CRISTO CROCIFISSO
Piede a sezione triangolare, bombato nella parte inferiore, poggiante su tre elementi a voluta. Nella strozzatura, in corrispondenza della parte superiore, collarino liscio; due gradini in prossimità del punto di innesto del fusto. Esso presenta due nodi nella parte inferiore: il primo, piriforme, percorso da fasci di nervature, ed il secondo, schiacciato, con ornato analogo che si ripete anche nella parte superiore del fusto, a balaustro. Su esso si innesta una croce latina, con le quattro terminazioni trilobate, liscia. Il Cristo, nella parte superiore del corpo ed il cartiglio, mistilineo, sono applicati a mezzo di viti. La fattura del volto, aureolato, e del corpo sono sommari. Un chiodo in corrispondenza di ciascun palmo delle mani, piedi sovrapposti, capo rivolto verso l'alto, a sinistra; perizoma annodato su un lato
- OGGETTO CROCE D'ALTARE
- AMBITO CULTURALE Produzione Italiana
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
- INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo quanto attestato in una bolletta di carico, proveniente da Roma e datata 3 gennaio 1882, la croce, unitamente ad un esemplare analogo e a tre serie di candelieri, venne inviata dalla capitale espressamente per essere collocata nella Cappella della SS. Sindone. Il costo totale della spedizione fu di L. 216. Il numero di inventario 330 D.C. non trova riscontro né negli inventari patrimoniali relativi alla Cappella della SS. Sindone, né in quelli riguardanti l'arredo del Palazzo Reale di Torino. Una tipologia assai simile, per quanto concerne il piede e il fusto, si può riscontrare in una coppia di candelieri in bronzo fuso e tornito, datati genericamente al XIX secolo, comparsi in un'asta di Finarte Semenzato a Roma nel 2003, Asta Finarte Semenzato. Antichi Arredi, catalogo d'Asta (Roma, 19-23 marzo 2003), Roma, 2003, n. 256. Modello di riferimento per tali soluzioni appaiono essere candelieri di produzione italiana, datati agli ultimi decenni del XVI secolo, seppure ripresi con una certa stilizzazione, sia per i sostegni con zampe ferine, che per l'andamento del fusto, nonché il materiale impiegato. Si veda, a titolo di esempio, una muta di sei candelieri datata tra il 1576 e il 1589, conservata presso il Museo Diocesano di Sassari, acquistata a Roma dal vescovo Andrea Baccallar (1578-1604) poco prima del 1593, cfr. M. Porcu Gaias, Il Museo Diocesano di Sassari ori, argenti, paramenti, Nuoro, 2002, p. 58, n. 11. Oppure una serie analoga, anche per la datazione, utilizzata sull'altar maggiore della chiesa di S. Cristoforo a Siena, cfr. A. Riedl-M. Seidel, Die Kirchen von Siena, München, 1992, vol. 2.2, fig. 406
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087879
- NUMERO D'INVENTARIO 294
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1993
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2016
- ISCRIZIONI interno piede/ su etichetta rettangolare adesiva - 2396 - a impressione/ rosso - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0