PARAMENTO LITURGICO, insieme - ambito italiano (secondo quarto sec. XX)

PARAMENTO LITURGICO, 1925 - 1949

Il parato, formato da due pianete, due borse, due veli e due stole, è confezionata con damasco (sintetico) nero, decorato con una rete a maglie chiuse fomata da carnose foglie arricciate; in ogni maglia è posto, con andamento a scacchiera, un trionfo vegetale creato da una grande infiorescenza a ventaglio posto dietro ad un fiorellino stilizzato; i punti di tangenza delle maglie sono sottolineate da una palmetta stilizzata. Le pianete, il velo e la borsa sono decorati con un nastro in raso nero, decorato con croci intervallate da una cornice a rombi; il disegno è ottenuto con trame supplementari broccate fucsia e in oro filato. I pezzi sono foderati in diagonale di cotone nero

  • OGGETTO PARAMENTO LITURGICO
  • MATERIA E TECNICA altri
    cotone/ diagonale
    seta/ broccato
    seta/ damasco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italiano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
  • INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il damasco illustra il perdurare, soprattutto in ambito ecclesiastico, di alcuni motivi ornamentale che vengono ripetuti, prive di varianti stilistiche per secoli ( si rimanda a C. BUSS, Un prezioso tessuto settecentesco di fattura lionese, in "Rassegna di studi e di notizie", 1983, Vol. XI, pp. 91-96). Fra le tipologie ornamentali maggiormente richieste si devono citare i disegni "a rete": la struttura compositiva ben si adattava alla foggia degli abiti liturgici ed esprimevano quella ricchezza e sontuosità richiesta dalla Chiesa (P. MARABELLI, La fortuna della tipologia disegnativa "a rete", in T. BOCCHERINI, P. MARABELLI, "Sopra ogni sorte di drapperia...". Tipologie decorative e tecniche tessili nella produzione fiorentina del Cinquecento e Seicento, catalogo della mostra, Firenze 1993, pp. 29-36). Il disegno del tessuto è di origine tardo seicentesca (si veda, ad esempio , D. DAVANZO POLI, La Collezione Cini dei Musei Civici Veneziani. Tessuti antichi, in "Bollettino dei Civici Musei Veneziani d'Arte e Storia, 1989, vol. XXXIII, n 1-4, pp. 85-87, schede nn. 67-69) ed ebbe un notevole successo per tutto il Sette e l'Ottocento, come illustranono i numerosi esempio ( L. SEELIG, Kirchliche Schatze aus bayerischen Schlossern. Liturgische Gewander und Gerate des 16.-19 Jahrhunderts, catalogo della mostra di Monaco, Berlino 1984; pp. 228-231, scheda n. 153;D. DEVOTI, G. ROMANO (a cura di), Tessuti antichi nelle chiese di Arona, catalogo della mostra, Torino 1981, pp. 220-223, scheda n. 30 di I. Silvestri; A. F. FIORI, I paramenti della Basilica: note storiche e tecniche, in San Giulio e la sua Isola, Novara 2000, p. 232; A. M. COLOMBO (a cura di), Le "ancone adorate" dell'alta Valstrona. La raccolta di arte sacra di Forno e Campiello, Novara 1997, p. 130, scheda n. 41 di E. Salzotti; R. ORSI LANDINI, I paramenti sacri della Cappella Palatina di Palazzo Pitti, Firenze 1988, pp. 151-152, schede nn. 85-86; (G. SCARAMELLINI (a cura di), I tesori degli emigranti. I dono degli emigranti della provincia di Sondrio alle chiese di origine nei secoli XVI-XIX, catalogo della mostra di Sondrio, Cinisello Balsamo 2002, p. 281, scheda n. 114 di G. Scaramellini; D. DEVOTI, M. CUOGHI COSTANTINI (a cura di), Musei Civici di Modena. La collezione Gandini. Tessuti dal XVII al XIX secolo, Modena 1993, p. 241, scheda n. 497 di D. Digilio; L. FORNARI SCHIANCHI (a cura di), Le trame della storia fra ricerca e restauro. Risultati di un censimento nel Comune di Borgotaro, Parma 2000, pp. 163, 245; P. GIOS e A. M. SPIAZZI (a cura di), Il Seminario di Gregorio Barbarigo. Trecento anni di arte, cultura e fede, Noventa Padavana 1997, pp. 268-269, scheda n. 95457; p. 281, scheda n. 95563; pp. 270-271, scheda n.95475; pp. 268-269, n. 95457; p. 281, n. 95563; pp. 270-271, n.95475; D. DEVOTI, D. DIGILIO e D. PRIMERANO (a cura di), Vesti liturgiche e frammenti tessili nella raccolta del Museo Diocesano Tridentino, Trento 1999, pp. 187-188, scheda n. 145 di D. Digilio). Ancora agli inizi del nostro secolo è presente nel catalogo di arredi sacri della ditta bertarelli (Catalogo generale della ditta Fratelli Bertarelli, n. 106, Milano s.d., pp. 475, 481, nn. 38 e 40). Per la datazione, appare di fondamentale importanza La diffusione di tale tipologia ornamentale e l'assenza di precisi riferimenti documentari non permettono una precisa collocazione cronologica appare fondamentale la presenza di filati sintetici, il cui impiego si diffonde dai primi decenni del Novecento (si veda A. COLLI, Fibre chimiche, in C. M. BELFANTI, F. GIUSBERTI (a cura di), Storia d'Italia. Annali 19. La moda, Torino 2003, pp. 483-522), unitamente al gusto per ornati fortemente stilizzati e geometrizzati, di gusto novecentesco, e la forma delle insegne liturgiche, identiche a testimonianze datate nella prima metà del secolo (M. P. PETTINAU VESCINA, Paramenti sacri delle chiese di Brindisi, Brindisi 1990, pp. 162-163, scheda n. 37; Schätze des Glaubens. Kostbarkeiten aus dem Besitz der thurgauischen Kirchgemeinden, catalogo della mostra di Frauenfeld, Frauenfeld-Stuttgart-Vienna 1999, pp. 524-525, figg. 771-772) ci spingono a datare il pezzo intorno alla metà del XX secolo. In assenza di precise testimonianze documentarie, si ascrive il pezzo ad ambito italiano.||
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100105302-0
  • NUMERO D'INVENTARIO 2185 - 2186
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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