altare maggiore, opera isolata di Pelagatta Diamante, Pelagatta Giacomo, Pelagatta Tommaso (metà sec. XVIII)

altare maggiore, 1755 - 1760

La parte centrale dell'altare, con la mensa, poggia su tre gradini sagomati, a venature rosse, mentre le ali poggiano sul pavimento. Inferiormente sono presenti rialzi decorati a riquadri, e di sopra specchiature di marmo rosso e bordi gialli, ricchi cartigli, volute, elementi vegetali in marmi grigi. La mensa, pur con cartiglio centrale e ricche volute, ha il piano superiore in marmo nero. L'alzata consta di due gradini con cornici a marmo rosso-violetto partiti da lesene con specchiature, tra le quali sono ricchi cartigli gialli; i due gradini sono ricoperti di ripiani in legno dorato. Al centro è il maestoso tabernacolo, in forma di tempietto, con sui due lati colonna affiancata a lesena reggenti trabeazione e ricco fastigio

  • OGGETTO altare maggiore
  • MATERIA E TECNICA marmo giallo/ scultura
    legno/ intaglio/ doratura
    marmo grigio/ scultura
    marmo rosso/ scultura
    marmo nero/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Pelagatta Diamante (notizie 1741-1760): esecutore
    Pelagatta Giacomo (notizie 1735-1771)
    Pelagatta Tommaso (notizie Sec. Xviii)
  • LOCALIZZAZIONE Asti (AT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE E' opera di splendida ricchezza e armonia sia nella struttura e nelle scelte decorative, sia negli accostamenti cromatici e coloristici. La sua esecuzione spetta ai fratelli marmoristi Diamante, Giacomo e Tommaso Pellagatta, che per esso ricevettero in tutto Lire 3.400 all'epoca del totale rinnovamento della chiesa (1755-1760). Si tratta di un'importante famiglia di marmoristi proveniente da Viggiù (cfr. A. Barbero-G. Mazza, "Per una famiglia di marmorari lombardi a Casale: i Pellagatta", in "Studi Piemontesi", 1979, vol. VIII, fasc. I) e sulla cui rilevantissima importanza non è stata ancora prodotta una consona documentazione. Risultano attivi a Ticineto, Frassineto (con esemplari di minor impegno), altri componenti la famiglia ampiamente in Casale. Il Mallè (cfr. L. Mallè, "Le arti figurative in Piemonte", Torino 1974) individua un Cesare Pelagatta attivo in S. Ulderico di Ivrea (1776) e al duomo di Vercelli. Il Canavese resta forse in ogni caso la zona migliore per estendere confronti, come regione tipica di attività di marmorari. Pertinente un accostamento all'altare maggiore della parrocchiale di Piverone (1767-71) di un Oggero di Viggiù, o a quelli, più piccoli, di Caravino e specie Salassa (cfr. A. Cavallari Murat, "Tra terra d'Ivrea, Orco e Po", Ist. Banc. S. Paolo, Torino 1974). Di fronte a questa linea ricchissima, in cui sembrano divenire tutt'uno struttura decorazione, più moderati paiono al confronto anche gli altari vittoniani (cfr. parrocchiali di Montanaro, Rivarolo), che pure discendono e che pure si sono giovati delle esperienze benrniniane e borrominiane: la struttura vi è più lineare, le specchiature lisce, senza cartigli. Negli altari degli artisti della zona dei laghi lombardi la ricchezza del decoro e dei cartigli si riallaccia anche all'uso delle beleustre di più libera decorazione di fronte a quelle romane, passate in Piemonte, dalla struttura a pilastrini. Nella chiesa astigiana l'altare dei Pellagatta si situa all'acme del rinnovamento rococò, allineandosi alle opere più sorprendenti di quegli anni '60 del Settecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034611-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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