Tre statue antiche dedicate a questa dea si trovano anche nel Museo d'Antichità, tra le quali si distingue in particolare un'opera originale proveniente dall'Egitto, appartenente alla Collezione Drovetti, databile probabilmente al II s. d.C. (inv. nn. 257, 258, 273) (cfr. L. Mercando, Una scheda per la dea Athena, in Il Restauro dello Scalone di Benedetto Alfieri, a cura di P. Venturoli, Torino 1999, pp. 59-64) mentre la Minerva che ora decora una nicchia del cortile di Palazzo Reale, insieme alla statua della dea "Diana in atto di afferrare un cervo", copia da statua antica eseguita da Giuseppe Gaggini, è stata identificata con la scultura che nel 1789 ornava la Scala delle Forbici di Filippo Juvarra nello stesso Palazzo, "opera dei fratelli Collini Regi Scultori" (cfr. Derossi, Guida di Torino, Torino 1789, p. 98; P. Venturoli, Gli stucchi, i marmi e le pitture dello Scalone, in Il Restauro dello Scalone di Benedetto Alfieri, a cura di P. Venturoli, Torino 1999, pp. 43-59)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100208233
- NUMERO D'INVENTARIO 172
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Complesso Monumentale del Castello Ducale, Giardino e Parco d'Agliè
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2004
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- ISCRIZIONI base, in basso, a destra - 3069, su etichetta in plastica rossa - a rilievo -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0