monumento funebre, opera isolata - bottega piemontese (ultimo quarto sec. XV)

monumento funebre, 1479 - 1479

La pietra tombale, applicata alla parete, poggia su un basso basamento in muratura e reca scolpita ad alto rilievo l'immagine del vescovo Giovanni di Parella. Esso porta sul capo la mistra ed è coperto da un piviale con bordatura a tondi di maggiori e minori dimensioni, fermato sul petto da un fermaglio a fiore. Il manto si apre sul davanti lasciando intravedere la veste a fitte pieghe e le mani guantate e ornate di anelli: la sinistra impugna il pastorale, il cui riccio, ornato di dentelli e cerchietti, si appoggia a lato del capo, sul cuscino. Al di sotto, su una lastra, è inciso un cartiglio, posto al di sopra di un altro cartiglio con i bordi a rilievo. Sulla parete, sopra la lastra tombale, è posto lo stemma

  • OGGETTO monumento funebre
  • MATERIA E TECNICA MURATURA
  • MISURE Altezza: 212
    Larghezza: 56
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Ivrea (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La pietra tombale, realizzata con tutta probabilità nel 1479 per volontà del Canonico Giovanni di Parella, nipote del defunto vescovo, è quanto oggi rimane del monumento funebre di Mons. di Parella, che resse la diocesi eporediese dal 1436 al 1479. Nella relazione della Visita pastorale del 1650 si legge infatti che le spoglie mortali di Giovanni di Parella giacevano presso l'ultimo altare della navata sinistra in un sarcofago marmoreo recante, sul coperchio, l'immagine scolpiita del defunto (Ivrea, Biblioteca Diocesana, GM 6470000, Visita Pastorale di Mons. Ottavio Asinari, 1650, fol. 622v). Il monumento funebre venne poi smenbrato per volontà di Michele Vittorio de Villa che in occasione della visita del 1742 lo giudicò "super pavimentum ecclesie valde elevatus" ed ordinò di rimuoverlo, preoccupandosi tuttavia di farne affliggere alla parete il coperchio scolpito (Ivrea, Biblioteca Diocesana, GM 742/752/1, Atti della Visita Pastorale di Mons. de Villa 1742, fol. 20). Intorno alla metà dell'Ottocento, con i lavori per la costruzione della nuova facciata del duomo, la pietra tombale venne collocata nella posizine attuale. Essa è menzionata dal Bertolotti (A. BERTOLOTTI, Gite nel Canavese, Ivrea 1872, p. 139) che erroneamente la descrive come un tumulo sormontato da una statua marmorea, dal Boggio (G. BOGGIO, Il Duomo di Ivrea, Ivrea 1926, pp. 167, 203-204, 287) e da Mesturino (V. MESTURINO, Sancta Maria de Yporegia, Ivrea 1967, p. 18). Per l'opera, che costituisce un raro esempio di plastica quattrocentesca ad Ivrea, non è facile trovare un preciso confronto nella scultura piemontese coeva. Saranno comunque da ricordare, nel campo della scultura funeraria gotica e tardogotica, la lastra tombale di Giacotto Provana (1382), proveniente dalla Chiesa di S. Chiara di Carignano (E. CASTELNUOVO, G. ROMANO (a cura di), Giacomo Jaquerio e il gotico internazinale, catalogo della mostra, Torino 1979, pp. 231-232); la tomba di Tommaso II di savoia nel Duomo di Aosta, databile al primo Quattrocento (P. TOESCA, Catalogo delle cose d'arte e di antichità d'Italia, Roma 1911, pp. 35-36); il sigillo tombale di Antonio Calderari e della moglie (1461) proveniente dal duomo di Chieri (L. MALLE' , Le sculture del Museo Civico, Torino 1965, p. 128, tav. 77b) di notevole interesse in quanto cronologicamente prossima all'opera in esame. La stessa cattedrale eporediese propone, tuttavia, due esempi significativi di sculture legati a filoni culturali diversi: la Madonna col figlio, ora al Museo Civico di Torino (ID., pp. 94-95, tav. 43) avvicinabile alla produzione aostana di primo Quattrocento e, nel campo della sculturea lignea, il coro, eseguito nel 1467-70 e strettamente affine a modelli lombardi, quali, in particolare, gli stalli già nella chiesa di S. Ambrogio a Milano (O: VALLINO, Opere d'arte quattrocentesche a Ivrea prima di Martino Spanzotti, Tesi di laura in Storia dell'arte presso la Facoltà di Magistero dell'Univresità di Torino, 1979/80, pp. 223-277). Forse la presente tomba andrebbe considerata proprio in rapporto alla cultura lombarda che annovera vari esempi di plastica funeraria di primo quattrocento: dal sarcofago di Mario Corelli nel Duomo di Milano alle lastre tombali di Ardengo Folperti e di Agnese Besozzi rispettivamente al Museo della Certosa di Pavia e a Sant'Eustorgio (C. BARONI, La scultura gotica lombarda, Milano 1944, p. 153, tavv. 333-335)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027025-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • STEMMI in alto, sopra la lastra tombale - vescovile - Stemma - Giovanni di Parella - stemma inquartato: nel primo e nel terzo a losanghe. Lo scudo è sovrastato dalla mitra
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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