decorazione plastico-architettonica, insieme - ambito piemontese (sec. XX)

decorazione plastico-architettonica post 1915 - ante 1916

la decorazione a stucco della cappella interessa tutta la parete di fondo, eccettuato lo spazio destinato all'altare, e la volta a botte. Sulla parete di fondo, ai lati dell'altare, si ergono, su un piedestallo ricoperto di marmi policromi, due colonne tortili sostenenti un frontone spezzato, sulle cui lette poggiano due angeli in stucco. Fra le colonne, nello spazio normalmente destinato alla tela d'altare vi è un'apertura ad arco, decorata in profondità in una sorta di cassettonato a rosoni. Ai lati, due aperture con arco a tutto sesto danno accesso al retro vano. La parete è poi decorata con profusione di cartelle, stemmi, putti in stucco, abbondantemente dorati nei profili ed elementi ornamentali. La volta a botte, con riquadri e targhe stuccate, contornati da volute, elementi fitomorfi, teste cherubiche e figure d'angeli, si conclude con un cupolino a sezione circolare. Nel capolino si aprono sei finestre; la parte superiore, di forma emisferica reca tutt'intorno una scritta a caratteri dorati, e al centro una colomba bianca su fondo azzurro, contornata da raggi dorati

  • OGGETTO decorazione plastico-architettonica
  • MATERIA E TECNICA stucco/ modellatura/ intaglio/ doratura
  • MISURE Altezza: 670
    Larghezza: 555
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Chieri (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE la decorazione di questa cappella su un'originale struttura forse ancora secentesca risulta talmente inglobata e stravolta nel nuovo decoro, risalente all'inizio del XX secolo e venne attuata nell'ambito dei lavori di restauro ed ammodernamento della chiesa patronale del canonico Don Giuseppe Olivero, parroco di San Giorgio dal 1896 alla morte, avvenuta nel 1918. Di tali restauri ci offre ampia ed attendibile documentazione soprattutto il testo di Valimberti sulla Chiesa di San Giorgio (cfr. scheda 12). Minore sussidio a riguardo ha invece lo spoglio Archivio Parrocchiale, in cui sono state reperite quasi esclusivamente le note dei lavori eseguiti dalla Ditta Taverna Giovanni, avente sede a Torino, la quale ditta risulta dalle intestazioni pubblicitarie delle fatture, era in grado di fornire arredi di ogni genere per la Chiesa e "decorazioni complete", infatti venne interpellata soprattutto per lavori di doratura o ridoratura sparsi con profusione in tutta la chiesa, oltre a fornire delle prestazioni di minore entità, la cui natura è solo in alcuni casi specificata con chiarezza (Archivio Parrocchiale di San Giorgio, cartella I, fascicolo 8). Per seguire in modo dettagliato il restauro-rifacimento della cappella occorre quindi rifarsi in gran parte alle parole del Valimberti. Tale cappella già dedicata, come ricorda anche il A. Bosio (cfr. A. Bosio, Memorie storiche-religiose e di belle arti del Duomo e delle altre Chiese di Chieri, Torino, 1880), a San Giuseppe e poi ai Santi martiri innocenti, fino ai recenti restauri era occupata dalla tela del Moncalvo con la Strage degli Innocenti, collocata sull'altare della terza cappella a destra. Quando nel 1896 Don Giuseppe Olivero prese possesso della Chiesa, si impose, fin dai primi anni del suo ministero, di fare rivivere nella chiesa il culto della Consolata; in seguito il curato decise di trasformare totalmente l'antica cappella, che ormai aveva assunto il nuovo titolo della Consolata. Ciò avvenne, come attesta anche la data presente su una cartella al sommo della parete, negli anni 1915-1916 e cioè una decina d'anni più tardi rispetto al primo grosso lotto di restauri nella chiesa, attuati tra il 1900 ed il 1904. Rimossa la tela del Moncalvo, venne praticata un'apertura che permette la vista dell'immagine della Consolata, collocata in fondo al vano che funge da retro altare, costruito occupando alcuni metri del suolo pubblico. A tale vano danno accesso le due aperture praticate ai lati dell'altare; oltre all'effige della Consolata, vi si trovano due lapidi, una delle quali ricorda il nome dei benefattori della cooperarono alla trasformazione della Cappella. Il Valimberti, che dovette vedere la cappella prima dell'ultima trasformazione, afferma che dell'antica decorazione non rimasero che due colonne tortili dell'ancona, cui però venne rifatto il piedestallo, ricoprendolo di marmi variegati. La decorazione della parete di fondo della Cappella e della volta venne attuata in stile baroccheggiante, con profusione di cartelle in stucco filettate d'oro sul fondo colore avorio. Il cupolino che si apre al centro della volta a botte è di qualche anno più tardo rispetto al resto della decorazione, tanto che il Valimberti lo dice di costruzione recentissima: risulta infatti non in accordo con l'esuberante e sfarzoso barocchismo del resto delle decorazioni e reca in effetti un'iscrizione commemorativa che ne sposta la datazione alla fine almeno del secondo decennio del XX secolo. Né il Valimberti, né i documenti d'archivio chiariscono quale ditta curò i lavori, mentre l'opera di doratura è molto probabilmente attribuibile alla citata ditta Taverna (B. Valimberti, Spunti storico-religiosi sopra la città di Chieri. vol. II. Chiesa Parrocchiale Urbana di San Giorgio, s.l. s.d. rimasto in unica copia allo stato di bozza)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034130
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI entro cartella, nel punto d'innesto della volta a botte - ANNO BELLI 1915-16 - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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