Santa Maria Maddalena penitente

dipinto, 1816 - 1816

Dipinto raffigurante la Maddalena penitente, entro cornice con decoro a foglie d'acanto in pastiglia

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 91
    Larghezza: 72
  • ATTRIBUZIONI Cavalleri Ferdinando (1794-1795/ 1865)
  • LOCALIZZAZIONE Castello Ducale
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Ferdinando Cavalleri offre in questa tela, datata 1816, uno dei primi esempi della sua produzione. Figlio del regio architetto torinese Bartolomeo e di Rosa Cremonesi, romana, Ferdinando nacque probabilmente a Roma il 16 marzo 1794, dove fu avviato allo studio del disegno. Appena dodicenne fu inviato a Firenze a frequentare la locale Accademia. In seguito alla morte del padre dovette recarsi a Torino dove iniziò i primi studi di pittura. Nel 1815 un ritratto del Principe di Carignano gli procurò per sei anni una pensione del governo piemontese per perfezionarsi nella pittura a Roma. All'Esposizione di Belle Arti che si tenne nel palazzo dell'Università di Torino nel 1820 fu presente con alcune tele: un "Amore che dorme" (copia dall'Allori), un "Daniele nella fossa dei leoni" e una "Giovane penitente" con la quale deve verosimilmente identificarsi la tela ora ad Agliè. Nel catalogo della mostra (Notizia delle opere di Pittura e Scultura esposte nel Palazzo della Regia Università, Torino 1820), nel settore riservato agli artisti viventi, è infatti segnalata a p. 55, al n. 15 "La giovane penitente. Su tela." del "Cavalleri Ferdinando, pensionario di S. A. S. il Principe di Carignano", al quale l'opera risulta appartenere. La tela sarebbe quindi passata, in epoca imprecisata, dalla collezione del principe Carlo in Palazzo Carignano a Torino o nel Castello di Racconigi a quello di Agliè (M. R., in Hayez, catalogo della mostra a cura di M. C. Gazzoli, F. Mazzocca, Milano 1983, p. 72, n. 28). Il dipinto è pubblicato per la prima volta nel 1982 da Franca Dalmasso che ne propone la possibile identificazione con la tela che riportò il I premio al Concorso Clementino dell'Accademia di San Luca nel 1816, sottolineandone il valore di esempio di "neoseicentismo" bolognese (F. Dalmasso, in F. Dalmasso, P. Gaglia, F. Poli, L'Accademia Albertina di Torino, Torino 1982, p. 30, fig. 20). L'opera è chiaramente ispirata alla prima versione della "Maddalena penitente" scolpita da Canova nel 1794-1796 (Genova, Museo di Sant'Agostino), che nel 1816 si trovava ormai a Parigi, presso la prestigiosa raccolta di Giambattista Sommariva, dove era giunta nel 1808, dopo la clamorosa esposizione al Salon di quell'anno (O. Stefani, Antonio Canova. La Statuaria, Milano 1999, pp. 242-247), a sua volta ispirata alla "Maddalena" dipinta da Anton Raphael Mengs nel 1760-1761, di cui esistono quattro versioni autografe. Il soggetto era all'epoca ritenuto particolarmente affascinante per la commistione di sensualità e pentimento, ancora più evidente nelle raffigurazioni che ritraevano la penitente sdraiata nella sua grotta (cfr. Mengs. La scoperta del Neoclassico, catalogo della mostra a cura di S. Roettgen, Padova 2001, p. 204, n. 56). Rispetto all'originale la versione del Cavalleri si distingue per la variante del teschio posto sulla destra della santa anziché sulla sinistra. La popolarità della scultura canoviana è documentata anche da un'altra ripresa fatta pochi anni più tardi, nel 1825, da Francesco Hayez, amico del Cavalleri, su richiesta del barone Gaetano Ciani (Milano, collezione privata) (F. Mazzocca, in op. cit., Milano 1983, pp. 72-73, n. 29) e dalla versione, esposta a Torino nel 1833, da Carlo Canigia, commessagli dal marchese Lascaris di Ventimiglia (F. Mazzocca, in Antonio Canova, catalogo della mostra a cura di G. Pavanello, G. Romanelli, Venezia 1992, p. 254, n. 125).Membro delle accademie di Torino e di Firenze sin dal 1828, Ferdinando Cavalleri il 1 aprile 1831 è nominato accademico di merito dell'Accademia di S. Luca in Roma; in giugno riceve la nomina a pittore di gabinetto del re Carlo Alberto e direttore degli Studi d'arte dei reali allievi in Roma (Regie Patenti 4 giugno 1831; cfr. A. Pandolfelli, Cavalleri Ferdinando, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 1979, vol. 22, pp. 694-695). E' dispensato dal servizio a partire dal 1 gennaio 1857 (cfr. ASTO, Casa di S. M., Bilanci Generali Passivi, 1856, reg. n. 5072, cat. 22, art. 25; cfr. scheda di P. Manchinu n. 126837 della Banca Dati di Palazzo Reale).Il dipinto di Cavalleri si trova attualmente al secondo piano nobile del castello, nella Camera da Letto del I Ministro (N. 6) nell'appartamento noto come "Vecchia amministrazione". Verosimilmente è questa la stessa stanza in cui il dipinto è documentato già nel 1857, come segnala la "Ricognizione dell'inventario del Real Castello d'Agliè e dipendenze", stilato nel settembre di quell'anno, che ricorda nella "Camera da Letto CXI" dell' "Appartamento detto dei Principi verso ponente", con il numero 1005, un "dipinto ad olio con cornice dorata rappresentante la Madalena penitente". Il suo ingresso al castello non sembra comunque precedere il 1855, quando il "Catalogo di quadri ed oggetti d'arte..." compilato dal pittore Sampietro documenta la presenza di una "Madalena penitente" nel "Guardamobile" del castello (n. 812) (prosegue in Osservazioni)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100207133
  • NUMERO D'INVENTARIO 402
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Complesso Monumentale del Castello Ducale, Giardino e Parco d'Agliè
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2003
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI in basso, al centro - Ferdinando Cavalleri/ pinxit 1816 - corsivo - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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