Cristo crocifisso tra San Pietro e San Paolo

dipinto,

Al centro della tela, provvista di una cornice dorata mistilinea a più modanature, campeggia la figura del Cristo crocifisso; questi, che tiene il capo abbandonato sulla spalla destra e porta sui capelli castani la tradizionale corona di spine, ha i fianchi avvolti da un perizoma giallo a lumeggiature chare e morbide pieghe. Alla sua destra in basso, si osserva un personaggio aureolato che impugna una lunga spada ed è pertanto identificabile con S. Paolo. Il santo, con il volto reso di semiprofilo provvisto di una folta barba brizzolata, porta sulla veste scura un ampio manto rosso a gonfi panneggi ed è rappresentato nell'atto di indicare con la destra sollevata la figura di Cristo. Ai piedi della croce, che poggia su un'alta base tronco-piramidale, è seduto un santo rappresentato in atteggiamento di preghiera, con barba e capelli grigi ed il volto, reso di profilo, solcato da profonde rughe; egli indossa una veste grigia ad ampie pieghe ed un grande manto giallo gli copre la spalla ed il braccio destri ricadendo poi sul seggio in ampi panneggi. Il santo è identificabile, grazie alla presenza delle chiavi poste ai suoi piedi, con S. Pietro. Continua al campo OSSERVAZIONI

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ doratura
    tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Cogrossi Carlo (1750 (?)/ 1788): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Ivrea (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tela di notevole interesse menzionata da Mons. Giuseppe Ottavio Pochettini il quale, visitando la Cappella dei SS. Pietro e Paolo in Cattedrale, osserva che sull'altare marmoreo "imminet elegans icona titulum altaris exprimens" (Visita Pastorale, 1789). Successivamente la cita il Vescovo Davide Ricciardi, affermando appunto che "in sacello divo Pietro dicato...extat imago D.N.J.C. Crucifixi" (Visita Pastorale). In epoca più recente non tralasciano di prendere in considerazione la tela Giacomo Boggio, attento studioso della Cattedrale che, sottolinenandone l'elevata qualità, lam attribuisce al pittore Carlo Cogrossi di Treviglio (G. Boggio, "Il Duomo d'Ivrea", Ivrea 1926) e Vittorio Mesturino, il quale concorda con l'attribuzione del Boggio (V. Mesturino, "Sancta Maria de Iporegia", Ivrea 1967). Nel presente quadro, dovuto ad una personalità artistica di indubbia levatura, la nota dominante è rappresentata dai contrasti chiaroscurali: nella penombra dell'interno, in cui si intravedono alcune paraste corinzie rese con rigorosa precisione (risulta purtroppo illeggibile la metà destra dello sfondo), si stagliano le figure vigorose ed imponenti dei due santi e del Crocifisso, assumendo un risalto quasi plastico. Sembra verosimile datare il quadro al penultimo decennio del secolo XVIII, poichè la Cappella e l'altare del Crocifisso, per i quali con tutta probabilità venne commissionato, furono appunto realizzati intorno al 1783 (Biblioteca diocesana). I documenti d'archivio non fanno purtroppo menzione dell'autore del presente dipinto, tuttavia l'attribuzione al Cogrossi proposta dal canonico Boggio sembra, al momento attuale, condivisibile. In tale senso va ricordato che il pittore lavorò ripetutamente ad Ivrea al servizio del vescovo Pochettini fin dal 1780, anno in cui datava la decorazione della cosiddetta "camera del vescovo"b nella casa parrocchiale (I. Vignono, "Passeggiata artistica in vescovado" in "Il Piffero", 1975). In cattedrale il pittore affrescava successivamente la Cappella di S. Savino, le pareti laterali del presbiterio e infine dipingeva in grisaille, nel 1787, i medaglioni degli stalli del coro. Il confronto fra il presente quadro e l'affresco firmato con il "Martirio di S. Savino" si rivela abbastanza significativo: risultano infatti avvicinabili, per tipologia e caratteri fisiognomici, le figure di S. Pietro e di S. Savino, mentre il S. Paolo può essere accostato al S. Agostino dipinto in chiaroscuro sulla parete destra della Cappella di S. Savino. Anche altri elementi, quali il modo di condurre i panneggi e il gusto per le finte architetture - si notino, nei basamenti di colonne e paraste, le illusive specchiature sagomate con borchie agli angoli che costituiscono un motivo ritornante nella decorazione del coro - fanno propendere per un'attribuzione al Cogrossi della tela in questione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100038026
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1985
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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