ELEFANTE

servizio per scrivere, ca 1850 - ca 1850

Coppia di elefanti coperti da gualdrappa e basto con apertura laterale riproducente una finestra carenata cui si sovrappone un baldacchino cosituito da un primo supporto di ovali allungati, una fascia di pannelli a rosoni e un coronamento a balaustrine e palmette assire. L'interno del baldacchino contiene la sede per l'inserimento di due vasetti in un esemplare e di due ampolline nell'altro. Corpo grigio-verde, zanne bianche, interno delle orecchie beige. Gualdrappa viola in un esemplare e blu nell'altro, entrambe decorate con fiorellini, rametti e bordo dorato. Basto viola scuro e bianco e violanel secondo esemplare

  • OGGETTO servizio per scrivere
  • MATERIA E TECNICA porcellana/ modellatura/ doratura/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Europea
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'inventario del 1880 dei Mobili di S.M. ci restituisce la collocazione di questi "2 Elefanti in porcellana, di color naturale portante sul dorso due recipienti, di cui uno ad uso di calamaio e l'altro con ampollini contenenti fosforo": nella "Camera da letto di S.M./ scaffale". Simbolo immediato del gusto per l'esotico, l'elefante fu particolarmente amato da Jacob Petit, che ne elaborò, seguìto dalla schiera dei suoi imitatori, diverse varianti decorative (V. BROSIO, Le veilleuses luci dell'Ottocento, Milano 1971, p. 18, fig. 13). I pezzi di Palazzo Reale possono essere direttamente confrontati con le veilleuses a forma di elefanti reggenti una teiera sul basto publiccati da V. BROSIO, cit., pp. 130-131, tavv. XLII-XLIII), senza indicazione della manifattura di origine. Lo studioso ritiene addirittura problematica una delimitazione di raggio europeo e non esclude un "paese più adusato al grosso pachiderma". Il suo atteggiamento non è soltanto - a fronte della gravissima mancanza di studi utili sull'argomento - filologicamente corretto, ma rispetta la realtà di una cultura in cui l'ambizione delle fatiche di riconoscersi in un carattere stilistico definito cede alla preoccupazione di assecondare l'andamento del mercato che si muove ormai, specie per questi oggetti di impegno "minore", sul terreno di una massiccia industrializzazione. Forse può essere di aiuto il collegamento dei calamai con pezzi di Dortu, senza dimenticare che lo stesso confronto può essere effettuato con un "calamajo alla moda francese, ma di produzione russa", datato 1860 da V. BROSIO, Dortu, Tinelli, Richard. Porcellane e maioliche italiane dell'Ottocento a Torino e Milano, Milano 1972, p. 59, tav. XVIII; ID., Porcellane e maioliche dell'Ottocento, Milano 1964, p. 128, fig. B)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100039516
  • NUMERO D'INVENTARIO 83
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI Sul corpo di un esemplare, su etichetta - R. Palazzo-Torino/ n° 83/ S.M - a stampa -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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