Altare alla romana. La mensa è rettilinea con piano in finto marmo. Nella parte inferiore sono due volute sui lati e una decorazione a voluta. La gradinatura è doppia con andamento curvilineo: il gradino inferiore ha una terminazione laterale mistilinea, il gradino superiore ha una terminazione laterale con volute a ricciolo e cherubo. I gradini sono decorati con cartigli sfrangiati e figurati. Al centro è il tabernacolo con due colonnine ai lati, con decoro di un nastro avvolgente nella parte inferiore, capitello corinzio, architrave mistilineo. La portina del tabernacolo ha una cornice mistilinea e un motivo a volute e al di sopra due cherubi

  • OGGETTO altare maggiore
  • AMBITO CULTURALE Bottega Novarese
  • ATTRIBUZIONI Orgiazzi Antonio Il Vecchio (attribuito): disegnatore
    Ravetta Angelo (notizie 1896): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE ORTA SAN GIULIO (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il prezioso arredo è citato per la prima volta negli inventari della chiesa di secondo 700, a sostituzione del precedente altare ligneo ancora ricordato nell'inventario del 1698. La sua esecuzione intorno alla metà del XVIII secolo è comprovata dall'analisi stilistica, nello sfoggio di un repertorio in linea con il gusto rococò dell'epoca, che nel territorio novarese aveva avuto un importante esponente nella figura del valsesiano Antonio Orgiazzi. L'opera è un pezzo alquanto raro nel genere nella zona, poichè gli altari maggiori, che in tale contesto cronologico andavano a sostituire le preesistenti strutture lignee, erano solitamente marmorei. Non conosciamo le ragioni della scelta alternativa del legno per la realizzazione dell'arredo, non essendo note le circostanze della commissione nè quelle della sua esecuzione. Tuttavia è indubbio che la nuova attuazione dell'altare ha da collocarsi nell'ambito del rinnovamento della chiesa che vide come protagonista la decorazione con la partecipazione di Luca Rossetti e Antonio Orgiazzi. E'probabile che lo stesso Orgiazzi fornisse il disegno dell'altare e ne realizzasse personalmente la decorazione, per lo meno rispetto alle scene figurate. A lui si sarebbe poi accompagnata la presenza di un intagliatore, per attuare le parti strettamente relative all'intaglio, un intagliatore forse ancora valsesiano e appaltato dallo stesso Orgiazzi. Al di là del problema non ancora risolto dell'artefice dell'altare, è anche da considerare l'iconografia delle cartelle finemente dipinte a monocromo rosso-bruno. Sono infatti raffigurate alcune scene bibliche, insolite nelle figurazioni dell'altare maggiore, seppure riferibili al sacrificio eucaristico, forse esplicitamente suggerite dagli stessi committenti. L'altare, come comprova la scritta a retro, fu restaurato nel 1896 da maestranze ortesi e novaresi. In tale occasione furono dipinte a finto marmo la struttura posteriore e i ripiani della mensa
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100198499-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2001
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sul retro - RISTAURATO L'ANNO 1896./ RAVETTA G.ZIO DORATORE/ SUOI LAVORANTI/ SARA ANACLETO.BARATTI L.GI/RAVETTA ANGELO FECE I/FINTI MARMI/DA NOVARA/RICCA FRAN.SCO FALEGNAME RIPARO'/DA ORTA - a penna - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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