tiara, opera isolata di Bertolero (sec. XVIII)

tiara

Tiara a due ordini: la fascia di base ha i bordi inferiore e superiore a doppia modanature ed è decorata da dodici placchette in lastra d'argento lavorate a traforo e smaltate in bianco, rosso, verde e nero, a motivi alternati: una cartella a C convergenti e una a volute. Su queste placchette sono impernate altrettanti medaglioni in argento lavorati a trafoo decorati con diamanti su castoni a notte. Sul bordo superiore della fascia sono poste a incastro una serie di gioielli e decorazioni. Frontalmente una croce in argento e oro con quattro smeraldi legati in argento, la croce insiste su un motivo decorativo a volute vegetali, in oro, a smalto bianco, rosso e verde; sulla sommità è una piccola stella a otto punte in lamina d'oro.A destra uno smeraldo di taglio rettandolare, legato in oro giallo, incorniciato in argento a motivi vegetali con diamanti (rose), legate a notte; il tutto insiste su di una struttura come quella posta frontalmente e sormontata da stella. Seguono una croce di Malta in argento con rose legate a notte su struttura in oro smaltata in verde che insiste su medesima struttura ed è sormontata da stella; smeraldo quadrato, montato in oro giallo, incorniciato in argento a motivi vegetali con diamanti legati a notte su medesima struttura e sormontato da stella in %

  • OGGETTO tiara
  • MATERIA E TECNICA gemma
    oro bianco
    ORO
    PIETRA DURA
    SMALTO
  • ATTRIBUZIONI Bertolero (notizie 1720): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Banca Sella
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tiara fu fatta eseguire dall'Amministrazione del Santuario per la seconda centenaria incoronazione del 1720. Gli Ordinati di quell'anno riportano la descrizione minuziosa delle pietre e dei gioielli prelevati dalle casse del Santuario per la confezione dell'opera. Infatti gli amministratori deliberarono di utilizzare le gioie che giacevano "raccolte e suggellate in 12 scatole nel Tesoro del Santuario" (Ordinati del 23 aprile 1720) e se necessario di servirsi anche di quelle che ornavano la statua della Vergine e del Bambino. L'opera fu affidata al gioielliere di sua maestà Bertolero, il quale si recò al Santuario nel maggio dello stesso anno e presentò il progetto della corona, al quale si suppone possa avere contribuito anche l'architetto Filippo Juvarra (M. TROMPETTO, Le corone della Madonna di Oropa, in "Eco del Santuario", 1972, p. 7; D. LEBOLE, I monili della statua in Gli Ori di Oropa, riscoperta dopo il restauro, 1996, p.13). A tal riguardo occorre sottolineare con il Trompetto, che il Juvarra realizzò per il 1722 i disegni della nuova icona della Madonna (cfr. anche P. ASTRUA, Censimento e restauro del tesoro. Prime considerazioni da un progetto in corso in Gli ori di Oropa, riscoperta dopo il restauro, 1996, p. 24) eseguiti dallo stesso orefice Bertolero, ma non è certo che abbia eseguito anche i disegni delle due corone del 1720, benchè l'esecuzione da parte dello stesso orefice renda facilmente ipotizzabile una loro collaborazione. Al Bertolero furono forniti l'oro e le gemme necessarie da parte del santuario, previo un accurato esame e inventario di tutte le gioie esistenti. Furono consegnate al gioielliere "65 anelli d'oro fregiati di diamanti, di smeraldi ed altre pietre, 16 croci di oro adome di zaffiri e rubini, 12 rose di perle, vari orecchini e spontoni preziosi. Di più venne tolto dal S. Simulacro della Vergine il diadema di tre corone e dal Bambino Gesù la corona impreziosita di gioie, una croce d'argento dorato con cinquantasette diamanti, due altre con diamantini, varie borchie d'oro con perle, quattro ricchissimi anelli e tre gioielli con vani smeraldi e diamantini ( ... )" (Ordinati del 4 -15 maggio 1720). Quindi la tiara fu confezionata dal Bertolero anche con le due corone del 1620, poste sopra a quella lignea e a lavoro ultimato gli ordinati del 24 luglio 1720 ne descrivono minuziosamente tutte le parti ed ogni suo componente: "e procedendo alla numerazione di tutte le gioie con le loro qualità di cui detta Corona resta a luogo a luogo ornata col confronto eziandio delprecedente inventaro si è riconosciuto numerarsi in deta Corona diamanti grossi intagliati numero tre; diamanti grossi n. ventisei, diamanti mediocri numero trecento venti cinque, dichiarando però che n. sessanta sono parte mediocri e parte piccoli; diamanti piccoli n. ventisei; diamantini n. quattro, smeraldi grossi n. cinque, smeraldi parte mediocri e parte piccoli n. trentanove, zefiri n. tre, rubini grossi n. uno; rubini tra mediocri e piccoli n. trentuno, perle grosse n. diecisette, perle medicri n. cento ventidue; oltre otto giri e quattro festoni di perle piccole e un giro di perle di ordinaria grossezza che cinge il globo di detta corona. E tutte dette gioie incastrate parte in oro parte in argento ed alcune in smalto bianco e verde. Ritrovandosi detta Corona in tutte le sue parti intatta ed illesa.". Occorre ancora dire che il globo citato si riferisce a quello che era posto sulla sommità della corona stessa, su cui poi si ergeva una croce in oro. (M. TROMPETTO, 1972, p. 8). Sull'orefice non si sono riscontrate notizie, se non quelle che si riferiscono ai suoi interventi per Oropa (M. TROMPETTO, Storia del Santuario d'Oropa, 1983, p. 143). I documenti dell'archivio del Santuario lo indicano sempre come "Orefice di Sua Maestà) (Ordinati, cit.), ma i repertori piemontesi consultati non ne citano mai il nome, così anche in un primo riscontro effettuato all'Archivio di Stato di Torino dove all'art. 217 non è sinora comparso il suo nome. La corona rimase sul capo della Madonna sino all'Incoronazione del 1920. Infatti nell'Incoronazione del 1820, furono aggiunte al capo della statua altre corone, ma non si spostò quella del Bertolero. Di questa ne fece una descrizione nel 1910 l'orefice del santuario Ottavio Cucco (O. CUCCO, in Eco del Santuario, 1910, p. 199), il quale probabilmente "pulì" anche l'oggetto, come risulterebbe da un'iscrizione graffita all'interno del cerchio superiore. Nel 1920 l'Amministrazione del Santuario decise di sostituire questa corona con una nuova e la ripose nel Tesoro del Santuario nella vetrina n. 9 (Inventario 1931). Nel 1951 il "Verbale di Inventario di attestazione", include tra gli oggetti preziosi "che vengono depositati in una cassetta di sicurezza alla Cassa di Risparmio di Biella la tiara a due ordini di corone con croce in ametiste, pietre preziose e smalti già sul capo della Madonna fino al 1920" (ASO, Verbale). Da allora l'oggetto è custodito in questo istituto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100137665
  • NUMERO D'INVENTARIO 1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI nella parte interna del cerchio superiore - Ottavio Cucco 1910 Biella/ Cucco Leonzio 1910 - corsivo - a sgraffio -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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