Madonna Immacolata, San Michele arcangelo e angeli

pala d'altare,

La pala è impostata secondo un ritmo accentuatamente verticale, enfatizzato dallo schiarirsi dei tono cromatici verso l'alto: partendo dalla figura di San Michele, in filo che unisce gli sguardi porta alla Vergine e poi oltre il limite superiore del quadro. La Madonna, che si staglia su un cielo aereo e mosso, acceso di tramonto, è avvolta in un ampio manto di colore blu intenso, il viso ispirato, la corona di stelle; contornata da angioletti, poggia sul globo e schiaccia col piede il serpente del male. La parte inferiore della tela è occupata da San Michele, con la lorica gialla a effetto dorato, la spada nella mano destra abbassata, la veste rossa e il manto azzurro, colto nell'atto di calpestare un demonio in forma umana. Il colorismo delle tele è caldo, con prevalere delle diverse tonalità dei rossi e degli ocra

  • OGGETTO pala d'altare
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Seyter Daniel (1649/ 1705)
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Filippo Neri
  • INDIRIZZO Via Vittorio Emanuele 63, Chieri (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Citata già da Bartoli e più tardi da Bosio e da Claretta. la tela viene ricordata fra i lavori minori di Seyter da Viale prima e da Mallè poi nell'ambito di un succinto discorso critico di analisi sull'opera del pittore e sulla sua collocazione all'interno del barocco piemontese (BARTOLI F., Notizia delle pitture, sculture, ed architetture che ornano le chiese e altri luoghi pubblici di tutte le più rinomate città d'Italia, Venezia MDCCLXXVI, p.66; BOSIO A., Memorie storico-religiose e di belle arti del duomo e delle altre chiese di Chieri, Torino 1880, p.276; CLARETTA G., I Reali di Savoia munifici fautori delle arti. Contributo alla storia artistica del Piemonte nel sec. XVIII, in MIscellanea di storia italiana, vol. XXX, Torino 1893, p.58; VIALE V., La pittura in Piemonte nel Settecento, in "Torino. Rassegna mensile della città", anno XXI, giugno 1942, p.15; MALLE' L., Le arti figurative in Piemonte dalle origini al periodo romantico, vol.II, Torino 1961, p.67). Ulteriori spunti per l'interpretazione della pittura chiesastica di Seyter, anche se non si tocca il problema specifico della tela di San Filippo, si trovano, in anni seguenti, negli interventi della Griseri, che peraltro sottolinea la marginalità della produzione di opere di cavalletto, in cui il pittore "figura modestamente in tono accademico", rispetto alla sua attività di decoratore a Palazzo Reale, in stretto legame con la corte di Vittorio Amedeo II (GRISERI A., Mostra del Barocco Piemontese, catalogo, vol.II, Pittura, Torino 1963; GRISERI A., Le metamorfosi del Barocco, Torino 1967). Di recente il problema dei dipinti a soggetto religioso eseguiti da Seyter è stato oggetto di studio da parte di M.P. Rampini, in una tesi discussa presso l'Università di Torino, in cui uno dei capitoli della dissertazione è dedicato alla pala di Chieri (RAMPINI M.P., I dipinti di soggetto religioso eseguiti da Daniel Seyter in Piemonte (1688 - 1705), tesi di laurea, relatore Ch.ma Prof. A. Griseri, Università di Torino, a.a. 1979 - 1980). La grande tela con "L'Immacolata Concezione, San Michele e angeli", in cui si trovano accomunate due tematiche riguardanti la vittoria del bene sul male, unitamente al soprastante riquadro con il "Padre Eterno benedicente", venne commissionata molto probabilmente dalla Congregazione dei Filippini, per cui Seyter ebbe occasione di lavorare ancora per la pala di San Filippo Neri, nella chiesa di Sant'Andrea a Savigliano. La definizione di movimentata superficialità fornita da Viale rende bene lo spirito con cui è concepita l'opera, che esprime una religiosità esteriore, tipicamente barocca (VIALE V., 1942, p.15). La tela appare costruita in modo accademico, con un gusto teatrale estraneo alla maggior parte delle altre opere religiose di Seyter, che denotano un pietismo accentuato, in un clima culturale prossimo ai pittori della scuola bolognese. Tracce dell'educazione artistica di Seyter, fra Venezia e Roma, si ravvisano nella presenza, all'interno dell'opera, di una larga concessione al colore veneziano, caldo e dorato, e nell'impianto grande, alla Maratta, con cui è concepita l'intera composizione. (BAUDI DI VESME A., Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino, 1968, vol.III)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027414
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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