stolone di pianeta, elemento d'insieme - manifattura italiana, manifattura lionese (terzo quarto sec. XVIII)

stolone di pianeta,

La colonna anteriore è formata da tre frammenti di cannelato semplice liserè broccato. Sul fondo animato da costicine parallele orizzontali, formate da un ordito supplementare bianco, si snoda un largo nastro in taffetas a cui è sovrapposto un sinuoso tralcio che si intreccia ad una ghirlanda di fiori e bacche. La composizione è ulteriormente impreziosita da fiocchi e da ricchi mazzi di rose. Gli elementi vegetali sono realizzati con trame broccate in seta (marrone, verde, azzurra, celeste, tre toni di rosa, bordeaux, rossa, viola, gialla) e in ciniglia (rosso, viola e bordeaux)

  • OGGETTO stolone di pianeta
  • MATERIA E TECNICA seta/ cannellato
    seta/ broccata
  • LOCALIZZAZIONE Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il tessuto è collocabile al settimo decennio del Settecento, come illustrano la presenza di più meandri che si intrecciano fra loro, la contrapposizione di armature diverse e l'impiego della ciniglia. L'idea del tralcio fiorito adagiato su un merletto bianco la si ritrova, ad esempio, nel paramento del Santuario di Nostra Signora di Misericordia di Genova, datato al 1760-1765 ed attribuito a Genova o Lione (M. Cataldi Gallo (a cura di), Arte e lusso della seta a Genova dal '500 al '700, catalogo della mostra di Genova, Torino 2000, p. 224, scheda n. 113 di M. Tassinari) o in quello coevo di Palazzo Abatellis di Palermo (E. D'Amico Del Rosso, I paramenti sacri, Palermo 1997, pp. 127-128, scheda n. 82). E'tipico della produzione tessile del terzo quarto del Settecento anche il motivo del fiocco, come testimoniano il parato datato al 1760-1770 della chiesa parrocchiale di San Marino a Tolmezzo (M. Villotta (a cura di), I paramenti sacri tra storia e tutela, Tavagnacco 1996, pp. 154-155, scheda n. 54 di M. Lunazzi Mansi), quello coevo conservato nella chiesa di Notre-Dame des Doms ad Avignone (Merveilles d'or & de soie. Trésors textiles de Notre-Dame des Doms du XVI au XIX siècle, catalogo della mostra, Avignone 2000, p. 69, scheda n. 54 di E. Dutocq e O. Valansot) e la contemporanea pianeta del Museo Diocesano Tridentino (D. Devoti, D. Digilio, D. Primerano (a cura di), Vesti liturgiche e frammenti tessili nella raccolta del Museo Diocesano Tridentino, Trento 1999, p. 150, scheda n. 97 di D. Digilio).; Appare arduo, in assenza di testimonianze, poter attribuire ad una manifattura questo tessuto. Secondo alcuni studiosi, la ciniglia venne introdotta a Lione nella seconda metà del Settecento (D. Devoti, L'arte della tessitura in Europa, Milano 1974, p. 32; P. Peri, Tessuti, in L. Dal Prà (a cura di), Un museo nel Castello del Buonconsiglio. Acquisizioni, contributi, restauri, catalogo della mostra, Trento 1995, p. 128,), quindi le stoffe che presentano questo filato sono ricondotti alla città francese, come illustrano piviale del Museo Diocesano di Brescia (Indue me Domine. I tessuti liturgici del Museo Diocesano di Brescia, Venezia 1998, pp. 156-157, scheda n. 54 di A. Geromel Pauletti), il velo da calice conservato presso il Museo del Castello del Buonconsiglio di Trento (P. Peri, Tessuti, in L. Dal Prà (a cura di), Un museo nel Castello del Buonconsiglio. Acquisizioni, contributi, restauri, catalogo della mostra, Trento 1995, pp. 127-128, scheda n. 98) e i due paramentali, ricordati prima, del Santuario di Nostra Signora di Misericordia di Genova e di Palazzo Abatellis di Palermo. Questi due ultimi esempi, però, testimoniano come una parte della critica ascriva, spesso dubitativamente, questo particolare genere di prodotti a botteghe italiane: si possono infatti citare anche il parato conservato nella chiesa della B. V. delle Grazie di Udine (M. Villotta (a cura di), I paramenti sacri tra storia e tutela, Tavagnacco 1996, pp. 76-77, scheda n. 16 di M. B. Bertone), il raso liseré broccato dei laterali di una pianeta conservata nel Museo Diocesano Tridentino (D. Devoti, D. Digilio, D. Primerano (a cura di), Vesti liturgiche e frammenti tessili nella raccolta del Museo Diocesano Tridentino, Trento 1999, p. 149, scheda n. 96 di D. Digilio) e la pianeta del seminario arcivescovile di Montarioso (M. Ciatti (a cura di), "Drappi, velluti, taffettà et altre cose". Antichi tessuti a Siena e nel suo territorio, catalogo della mostra, Siena 1994, p. 198, scheda n. 126 di G. Palei).; In assenza di documenti, il tessuto può essere ascritto ad una manifattura italiana o lionese
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100198921-1.1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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