Ritratto di Stefano Antonio Morcelli seduto alla scrivania
dipinto,
1830 - 1839
Rottini Gabriele (1797/ 1858)
1797/ 1858
Stefano Antonio Morcelli è raffigurato seduto al tavolo mentre scrive una lettera; egli occupa la parte destra del quadro ed è girato verso sinistra ove si trova lo scrittoio su cui vi sono il calamaio ed alcuni libri; alle spalle del prevosto lo spazio è chiuso da un tendaggio, mentre a sinistra si vede in lontananza una chiesa.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
-
MATERIA E TECNICA
OLIO SU TELA
-
ATTRIBUZIONI
Rottini Gabriele (1797/ 1858)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi. Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli Pinacoteca Repossi
- LOCALIZZAZIONE Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
- INDIRIZZO Via Bernardino Varisco, 9, Chiari (BS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ritratto postumo del prevosto Stefano Antonio Morcelli venne fatto eseguire da uno dei canonici della Collegiata clarense, don Gaetano Calvi (che contrariamente a quanto sostenuto da Terraroli, non fu mai successore del Morcelli, così come questi non fu mai canonico, ma prevosto della Collegiata di Chiari), commissionando la tela al bresciano Gabriele Rottini che dovette avere ben presenti i tre ritratti del Morcelli eseguiti da Giuseppe Teosa durante gli anni della sua prepositura, in particolare quello oggi collocato nella sagrestia della parrocchiale che con questo condivide l'impostazione della figura assisa su un alto scranno accanto a uno scrittoio colta nell'atteggiamento di scrivere una lettera. Rispetto al ritratto morcelliano del Teosa, questo del Rottini privilegia, insieme alle tonalità algide e alla luce tagliente, un'ambientazione fastosa, affidata a particolari quali l'ampio tendaggio, il tappeto sullo scrittoio, il calamaio, la miniatura che il prevosto tiene nella sinistra e l'ampia veduta dello sfondo che raffigura la parrocchiale di Chiari che il Morcelli resse per trent'anni. Nella scheda dedicata al dipinto, Terraroli (1991, p. 47) mette a confronto il dipinto con due medaglioni dipinti dal Rottini, raffiguranti Agostino Gallo e Nicolò Tartaglia, "per il medesimo taglio di tre quarti, la tavolozza squillante e l'atmosfera algida che circonda il personaggio". Caratteri tutti che segnano una certa dipendenza di questa pittura dalla maniera di Pelagio Palagi.
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0