gladiatore
dipinto,
1821 - 1821
Barne Luigi (1798/ 1837)
1798/ 1837
Dipinto rettangolare privo di cornice
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 197
Larghezza: 153.5
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ATTRIBUZIONI
Barne Luigi (1798/ 1837)
- LOCALIZZAZIONE Castello Ducale
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fu realizzato da Luigi Barne per il concorso del "Mecenate Anonimo" bandito presso l'Accademia di San Luca a Roma il primo giugno 1821. Il pittore lo consegnò entro la fine del gennaio successivo al segretario dell'istituto, insieme a una busta che recava all'esterno un'epigrafe e dentro il suo nome: il regolamento prevedeva che durante il concorso il nome dell'artista rimanesse celato e la prova indicata solo dal motto di accompagnamento, costituito per la tela in questione da "L'un cade, e ancora col passare a Dite, che coll'altro alternò le sue ferite". Il dipinto di Barne è collocato dalla commissione solo al terzo posto, dopo Francesco Podesti e Luigi Rubbio, dichiarati primi ex aequo. Così mentre i quadri dei due vincitori entrano a far parte delle raccolte dell'accademia, il "Gladiatore morente" rientra in Piemonte, per giungere al castello di Agliè, dove nel 1831 può forse identificarsi con il "Gladiatore" ricordato insieme ad altri due "Grandi quadri con plancie rappresentanti Teste di filosofi", appeso al muro nella "Guardaroba pure di S. M. la Regina verso levante della sud.a, [Guardaroba presso la Scaletta]", nell'Appartamento di S. M. la Regina, al primo piano nobile, dipinti tutti dotati di cornici dorate ed intagliate. Nel 1843 i tre dipinti in questione risultano spostati nella "Camera n° 104 Alloggio di S. E. il Signor Capitano della Guardia, vicino alla Sala dei Valets-a-pieds", al primo piano nobile, tra i cui arredi non è però più segnalato il Gladiatore. Ricompare nel marzo del 1855 nell'"Inventaro estimativo dei mobili, oggetti fissi, e semoventi, esistenti nel Castello d'Agliè...caduti nell'eredità di SAR il Principe Ferdinando Duca di Genova", che segnala al numero 794 un "dipinto su tela rappresentante un Guerriero nudo ferito a morte di metri 2 p. 1.58", ormai senza cornice, al secondo piano nobile, nella prima camera grande verso la Corte (N. 99). Nel settembre dello stesso anno il pittore Sampietro lo registra col numero 469 nella sala d'ingresso dell'Appartamento Ducale: "Barni...Un clodiator moribondo". Questo ambiente dovrebbe corrispondere al "Salone d'Ingresso. In Testa alla Galleria del 2.do Piano", dove il dipinto è ancora segnalato col numero 568 nel 1876: "[Quadro ad Olio senza cornice] rappresentante Un gladiatore moribondo; del Barni". Mentre gli inventari del 1908 e 1927 non consentono di rintracciarne l'ubicazione, nel 1964 lo ritroviamo in un "Corridoio dopo cortile interno", al primo piano nobile, con il numero 1710: "Dipinto olio su tela con cornice gialla. Raffigurante un uomo nudo, piegato in una smorfia di dolore. Dal braccio sinistro gli pende lo scudo ed a terra ai suoi piedi ci sono una doga ed un casco di metallo nero". Collocata nel Salone di San Massimo nel 1984 e nell'ammezzato tra il piano terra e il primo piano, noto come "Vecchia Amministrazione" nel 2001(E. Gabrielli, Le decorazioni e gli arredi, in D. Biancolini, E. Gabrielli, a cura di, Il Castello di Agliè. Gli Appartamento e le Collezioni, Torino 2001, p. 83, nota 495), la tela si trova oggi depositata nella stanza 22 al secondo piano nobile del castello. Luigi Barne era giunto a Roma nel 1818, in qualità di pensionato di Carlo Felice, ottenendo fin dal 1819 numerosi riconoscimenti dagli insegnanti dell'Accademia di San Luca (cfr. A. Baudi di Vesme, Schede Vesme, I, Torino 1963, p. 92). Qui conosce Vincenzo Camuccini che diverrà per Barne un vero e proprio referente culturale, la cui influenza è già evidente nel motto che accompagna il dipinto di Agliè, dando risalto alla forza drammatica dell'evento rappresentato. A questa linea l'artista rimane fedele fino alla durissima stroncatura inferta nel 1827 dal Consiglio accademico torinese al perduto "Date obolum Belisario" proprio perché tratta "un soggetto per nulla imitato dall'antico" (cfr. F. Dalmasso, L'istituzione del pensionato artistico, in S. Pinto, a cura di, Arte di corte a Torino da Carlo Emanuele III a Carlo Felice, Torino 1987, pp. 318-319, nota 17), inducendolo a cambiare rotta in favore di temi di chiara matrice classica e al tempo stesso disimpegnati. La successiva produzione dell'artista ci è nota solo attraverso i titoli dei saggi annuali inviati a Torino nel corso del secondo pensionato romano, ottenuto nel maggio 1825 (M. Tomiato, L'Accademia di Belle Arti, in P. Dragone, a cura di, Pittori dell'Ottocento in Piemonte. Arte e cultura figurativa 1800-1830, Torino-Genova 2002, pp. 269-270 ; E. Gabrielli, scheda n. 1.3, in Maestà di Roma da Napoleone all'Unità d'Italia, catalogo della mostra a cura di S. Pinto, L. Barroero, F. Mazzocca, Roma 2003, p. 284). Il numero delle opere di Barne finora rintracciate è ancora troppo esiguo per poter ricostruire un adeguato profilo del suo percorso artistico (M. Tomiato, op. cit., Torino 2002, p. 314); (prosegue in Osservazioni)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100207114
- NUMERO D'INVENTARIO 394
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Complesso Monumentale del Castello Ducale, Giardino e Parco d'Agliè
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2003
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
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