ritratto di Pietro Francesco Nizzati
busto
post 1819 - ante 1819
Bernero Vittorio Amedeo (1773/ Notizie Fino Al 1828)
1773/ notizie fino al 1828
Il personaggio è rappresentato frontalmente, a mezzo busto. Porta una parrucca con una fila di boccoli in corrispondenza delle orecchie; fronte scoperta; rughe evidenziate in corrispondenza della bocca, degli occhi e della fronte. Indossa una marsina, parzialmente abbottonata, dalla quale si intravedono la camicia e jabot a lattuga. Intorno alle braccia, appena accennate, è posto un drappo, fittamente panneggiato che circonda il busto. La scultura poggia su un basamento a colonnetta con cornice superiore modinata. Esso è collocato su una mensola ornata da elemento a voluta nella parte superiore e da foglia di acanto stilizzata nella porzione inferiore. Al di sotto di essa è collocata la lapide commemorativa; al di sopra lo stemma
- OGGETTO busto
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MATERIA E TECNICA
marmo/ trapanatura/ scultura
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ATTRIBUZIONI
Bernero Vittorio Amedeo (1773/ Notizie Fino Al 1828)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Istituto di Riposo per la vecchiaia
- INDIRIZZO Corso Unione Sovietica, 220, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Pietro Francesco Nizzati, figlio di Filippo, Nizzati di Boyon, nacque a Busca il 2 agosto 1739, morì a Torino il 24 giugno 1817. Testò il 25 dicembre 1814, destinando in eredità una notevole somma all'Ospizio di Carità. Fu famoso avvocato ed autorizzato ad usare il titolo di barone di Boyon nel 1754. Sposò, in prime nozze, a Torino, parrocchia di S. Dalmazzo, il 10 febbraio 1784, Luisa del barone Pier Giacinto Peretti di Casalbagliano e in seconde nozze, Teresa Luisa del conte Pier Lorenzo Giusiana di Primeglio. Alla chiesa del Carmine di Torino l'avvocato Nizzati fece dono, nel 1812, del coro e nel 1818 delle statue degli apostoli erette sugli archi delle cappelle, cfr. Biblioteca Reale, datt. A. Manno, Il patriziato subalpino, sec. XX, vol. 22; L. Tamburini, Le chiese di Torino dal Rinascimento al Barocco, Torino, s.d. (1968). Il busto che lo raffigura, commissionato allo scultore Vittorio Amedeo Bernero dalla Congregazione di Carità, venne pagato nel mese di gennaio dell'anno 1819. Originariamente collocato nell'antica sede del Regio Ospizio di Carità in contrada di Po, fu trasportato nella sede attuale, unitamente ai relativi lapide e busto, durante gli ultimi giorni di luglio dell'anno 1888, ad opera dello scultore Arturo Rossi (notizie dal 1878 al 1910)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico non territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100025302
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1979
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI sotto il busto - 150 - numeri arabi - a pennello -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0