calice, opera isolata di Balbino Carlo Agostino (secondo quarto sec. XIX)

calice, 1830 - 1839

Piede circolare rialzato; collo rialzato con medaglioni circolari alternati a testine di cherubino. Nodo a vasetto con volute e foglie cadenti; raccordi a rocchetto. Sottocoppa decorato da medaglioni alternati a decorazioni vegetali ed emblemi eucaristici. Coppa con orlo svasato

  • OGGETTO calice
  • MATERIA E TECNICA argento/ cesellatura/ fusione/ sbalzo
  • ATTRIBUZIONI Balbino Carlo Agostino (1777/ 1858-1867)
  • LOCALIZZAZIONE Andezeno (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il punzone e l'iscrizione permettono di ascrivere il bellissimo calice alla bottega di C. Balbino, figlio di Giuseppe, orafo torinese di cui si hanno notizie dal 1788 al 1789. Deposita il punzone nel 1824 (A. Bargoni, Mastri Orafi e Argentieri in Piemonte, Torino 1976, pp. 45, 263). La testa d'Italia coronata corrisponde ad un punzone messo in uso con la regolamentazione del 1872 emanata con la "legge sulla fabbricazione ed il commercio degli oggetti d'oro e d'argento". Gli uffici di saggio operavano solo a richiesta degli interessati imprimendo il marchio governativo nei tre titoli ufficiali per l'argento 950, 900, 800 (Ibidem, p.17). Quella accompagnata dal numero indica la lega d'argento usata: 800/1000. La datazione dei punzoni è evidentemente in contrasto per il chiaro scarto cronologico. Le datazioni presenti all'interno della custodia (1832-1838-1844) propongono quest'ultima data come quella di esecuzione della pisside (sic). L'oggetto, dalla ricchissima decorazione dispiegantesi con traboccante profusione, ben diversamente dal rigore formare della produzione di inizio secolo, uscita dalla stessa bottega, ma tipica del gusto eclettico del periodo albertino, rappresenta altresì un'alternativa alla contemporanea elaborazione palagiana. L'assoluta qualità esecutiva dell'aterlier, fornitore della Real Casa, fa dell'oggetto una delle opere di oreficeria più rappresentative del gusto di corte all'interno del patrimonio ottocentesco delle chiese locali. I modelli di riferimento paiono tuttavia essere più antichi di quelli di esecuzione i cui precedenti sono da ricercarsi nella produzione romana dei Valadier; si veda ad esempio il calice del duca di York prodotto nel 1800, di chiara matrice neobarocca. Tale gusto, diffuso intorno alla metà del secolo, si trova nel calice di Gabriele Sisimo, orafo napoletano che ottiene la patente di maestro nel 1830 (A. Carola Pezzotti, Tre secoli di argenti napoletani, catalogo della mostra, Napoli 1988, scheda 118, p. 75). Il calice si accompagna con la patena che presenta identici punzoni su cui è presente il monogramma IHS, indizio di una possibile provenienza dalla Confraternita dei disciplinati. L'occasione per un simile dono potrebbe essere stata la conclusione dei massicci restauri che interessarono l'Oratorio nel 1844
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100055797
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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