ritratto di Ferdinando Borsalini
Il benefattore è raffigurato quasi al centro della tela, a figura intera, seduto su una sedia di colore bruno, con il braccio destro appoggiato su di un tavolo il cui piano è coperto da un panno di colore verde e su cui sono disposti diversi oggetti: un giornale, alcuni libri con copertine di colore rosso, arancio, grigio, un calamaio di colore nero con due penne bianche. Il personaggio, che indossa un abito di colore grigio antracite molto scuro, camicia bianca e calzature nere, è raffigurato in un interno. La stanza presenta le pareti di colore grigio, il pavimento coperto da un tappeto a fiori di colore giallo-ocra, rosso, blu, verde oliva; a sinistra, in primo piano, una pianta con foglie di colore verde molto scuro; a destra, un supporto di colore bruno marrone si cui è appoggiato un vaso di colore grigio metallo; sulla parete di fondo, un piccolo quadro raffigurante un ritratto. In alto a sinistra, in un riquadro di colore grigio chiaro, compare una scritta in nero identificante il personaggio e l'entità della donazione
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
legno, intaglio
tela/ pittura a olio
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MISURE
Altezza: 200
Larghezza: 124
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ATTRIBUZIONI
Castellani Federico (notizie 1848-1889): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Ospedale dei SS. Antonio e Biagio
- INDIRIZZO via Venezia, 16, Alessandria (AL)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ritratto, eseguito dallo Stabilimento Fotografico Castellani di Alessandria, è un dipinto ad olio, probabilmente realizzato per mezzo dell'ingrandimento di una forografia, tecnica in cui il Castellani si era specializzato. Si legge infatti in un foglio pubblicitario, con il listino dei prezzi (Archivio dell'Ospedale Civile di Alessandria). Il quadro, molto simile al ritratto di Antonio Valsecchi, firmato Castellani, è stato diupinto dopo il 20 aprile 1887, data dell'apertura del testamento di Ferdinando Borsalini, che era stato consegnato il 17 aprile 1884 al notaio Agostino Lanzavecchia (Archivio dell'Ospedale). A tale data era comunque già stata accettat da parte della Congregazione di Carità, con delibera del 18 dicembre 1886, l'offerta di F. Castellani, propostosi con una lettera del 17 dicembre 1886 (Archivio dell'Ospedale) quale ritrattista dei benefattori dell'Ospedale in sostituzione del pittore Francesco Mensi (1800-1888), ormai in età avanzatissima. Il ritratto testimonia infatti, nell'impostazione, una particolare attenzione ai ritratti del Mensi già presenti in Ospedale, in anni in cui, va ricordato, è consolidata la reciprocità di influenze tra produzione pittorica e fotografica, si pensi ad esempio alla collaborazione tra Castellani ed i pittori Giuseppe e Carlo Costa, attivi aVercelli intorno alla metà degli anni Settanta. L'attività dei Castellani, come fotografi di vedute e come ritrattisti, aveva ormai raggiunto nell'ultimo ventennio del secolo una notevole fama. Federico Castellani (S. Giorgio Lomellina, Pavia, 1848/ Alessandria 1890), coadiuvato dal padre Luigi Castellani (Galliavola, Pavia, 1822/ Alessandria 1890), aprì uno stabilimento nel 1867 ad Alessandria, in via del Corso n° 5, trasferitosi poi in via Piacenza, Casa Pedemontana. Egli svolse la sua attività, dopo il 1870, anche a Vercelli, in via del Duomo n°1, e a Nizza (C. Cassio, "Apparato Documentario", in "Fotografi del Piemonte, 1852-1889", catalogo della mostra, Torino 1977; P. Becchetti, ""Fotografi e fotografie in Italia, 1839-1880", Roma 1978; C. Cassio (a cura di), "Fotografi ritrattisti nel Piemonte dell'Ottocento", Aosta 1980. Nel 1889, dopo la morte di Federico Castellani, la vedova Teresa Casalone rilevò la ditta e con lettera del 30 luglio 1889, chiese all'Ospedale che "fosse mantenuta in suo favore la convenzione intesa con il defunto marito per l'esecuzione dei ritratti dei pii benefattori". La Congregazione di Carità accettò tale domanda come testimoniano una lettera del 30 luglio 1889 e gli altri ritratti firmati Castellani presenti in Ospedale e posteriori a tale data. Il dipinto venne collocato nella galleria dei quadri-ricordo dei benefattori, istituita nel 1933 (Agapiti, "L'Ospedale Civile di Alessandria", in "Alexandria", II, 1934, fasc. 4), è infatti riconoscibile in una foto delle sale dell'allestimento conservata in archivio. Non si sa dove si trovasse prima di questa data nè quando passò alla collocazione attuale, poichè non furono registrati i molteplici spostamenti dei quadri avvenuti, all'interno dell'edificio ospedaliero, per esigenze di arredo di ufficio, corridoio, sale. Il dipinto compare in un inventario del 1960 (Archivio Ospedale) con il n° 14 e con la scritta "quadro grande ad olio, 1887, Colombani", anzichè Castellani
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034246
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- ISCRIZIONI in alto, a sinistra - 1887/ BORSALINI CAV.RE FERDINANDO/ BENEFICO IN VITA GENEROSO IN MORTE/ CHIAMA A PARTE DELLE SUE BENEFICENZE/ L'ORFANOTROFIO DI S.TA MARTA/ COL LEGATO DI LIRE 100 DI RENDITA/ ED I POVERI INCURABILI/ AUMENTANDO DI DUE LETTI IL PIO ISTITUTO - corsivo - a pennello -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0