angioletto

rilievo, 1800 - 1849

L'angioletto ha le mani giunte in preghiera e lo sguardo rivolto verso l'alto. Ha capelli ondulati e ricciuti che scendono sulle spalle; porta un manto drappeggiato annodato su una spalla

  • OGGETTO rilievo
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Albertoni Giovanni (1806/ 1887)
  • LOCALIZZAZIONE Castello Ducale
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il piccolo bassorilievo in marmo bianco raffigurante un Angioletto, opera di Giovanni Albertoni, proviene dalle collezioni dei Duchi di Genova, come indica il "Catalogo di quadri ed oggetti d'arte esistenti nel R. Castello...", compilato nel 1855 dal pittore Francesco Sampietro, che lo registra nella "Sala della deposizione della croce", al numero 69, senza alcuna indicazione riguardo l'autore: <>. La "Ricognizione..." compiuta nel 1857 segnala la scultura nello stesso ambiente, ormai indicato come "Vestibolo della Galleria delle Arti N. XXXIII", al numero 279. Il riferimento all'Albertoni compare solo a partire dal 1908 quando l'opera descritta come <> è ricordata al numero 833 nella stessa sala, ora indicata come "Salotto di seguito alla Galleria del Teatro N. 23". Le successive inventariazioni compilate nel 1927 e nel 1964 lo registrano rispettivamente ai numeri 2861 e 279 (cfr. E. Gabrielli, Le decorazioni e gli arredi, in D. Biancolini, E. Gabrielli, a cura di, Il Castello di Agliè. Gli Appartamenti e le Collezioni, Torino 2001, pp. 48, 95).Lo scultore di Varallo Giovanni Albertoni (1806-1887) dopo aver studiato sotto la direzione di Giovanni Avondo nella scuola di disegno di Varallo, si stabilisce a Milano, dove studia all'Accademia di Brera e quindi a Torino dal 1830 al 1833 e poi a Roma dal 1833 al 1840 come pensionato del Collegio Caccia e della città di Novara, dove fu allievo di B. Thorvaldsen; era certamente conosciuto ed ammirato anche a Torino come conferma l'importante commissione di un "gruppo di famiglia" raffigurante "I principi reali Umberto, Amedeo e Clotilde che scherzano col cane", da parte della regina Maria Adelaide, la cui ammirazione per l'artista era probabilmente legata proprio alle sue capacità di gradevole ritrattista: gli commissionerà infatti anche il ritratto del sesto figlio, Carlo Alberto, duca del Chiablese, nato nel 1850 e morto in giovane età (cfr. C. Debiaggi, Dizionario degli artisti valsesiani dal secolo XIV al XX, Varallo 1968, pp. 3-4; E. Mongiat Babini, I pittori gli scultori i decoratori, in Il Nobile Collegio Caccia e la Formazione del Ceto Dirigente Novarese, Novara 1991, p. 197). I critici contemporanei colsero anche i caratteri peculiari al linguaggio dell'Albertoni, sottolineando la sua capacità di applicare sapientemente misura e regola degli esempi classici alla grazia leggiadra dei soggetti contemporanei, per creare effetti pittorici senza compromettere la fondamentale saldezza della forma. L'attenzione minuziosa, quasi da cesellatore, nella descrizione di particolari come l'abbigliamento può riferirsi in parte all'esperienza artigianale compiuta dall'Albertoni in età giovanile, lavorando per due anni in una fabbrica di bronzi dorati; non è comunque estranea all'artista piemontese l'esperienza delle opere di Thorvaldsen, presente a Roma in anni contemporanei al suo soggiorno in quella città, e dalle quali egli potrebbe aver desunto la cura nel modellare le superfici per ottenere preziosità di particolari e delicati trapassi luminosi (cfr. A. Stella, 1893, p. 154 nota n. 1; B. Cinelli, Giovanni Albertoni (1806-1887), in Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna/ 1773-1861, catalogo della mostra a cura di E. Castelnuovo, M. Rosci, Torino 1980, vol. II, p. 667, scheda n. 737). L'opera è stata sottoposta ad un intervento di pulitura ad opera della ditta Rosellini & Carli nel 1994
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100036259
  • NUMERO D'INVENTARIO 279
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Complesso Monumentale del Castello Ducale, Giardino e Parco d'Agliè
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI in basso, a destra - 279, su etichetta in plastica rossa corrispondente all'inventario Agliè 1964 (non rinvenuta) - corsivo - a impressione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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