manipolo, elemento d'insieme - manifattura piemontese (?) (metà sec. XVIII)

manipolo, 1740 - 1760

L'insegna è confezionata con almeno 4 frammenti di damasco di seta broccato ed è foderata con 5 frammenti di diagonale di cotone bianco. Le tre croci, poste al centro del troncone e sulle alette, sono realizzate con il gallone più alto, mentre quello più sottile è impiegato per rifinire i bordi delle alette. Sul rovescio, al centro, è stato recentemente cucito un nastro in tela di cotone ecru

  • OGGETTO manipolo
  • MATERIA E TECNICA cotone/ diagonale/ raso
  • MISURE Altezza: 82
    Larghezza: 21.5
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'attenzione nella resa naturalistica dei decori, uniti ad elementi di gusto bizzarro e fantastico, o a dettagli in trame metalliche, sono elementi che ci permettono di datare il tessuto alla metà del Settecento: dagli anni '30, infatti, grazie all'introduzione da parte del francese Jean Revel del "point rentré" fu possibile rappresentare sulle stoffe la tridimensionalità e lo spessore degli elementi raffigurati (P. THORNTON, Baroque and Rococo Silks, Londra 1965, pp. 116-124; M. CUOGHI COSTANTINI, I tessuti del '700: la seduzione della tecnologia, in D. DEVOTI, G. GUANDALINI, E. BAZZANI, M. CUOGHI COSTANTINI e I. SILVESTRI, La collezione Gandini del Museo Civico di Modena. I tessuti del XVIII e XIX secolo, , Bologna 1985, pp. 49-50; C. BUSS, Seta oro e argento. Le sete operate del XVIII secolo, Milano 1992, p. 53). Alcuni elementi della composizione, quali le ghirlande formate da piccoli fiorelli blu ,trattenute da palmette dorate, o i grandi fiori rosa dai pistilli dorati, appaiono assai simili ad alcuni elementi presenti in un damasco broccato impiegato per confezionare un paramento del Duomo di Casale Monferrato e datato alla metà del secolo (M. VIALE FERRERO, Tessuti e ricami, in V. VIALE (a cura di, Mostra del barocco piemontese, catalogo della mostra, Torino 1963, p. 12, scheda n. 18;A. M. COLOMBO, Il patrimonio tessile della cattedrale, in Il duomo di Casale Monferrato. Storia, arte e vita liturgica, atti del convegno (Casale Monferrato, 16-18 aprile 1999), Novara 2000, pp. 190-191) che appare assai prossimo al paratodonato nel 1768 dall'Università dei Mastri Fabbricatori di Stoffe di Torino alla chiesa della Santissima Annunziata (ID. p. 191). Il decoro del tessuto vercellese appare strutturato da una rete a maglie aperte, disegnate da fiori che si intrecciano con foglie dorate, che racchiudo il trionfo trencale, sostenuto da una palmetta stilizzata, ornata da ghirlande floreali. Composizioni simili sono presenti in tessuti datati intorno alla metà del secolo, fra i quali si possono citare il paliotto e il piviale, datati ante 1761, della chiesa di San Martino a Sornico ( A. GALIZIA (a cura di), I riti e le stoffe. Vesti liturgiche e apparati processionali nel Canton Ticino dal XV al XIX secolo, catalogo della mostra di Rancate, Lugano 2002, pp. 78-79, schede nn. 28-28a), in cinque piviali confezionati, con un tessuto acquistato a Parigi nel 1751, in occasione dell'incoronazione del re Adolfo-Federico di Svezia (I. ESTHAM, Fourtheen epsicopal copes and other textiles purchased in Paris in 1751, in "CIETA Bulletin", n. 74, 1997, pp. 159-169), il parato, collocato al 1740-1750 del Santuario di S. Luigi Gonzaga a Castiglione delle Stiviere (A. R. MORSELLI e F. NEGRINI (a cura di), Le trame dell'invisibile: paramenti sacri a Castiglione delle Stiviere, catalogo della mostra, Castiglione delle Stiviere 1991, pp. 66-67, scheda n. 9), dov'è conservato un paliotto, colloccato al decennio successivo (ID:, pp. 70-71, scheda n. 11) il telo ascritto al 1740, il parato, collocato all quinto decennio del Settecento, il telo, datato alla metà del secolo, e il coevo para conservati nella collezione Cini (D. DAVANZO POLI, La Collezione Cini dei Musei Civici Veneziani. Tessuti antichi, in "Civici Musei veneziani d'arte e storia. Bollettino, 1989, vol. XXXIII, n. 1-4", pp. 143, 150-151, 153, schede nn. 125, 132-133, 135) la pianeta della chiesa parrocchiale di Jovençan, datata al secondo quarto del Settecento (Textilia sacra. Tessuti di pregio dalle chiese valdostane dal XV al XIX secolo, catalogo della mostra di Aosta, Quart 2000, pp. 100-101, scheda n. 29 di M. P. Ruffino), il parato, collocato intorno al 1740-1745 della Basilica del Santo a Padova ( D. DAVANZO POLI (a cura di), Basilica del Santo. I tessuti, Roma 1995, pp. 104-105, scheda n. 67), l'insieme liturgico, collocato al 1740-1750, conservato nella Basilica di Santa Maria dell'Umiltà a Pistoia (P. PERI, Paramenti liturgici nella Basilica di Santa Maria dell'Umiltà a Pistoia, in E. NARDINOCCHI e P. PERI (a cura di), Il Tesoro della Madonna. Arredi sacri della Basilica di Santa Maria dell'Umiltà a Pisatoia, catalogo della mostra di Pistoia, Cinisello Balsamo 1992, p. 95, scheda n. 14.) Generalmente questi tessuti sono attribuiti alla Francia, come emerge inoltre anche dal confronto con il lampasso conservato presso il Museo del Tessuto di Lione (P. ARIZZOLI-CLEMENTEL, The Textile Museum, Lyons, Lione 1990, p. 71), ma la critica ha ascritto i pezzi conservati in Piemonte ad una manifattura piemontese. In assenza di documenti si accoglie, dubitativamente, l'attribuzione al Piemonte del damasco
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100205541-2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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