ritratto di Giuseppe Gnone
Il benefattore è raffigurato, al centro della tela, a mezza figura, in posizione di tre quarti; indossa una giacca di colore grigio antracite molto scuro, una camicia con colletto e pizzi bianchi e regge in mano un copricapo di colore nero. Sullo sfondo un paesaggio: il cielo è grigio tendente al rosa sulla sinistra, di colore grigio-azzurro, probabilmente ridipinta, è la parte di sfondo dietro la nuca e lungo il profilo del braccio piegato. Nella parte inferiore del dipinto il grigio sfumato tende al verde, diviene bruno rossastro e nuovamente grigio. A destra, su fondo grigio, compare una scritta, in nero, che identifica il personaggio e indica l'entità della donazione; nell'angolo destro del dipinto vi sono fili d'erba di colore grigio verde molto scuro. La tela è conservata entro una cornice di profilo e luce rettangolare in legno intagliato e verniciato di colore scuro. Tipologia a gola; battuta liscia. Fascia interna sottile, modinata, fascia centrale liscia e fascia esterna modinata
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 98
Larghezza: 78
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ATTRIBUZIONI
Mensi Francesco (1800/ 1888)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Ospedale dei SS. Antonio e Biagio
- INDIRIZZO via Venezia, 16, Alessandria (AL)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto venne eseguito nel 1881 dal pittore Francesco Mensi (1800-1888), quando aveva ormai abbandonato i grandi lavori a soggetto storico o sacro. Mensi, dopo un periodo di apprendistato presso il pittore vogherese borroni, fu allievo di Pietro Benvenuti a Firenze, dopo il 1826 e in seguito andò a Roma. Nel ritratto in esame, la finitezza dei contorni, la staticità del personaggio e la nettezza del chiaroscuro, testimoniano la formazione del pittore nella scuola del classicismo toscano, la cui influenza ha comunque, in questo caso, toni molto mitigati. Per notizie sulla biografia e produzione del Mensi: G. A. De Giorgi, Notizie sui celebri pittori e su altri artisti alessandrini, Alessandria, 1836, pp. 48-52; Dipinti del Cavalier Prof. Francesco Mensi conservatore della civica Pinacoteca Viecha, fotografati nello Stabilimento Castellani, Alessandria, 1883; F. Gasparolo, Cenni biografici sul pittore Mensi, in "Rivista di Storia Arte e Archeologia della Provincia di Alessandria", 1907, XVI, fasc. XXVIII, p. 593. E. Filippelli, Notizie storiche sulla Pinacoteca Viecha e Civico Museo di Alessandria, in "Rivista di Storia Arte e Archeologia della Provincia di Alessandria", 1912, XXI, fasc. XLV, pp. 12-13; E. Filippelli, Catalogo della Pinacoteca in Alessandria, Alessandria, 1915, p. 23; F. Gasparolo, Il pittore Francesco Mensi, in "Rivista di Storia Arte e Archeologia della Provincia di Alessandria", 1924, fasc. XXIX, pp. 210-217; F. Gasparolo, Il pittore Francesco Mensi, in "Rivista di Storia Arte e Archeologia della Provincia di Alessandria", 1926, fasc. XXXVII, pp. 126-128; F. Mazzocca, voce, Francesco Mensi, in E. Castelnuovo - M. Rosci (a cura di), Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna. 1773-1861, catalogo della mostra (Torino maggio-luglio 1980), Torino, 1980, vol. III, pp. 431, 1464. Il dipinto presenta decise analogie con il ritratto di Bartolomeo Traverso e quello di Giacinta Molini cfr. scheda 0100031XXX, sia nell'impostazione, sia nella gamma di colori usati che nel modo di stenderli sulla tela. Nel Salone delle Adunanze dell'Ospedale, dove è collocata la tela in esame, si trovano numerosi altri ritratti di benefattori eseguiti dal Mensi negli anni che vanno dal 1874 al 1886, nei documenti d'archivio e nei testamenti dei benefattori non vi sono, generalmente, notizie sui quadri ma, dato che era compito dell'Ospedale occuparsi delle Onoranze ai benefattori, come si può dedurre dal "Mutamento delle norme per le onoranze ai benefattori" del 1922 (Archivio dell'Ospedale, Tit. I, Rub. 10, Cat. unica, busta 1, fasc. 1), si può avanzare l'ipotesi che questi ritratti siano stati commissionati al Mensi direttamente dalla Congregazione di Carità, anche se non sono stati ritrovati documenti in proposito. Il dipinto raffigura il giureconsulto alessandrino Giuseppe Gnone che nel 1850 donò all'Ospedale L. 6000 come risulta dal testamento (Archivio Ospedale, Lasciti e Donazioni, 1874, Tit. II, Rub. 3, Cat. 1, busta 5, fasc. 188), e da un elenco di "Lasciti - donazioni - fondazioni - elargizioni a favore dell'Ospedale", aggiornato sino al 1957 (Archivio Ospedale, Tit. I, Rub. 10, Cat. unica, busta 1, fasc. 40). Il dipinto compare in un inventario del 1960 (Archivio Ospedale) con il n. 8, numero che non è riportato sul retro del quadro, e con a fianco la data 1850, da riferirsi al lascito di Giuseppe Gnone e non al quadro (1881). Non si sa quando passò alla collocazione attuale nel Salone delle Adunanze, né dove si trovasse prima, poiché non furono registrati i molteplici spostamenti dei quadri avvenuti, all'interno dell'edificio ospedaliero, per esigenze di arredo di uffici, corridoi, sale; è probabile che nel 1933 si trovasse nella galleria dei quadri-ricordo dei benefattori, istituita in quell'anno (cfr. Agapiti, L'ospedale Civile di Alessandria, in "Alexandria", II, 1934, fasc. 4, p. 123), dal momento che esso è riconoscibile nella fotografia di una delle sale dell'allestimento (sala I), conservata in Archivio (Archivio Ospedale)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100031311
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1983
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI fronte/ in basso/ a sinistra - F. Mensi/ 1881 - Mensi F - corsivo - a matita -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0