monumenti sepolcrali di età romana sull'antica via Postumia (necropoli, area ad uso funerario)

Tortona, ca I sec. a.C - ca IV sec. d.C

La necropoli romana si situa in un’area con destinazione funeraria a partire dalla seconda età del Ferro ed è attestata una continuità d’uso ancora in età tardoantica e medievale. Sita a NE dell’abitato di età imperiale, lungo il tracciato dell’antica via Postumia (oggi via Emilia) fuori Porta Voghera o Porta Ticinensis, è nota almeno dall’inizio del ‘900 per l’emergenza dei resti dei suoi imponenti monumenti funerari, ancora visibili oggi sui lati della strada, e per il ritrovamento di numerose iscrizioni soprattutto paleocristiane e altomedievali. Negli anni ’30 del ‘900 la Soprintendenza mette in luce i resti di un grande sepolcro a cuspide, circondato da un recinto, poi parzialmente interrato. Negli anni ’70 si rinvengono le basi di altre due monumenti. Attualmente è accertata la presenza di almeno tre monumenti funerari sulla destra della via Emilia, uscendo da Tortona. Un monumento presenta un basamento in conglomerato cementizio di m. 10 di lato, su cui insisteva una crepidine poligonale in arenaria (16 facce), che delimitava un corpo ottagonale; ognuno dei lati era collegato con muri radiali a un pilone centrale. All’interno della struttura era presente una cella romboidale irregolare, spogliata dell’apparato decorativo. Un secondo monumento presenta un basamento parallelepipedo, articolato in due corpi sovrapposti, di cui il superiore rientrante. Al centro del podio vi è una cella circolare. Questo è conservato sul lato W fino a m. 3 dal piano di spiccato, presenta un unico filare del paramento in conci di arenaria: la platea di base è realizzata in filari alternati di ciottoli fluviali e argilla. Sempre lungo la via Emilia, sul lato sinistro, all’incrocio con via degli Orti e via sacro Cuore, sono presenti una struttura a recinto ed i resti di un altro monumento. La dislocazione dei resti monumentali della necropoli porta ad ipotizzare che i sepolcri non si trovassero a distanze costanti, ma avessero occupato via via spazi liberi, ad iniziare probabilmente dalle aree più prossime al centro urbano. L’imponenza dei monumenti trova riscontro soprattutto in area veneta ed emiliana. I molti materiali rinvenuti permettono di circoscrivere cronologicamente la realizzazione dei mausolei tra la fine della repubblica e l’età augustea. In una zona leggermente più arretrata rispetto al margine della via Emilia, all’angolo con via Fratelli Pepe, sono presenti tombe ad inumazione attribuibili ad epoca medievale (scavi 1989). In epoca tardoantica e altomedievale si sfruttano le zone retrostanti la necropoli monumentale di epoca romana. La continuità d’uso della necropoli in periodo paleocristiano è accertata dalle fonti che parlano della antica Ecclesia in parte portae Ticinensis costruita forse nel IV sec. d.C. dal vescovo Innocenzo, e della chiesa dei SS. Simone e Giuda, ricordata per la prima volta in un documento del XII sec. Questa zona inizia ad essere utilizzata come necropoli dopo il III sec. d.C. La tipologia delle sepolture è uniforme (tombe a fossa terragna, a cassa laterizia, a cassa lignea con copertura laterizia); si riscontra un’unica sepoltura ad incinerazione diretta, per cui la datazione al C14 ha accertato una data compresa tra la metà del III e l’inizio del IV sec. d.C. Successivamente l’area è interessata da un fitto cimitero, articolato in almeno due fasi, con fosse terragne destinate ad ospitare più individui. Tutte le sepolture finora individuate sono prive di corredo per cui le datazioni possono essere solo indicativamente fissate dal periodo tardo antico al pieno medioevo (XIII-XIV sec.)

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