Santo vescovo

reliquiario a busto, 1750 - 1799

I busti appoggiano su un basamento tronco piramidale a sezione polilobata con quatrto volute salienti che reca, su una delle facce, la teca a luce ovale, con bordo sagomato. I paramenti presentano esternamente colorazione blu cupo e contorni dorati, in forte contrasto con il rosso vivo delle fodere. L'argentatura compare sul volto e sulla base, ove sono visibili anche tracce di azzurro carico forse lasciate da una recente ridipintura. All'interno della teca è posto un ricamo su fondo serico azzurro, realizzato con fili di seta e oro filato che creano un'incornicisatura ovale, ornato da un motivo romboidale, la scritta I H S e tralci fioriti

  • OGGETTO reliquiario a busto
  • MATERIA E TECNICA filo di seta/ ricamo
    seta/ tessuto/ ricamo
    legno/ scultura/ pittura/ doratura/ argentatura
    seta/ ricamo in oro
  • MISURE Altezza: 123
  • AMBITO CULTURALE Bottega Lombardo-piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Tortona (AL)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE All'epoca della schedatura compilata da G. Valdi, rettore della Confraternita,per conto del Ministero della Pubblica Istruzine nel 1928, l'insieme dei quattro busti risultava già conservato presso la sacrestia. La più recente schedatura di Dalerba, realizzata nel 1972, porta una generica datazione al Settecento. Per i quattro busti, che costituiscono, molto probabilmente un unitario arredo d'altare, non è possibile al momento fornire dati documentari nè riferimenti culturali precisi. Il trattamento dei panneggi a larghe pieghe spigolose e semplificate, l'accento nervoso delle torsini, trova riferimento nei quattro evangelisti della Confraternita della S.ma Trinità di Fossano (Scultura dell'età barocca nel fossanese, catalogo della mostra, Fossano 1976, pp. 74-75); complesso datato alla fine del Settecento e che offre dati di originalità non coincidenti con la tendenza ripetitiva delle sculture tortonesi. Si dovrà pertanto pensare anche ad un tipo di produzione più seriale quale può essere quella del milanese Carlo Beretta, attivo sul territorio di Novara intorno alla metà del Settecento con una serie di opere stilisticamente non lontano dai busti (V. Viale (a cura di), Il Barocco piemontese, catalogo della mostra, Torino 1963; Scultura, tav. 41; L. MALLE' , Le arti figurative in Piemonte dal secolo XVII al secolo XIX, Torino 1974, tav. 526), o quella, stilisticamente più morbida, di Stefano Maria Clemente, entro e non oltre il sesto decennio del XVIII secolo. Va rilevato che negli inventari redatti tra il 1703 e il 1782 (Tortona, Archivio della Confraternita di Santa Maria di Loreto, cartella I, n. 41), pur contenendo precisi riferimenti ai reliquiari, non vengono menzionati i busti. Sulla base di ciò si possono formulare due ipotesi: la prima è che siano stati eseguiti in un momento successivo alla data dell'ultimo inventario, la seconda è che il complesso scultorio sia arrivato in un secondo momento, dopo l'effettiva realizzazione. Il ricamo inserito nell'ovulo, da Dalerba interpretato come serie di candelabri, potrebbe essere lketto come I H S, ma la mancanza di qualsiasi sbarra orizzontale tra le due aste al centro lascia anche questa lettura allo stadio di ipotesi, confermata dalla presenza, al centro, della coroce, che assai di frequente compare unita al trigramma (L. REAU, Iconographie de l'art Chrétienne, Parigi 1958, Tomo. III, V. 1, p. 219)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027371
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI al centro - I H S - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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