decorazione pittorica, complesso decorativo di Tornielli Girolamo (primo quarto sec. XVI)

decorazione pittorica, post 1510 - ante 1519

La volta a botte della navata centrale è scompartita in otto grandi campi rettangolari separati da ampie fasce, a sfondo giallo e a sfondo azzurro, che si intersecano perpendicolarmente. La fascia centrale che corre longitudinalmente lungo il colmo della botte è decorata da tre medaglioni circolari, raffiguranti rispettivamente a partire dalla controfacciata, S. Pier Damiani, S. Sebastiano, S. Gelasio.Ciascun rettangolo, delimitato da una fascia a sfondo rosso, è suddiviso inoltre in quattro cerchi inscritti in quadrati ai lati, ed un motivo rettangolare al centro, a sua volta composto da tre medaglioni, di cui quello centrale reca all'interno scritte in latino, mentre quelli laterali, più piccoli e non tutti figurati, rappresentano S. Stefano lapidato. S. Agostino in cattedra, S. Francesco stigmatizzato, S. Gerolamo orante. Nelle fasce divisorie sono invece tondi rappresentanti eroi, poeti, le fatiche di Ercole e Mercurio a cavallo. L'intera superficie della volta e della zona sottostante la trabeazione è decorata da motivi a grottesche con candelabre, girali d'acanto, puttini, animali, chimere e mostri. I colori utilizzati sono l'azzurro, il rosso, il giallo oro, il verde chiaro e il grigio

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Tornielli Girolamo (notizie Sec. Xvi): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Biella (BI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'intera decorazione della volta a botte della navata centrale è riferita al pittore Gerolamo Tornielli in base all'iscrizione contenuta nel terzo medaglione a sinistra, che lo dice novarese: di questo artista non si conoscono altre opere nè altre notizie. La posa della prima pietra del complesso conventuale di S. Sebastiano, voluto da Sebastiano Ferrero per i Canonici Regolari Lateranensi, risale al 1500: nel 1504 la chiesa era innalzata e Giovanni Stefano Ferrero, figlio di Sebastiano, fondava il monastero e infine nel 1540, terminato anche il convento, la basilica veniva consacrata da Guglielmo Gattinara, nunzio apostolico per il ducato di Savoia. In una lettera del 1541 di Filiberto Ferrero al preposto Agostino Ventura, la chiesa è detta "riduta assai a buon termine e bella cosa" (P. Torrione, "La basilica di S. Sebastiano in Biella", Biella 1949), mentre un'iscrizione della volta stessa fa riferimento all'"ecclesia nova". In base a queste considerazioni, senza la scorta di documenti, la data d'inizio degli affreschi della volta centrale viene tradizionalmente collocata intorno al 1540; è presumibile poi che i lavori di decorazione della chiesa siano continuati per qualche anno, soprattutto per quanto riguarda le volte delle navate laterali. L'uso della grottesca in ambito piemontese trova in S. Sebastiano una singolare e quanto mai felice espressione. A partire dagli ultimi anni del Quattrocento infatti assistiamo in area saluzzese, novarese e vercellese all'introduzione, per il momento come puro ornamento, della grottesca, ampiamente sfruttata nei centri dell'Italia centrale. E' la Lombardia, dove è di fondamentale importanza il soggiorno di Bramante, che fa da tramite per il Piemonte e parallelamente all'esperienza Lombarda anche in questa regione la grottesca passerà dal ruolo ornamentale nella carpenteria dei polittici e nelle fasce d'incorniciatura degli affreschi a quello, riscontrabile appunto in S. Sebastiano, di principale e fondamentale decorazione. In questa evoluzione della grottesca in ambito post-bramantesco è di primaria, ma non esclusiva, importanza l'apporto teorico e pratico di Cesare Cesariano, la cui sacrestia di S. Giovanni Evangelista a Parma (1508) servì di modello per la canonica di S. Abbondio a Cremona e per la chiesa di S. Vittore qa Meda (1520), nella cui decorazione già il Venturi (L. Venturi, "Storia dell'arte italiana", vol. III, parte II, Milano 1924) aveva notato strette affinità con gli affreschi di S. Sebastiano a Biella. Nella cultura di Gerolamo Tornielli sembra essere invece estraneo, fatto salvo forse per le opere giovanili, l'apporto di Gaudenzio Ferrari e soprattutto dei suoi affreschi in S. Cristoforo a Vercelli, del 1529-1534 (di poco posteriori a quelli di casa Alciati), cui il pittore era approdato dopo l'esperienza nel campo della grottesca, conosciuta direttamente nei suoi viaggi romani, a Varallo (Cappella di S. Margherita in S. Maria delle Grazie, 1508), Arona (polittico della Collegiata, 1511), Roccapietra (Natività, 1515-16). Il riferimento diretto di Gerolamo Tornielli è infatti ancora il repertorio delle grottesche dell'Italia Centrale, ad esempio del Pinturicchio, anche per il tratto esile, ben diverso dalla carnosità delle candelabre di cultura più esplicitamente umanistica, delle volte laterali, più tarde e di altra mano. E' presumibile perciò che la decorazione della navata centarle della chiesa di S. Sebastiano sia stata iniziata verso il 1510 e terminata comunque prima della morte di Sebastiano Ferrero, avvenuta nel 1519. Infatti è più verosimile pensare che Sebastiano Ferrero, di cui è nota l'autorità e l'importanza politica specie in ambito milanese, si sia servito per la sua chiesa di un pittore aggiornato e non ritardatario, e questo anche in consonanza con l'ambizione della committenza, spesso all'avanguardia, del Canonici Lateranensi (si vedano ad esempio S. Andrea a Vercelli e S. Maria della Passione a Milano). In ambito biellese il seguito immediato degli affreschi di S. Sebastiano è costituito dalla decorazione delle quattro cappelle del coro anteriore della chiesa di S. Gerolamo, consacrata nel 1517, riferita ad un pittore di estrazione defendentesca, lo Pseudo-Giovenone, da G. Romano, "Casalesi del Cinquecento", Torino 1970. Anche in queste volte, i monocromi su fondo azzurro ricreano il fantastico mondo vegetale e animale delle grottesche di S. Sebastiano, arricchito nella chiesa dei Lateranensi dal repertorio più direttamente umanistico dei medaglioni figurati e delle scritte latine, per il quale il Torrione (P. Torrione, "La basilica di S. Sebastiano in Biella", Biella 1949) suggerisce il nome dell'umanista Agostino Ventura, preposto della chiesa stessa. Per il problema della grottesca, cfr. N. Dacos, "Per la storia delle grottesche. La riscoperta della Domus Aurea", in "Bollettino d'Arte", 1966, I-II; Continua al campo "OSSERVAZIONI"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034060-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI volta, entro finta formella quadrilobata - QUI HOC TE(M)PLUM BENEFICIA IUSTE DEPRECATURI/ INGREDIUNTUR CUNCTA SE IMPETRASSE LETENTUR. Traduzione: Coloro che entrano in questo tempio per impetrare grazie secondo giustizia si rallegreranno per avere ottenuto tutto - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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