ostensorio - a raggiera, opera isolata - ambito piemontese (seconda metà sec. XVIII)

ostensorio a raggiera, post 1750 - ante 1799

la base a pianta triangolare poggiante su pieducci balaustrati, ha vertici tronchi definiti da larghe girali ornate di foglie d'acanto in lamina dorata e terminanti in teste di cherubini a getto, pure dorate. sullo specchio frontale è raffigurata, a rilievo, l'immagine dell'immacolata concezione, su quelli laterali rispettivamente i santi cosma e damiano. sul cornicione centinato che chiude la base si imposta il fusto composto da un primo elemento segnato da costoloni che terminano con riccioli affrontati, decorato di ghirlande e foglie d'acanto in lamina dorata; e da un nodo ornato di teste di cherubino, volute fitomorfe, corolle a pendaglio e sormontato dall'agnello della passione. la raggiera è arricchita da un giro di pampini e grappoli dorati e da un fastigio a foggia di corona. la teca è incorniciata da pietre colorate; la cassa è lavorata esternamente a cesello con motivi quadrilobati e rosette su fondo operato. l'ostensorio è conservato entro la sua custodio originale

  • OGGETTO ostensorio a raggiera
  • MATERIA E TECNICA argento/ sbalzo/ laminazione/ doratura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE San Damiano d'Asti (AT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE l'elegante impaginazione decorativa ottenuta con una equilibrata fusione di elementi architettonici e motivi fitomorfi, attesta la provenienza dell'opera da un ambito colto e raffinato, cronologicamente ascrivibile entro la seconda metà del secolo XVIII. La problematica identificazione dei punzoni impressi sulla base non consente di avanzare attribuzioni sicure rispetto all'orefice; un'ipotesi più attendibile sembra invece potersi formulare rispetto all'assaggiatore. A destra del marchio d'assaggio (costituito dallo scudo crociato sormontato dalla corona) possiamo infatti leggere la lettera C che ci consente, pur con formula dubitativa, di proporre il nome di Carlo Micha, maestro orefice, argentiere, nominato assaggiatore nel 1759 e morto nel 1787 (cfr. A. Bargoni, Maestri orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino, 1976, p. 7, 27, tav. II, figg. 3,4). Degli altri due punzoni molto abrasi possiamo vedere solamente in uno le zampe posteriori di un cavallo (?) e ben chiara la lettera M, e nell'altro le zampe anteriori e la testa ancora di un cavallo. La lettura parziale rende difficile l'eventuale identificazione. Ci limitiamo pertanto e in forma del tutto ipotetica, a indicare ancora il nome di Carlo Micha e quello di Carlo Bartolomeo Minulto che punzonava i suoi lavori con il "San Giorgio a cavallo" (cfr. ibidem, e A. Bargoni, Argenti in AA.VV., Mostra del Barocco Piemontese, Torino, 1963, vol. III, p. 9, scheda n° 22, tav. 1)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033869
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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