Santi diaconi

dipinto, 1000 - 1199

Il dipinto raffigura su fondo azzurro, riquadrato da una fascia rossa, cinque figure di diaconi visti frontalmente, in piedi, con aureole gialle, tuniche bianche e dalmatiche arancioni. Le maniche sono adorne di losanghe marroni con orlo purpureo. Le stole bianche, a destra, hanno motivi cruciformi neri; i diaconi poggiano sul petto la mano sinistra con un libro chiuso in mano. Le calzature sono gialle, il suolo arancione. I visi sono dipinti nei toni dell'ocra, con sfumature rossastre. Le ombre brune risaltano sul giallo dlel'aureola. Al centro della parete sono due monofore decorate da tralci fogliacei nei toni del rosso e foglie verdi simili a quelle della monofora inclusa nel dipinto viri timorati

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a tempera
  • MISURE Altezza: 110
    Larghezza: 120
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LOCALIZZAZIONE Oleggio (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La Gabrielli (N. Gabrielli, Studio sulla nostra celebre basilica, dattiloscritto, a cura del Centro di Studi Archeologici e Artistici del Piemonte, 1944, pp. 10-12) riscontra analogie tra il costume dei diaconi e quello del Sacramentario di metz di Carlo il Calvo; pertanto giudica i diaconi di diretta derizazione classica per la grandiosità dell'impostazione simile alle figure in S. Maria Antiqua a Roma. Bologna (F. Bologna, La pittura italiana delle origini, Roma 1962, p. 36) riconosce in questo dipinto mescolanze di arte lombarda ottoniana e di bizantinismo macedone, ritenendolo un punto essenziale di congiuntura della pittura europea della metà del XI secolo. Capra (R. Capra, La basilica di San Michele in Oleggio, tip. Riva e C., Novara 1968, p. 10) li data all'inizio del XII secolo. L'opera è comunemente considerata uno dei capolavori della pittura aulica medievale. I dipinti erano inclusi nella sacrestia, poi adibita a camera dei custodi (L. Cassani, La basilica di S. Michele, in "Oleggio memorie" tip. Provera, Novara 1924, p. 267); vennero liberati da uno strato di bianco nel 1924 dal prof. Pianca, coadiuvato dalla signora R. Paletrini; per i ritocchi vennero utilizzati pigmenti in polvere e latte; la zona inferiore fu in parte intonacata e ridipinta. Bibliografia: A. M. Brizio, La pittura in Piemonte dall'età romanica al Cinquecento, Torino 1942, p. 18, 21, 149; R. Salvini, La pittura dal sec. XI al sec. XIII, in "Storia di Milano", vol. III, Milano 1954, pp. 63, 66; C. Segre Montel, La pittura romanica dell'Italia settentrionale, "I maestri del colore" n. 204, Milnao 1967, pp. 4, 7, tav. V; F. Fiori, San Michele di Oleggio, tip. San Gaudenzio, novara 1977, pp. 64, 73-74; P. Toesca, La pittura e la miniatura in Lombardia, Milano 1912 - nuova edizione Torino 1966, p. 54.[Altre fotografie: Arch. Fot. Musei di Torino, scat. 269, lastra n. 6943].La documentazione relativa agli interventi di restauro dei vari cicli pittorici presenti all'interno della chiesa (tutti condotti da Pinin Brambilla Barcilon negli anni 1988, 1998-2000, 2003-2004) è conservata presso l'Archivio Restauri della Soprintendenza per il patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico del Piemonte, schede A.R. 7622, A.R. 12849, A.R. 17571
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100012799-1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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