ostensorio a raggiera,

Ostensorio a raggiera. Piede a contorno mistilineo, con volute e cherubini, ornato da nodi Savoia, elementi fitomorfi a sbalzo, ghirlande con grappoli d'uva e foglie di vite. Sulle volute sono due placchette ovali, una con il monogramma di Maria giovanna Battista sormontato da corona reale, l'altra con grand'arme Savoia sovrastato da corona reale. Il fusto ha un nodo formato da tre volute decorate da elementi fitomorgi e sormontate da teste di cherubini, negli spazi tra di esse si inseriscono rami che terminano con un fiore a cinque petali e corolla di ametista. Superiormente un elemento circolare a baccellature sostiene una corona reale le cui volute sono incastonate da rubini a goccia, montati a giorno e terminano ai vertici con smeraldi dalla medesima montatura. Sulla corona si imposta la raggiera, formata da raggi in lamina d'argento dorato e da altri in argento dorato completamente ricoperti di pietre preziose. Superiormente è una croce apicale dalle stesse caratteristiche della raggiera

  • OGGETTO ostensorio a raggiera
  • MATERIA E TECNICA gemma
    ARGENTO
    argento/ doratura
    argento/ fusione a cera persa
  • ATTRIBUZIONI Sacchetti Maurizio (notizie 1698-1730): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Banca Sella
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera fu citata nel Libro dei Doni per l'anno 1700, alla data 10 ottobre: "A dì suddetto è venuta al S.cro Monte M. R. Maria Gioanna Batta, nostra sovrana e ha portato un ostensorio d'Arg.to dorato tutto coperto di gioie (...)" (ASO, Registro dei doni ex voto II). Nei successivi inventari del 1739, del 1757 e del 1760 viene segnalato nella Sacrestia verso mezzo giorno e conservato in una custodia d'argento dorata internamente: "Più si è riconosciuto l'ostensorio d'argento dorato co' suoi raggi tutti ornati di gemme preciose, cioè diamanti, rubini, smeraldi, topazijm barilli, giacinti, zaffiri (...). Cioè diamanti n. 423, Rubbini 247, Smeraldi 33, Amaniti 1, Topazij 13, Barilli 3, Giacinti 31, Zaffiri 1, tratutti sono in numero di 772. Sorregge detti raggi una corona pur ingemmata, con al dietro altri raggi dorati; sotto detta corona vi sono tre teste di Cherubini, tramezzati da tre fiori con una gemma cad.o. Discendono da dette teste romanetti a fogliami, sostenuti da un piede nobilmente lavorato a fiorami, tra quali vi restano intrecciate sei altre teste di cherubini con insegne reali al di sotto di detto piede si lege Maria Giovanna Battista Duchessa di Savoia Regina di Cipro, la quale donò con Reggia pietà a questo Santuario l'anno 1700 (...)" nel corso della seconda metà del XVIII secolo l'opera fu trasportata nella Sacrestia Superiore o Camera dei Paramentim come si rileva dall'inventario del 1826 che descrive in una scansia: "un raggio d'argento dorato ornato di gemme (...) quali gemme ornano il cerchio ed i raggi anteriori dietro ai quali vi sono altri raggi in argento dorato (...)" (ASO, Inventario generale del Santuario di N. S. di Oropa 23-11-1826). Stessa collocazione è quella registrata dall'inventario del 1832 e così sino al 1911, quando l'allestimento della nuova sala espositiva del Tesoro al piano terreno, nel camerone di Sant'Emiliano, comportò lo spostamento della collezione. Nel 1913 era esposto nella vetrina 2 (PASCHETTO F., Santuario di Oropa, Guida all'Esposizione del Tesoro, 1913, p. 2). L'inventario "Degli oggetti in oreficeria ed in pietre preziose esistenti nel Tesoro del Santuario di Oropa ad Oropa" a data 1931 registra la collocazione dell'ostensorio nella medesima vetrina (ASO, Archivio corrente, fascicolo Copie e Lettere). Nel 1951 un nuovo inventario dal titolo "Verbale di inventario di attestazione" datato 29 settembre 1951 indica tra gli oggetti "di carattere sacre e più voluminosi che vengono lasciati in consegna al Canonico Rettore" l'ostensorio di Maria Giovanna Battista (ASO, Ibidem); mentre la guida del 1958 lo indica nella vetrina 6. Per questa guida, l'ostensorio sarebbe stato donato al Santuario come ringraziamento per la nascita di Vittorio Amedeo Filippo, figlio di Vittorio Amedeo II (Guida per la visita del Tesoro in "Eco del Santuario", 1958, p. 107). L'opera fu probabilmente portata alla Banca Sella dopo il 1972 per ragioni di sicurezza. L'oggetto fu esposto alla mostra del Barocco Piemontese del 1963 (A. BARGONI, Argenti, in V. VIALE (a cura di), Mostra del Barocco Piemontese, 1963, p. 27, tav. 53) e nel marzo del 1996 alla mostra "Gli ori di Oropa, riscoperta per il restauro", Biella. Opera di Maurizio Sacchetto (notizie dal 1698 al 1733), allievo del Boucheron, orefice di corte e pittore, il quale a Torino eseguì per la reale cappella della S.S. Sindone cinque lampadari d'argento (A. BARGONI, Maestr orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, 1976, p. 225, tav.1) documenta la produzione artistica torinese legata alla corte sabauda. Si veda anche BESSONE A. S., I doni dei Sovrani di Savoia ad Oropa (1640-1852). Documenti inediti in Studi e ricerche sul Biellese, Bollettino DOC.BI, 1992, pp. 37-55
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100137660
  • NUMERO D'INVENTARIO 89
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI sotto il piede lungo il bordo - MARIA GIOVANNA BATTISTA DI SAVOIA DUCHESSA DI SAVOIA REGINA DI CIPRO 1700 - a incisione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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